VI RACCONTERO' DI ME e della mia vita... I Ricordi più belli

Giammarco... perchè credo in Dio, le mie poesie e un po' della mia vita

Moderatore:Giammarco De Vincentis

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VI RACCONTERO' DI ME e della mia vita... I Ricordi più belli

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:41 pm

Piccola premessa...
Chiedo scusa per gli errori di battitura, e per quelli ortografici, che troverete nel corso di quanto scriverò in queste pagine.
Non sono mai stato un buon scrittore, questo anche perchè ho dedicato i miei studi solo a materie tecniche, fatte di numeri e di teoremi, che mi hanno insegnato solo a gestirmi un mondo fatto di numeri.
Questo però non fermerà il mio entusiasmo che mi accompagna nel costruire sempre con lo stesso amore, il nostro piccolo mondo.

Ogni tanto troverete delle variazioni in queste pagine, che aggiornerò ogni tanto che un ricoro mi torna alla mente

Ragazzi ho aperto questa pagina, da dove vorrei raccontarmi e insieme a voi a continuare a giocare la mia partita con la vita.
Spero che al di la dei miei ricordi possa inserire qualcosa di utile per chi possa incontrare le stesse mie realtà di vita.
Nel corso di quanto scriverò su questa pagina racconterò di me, anche se qualche volta sostiruirò nomi immaginari a quelli veri,questo solo per mantenere il rispetto nei confronti di quelle persone, che non sapranno mai di essere state mensionate in questa mia Autobiografia.
Credo che ognuno di noi possa raccontare un po di se, anche per rendere più reale il nostro piccolo mondo e dare una fisionomia a chi oggi non è solo un POETAXCASO, ma parte di un insieme di cuori, che uniti apriranno i cancelli di ogni cielo
Ultima modifica di Giammarco De Vincentis il lun mar 17, 2008 7:28 pm, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:42 pm

Io non sono un poeta sono solo un uomo che ha gioito e ha sofferto…
Mi chiamo Giammarco De Vincentis, sono nato a San Benedetto dei Marsi, in provincia de l'Aquila, il 1di Dicembre del 1954; radici contadine di cui vado orgoglioso, sono uno come tanti che sta cercando di dare un pò di se agli altri, con l'augurio che possa servire a chi potrebbe incontrare per strada le mie stesse realtà di vita.Ho lavorato per me e per gli altri, costruendo la mia famiglia educando i figli secondo quegli ideali necessari per dare un valore alla vita.
La vigilia di Natale 1998 la sorpresa più inaspettata me la riserva il destino: cancro. Da quel momento tutto cambia e tutto si evolve, dall'oggi al domani io: attivo, con tanti progetti, tanti sogni, tante speranze, divento un ammalato. Il 14 Gennaio del 1999 subisco un delicato intervento chirurgico e per un anno non posso fare quasi nulla. Vivo giorni di dolore, di angoscia, di paura; sento che la vita mi sta sfuggendo come sabbia tra le mani, ma non voglio abbandonare questa terra senza lasciare qualcosa di me agli altri e così scopro il mondo di Internet, e lì, da solo, racconto i miei dolori, le mie preoccupazioni; mi sfogo scrivendo allo schermo che chiamo "scatoletta: la mia Modestina", della mia vita, della mia terra nel sito web www.radicchio.it/cepostaperme
Piano piano un amico mi segue, poi sono 3, scrivono su quelle pagine per aiutarsi, a volte un estraneo è il miglior confidente ma, nel frattempo, il cerchio si allarga, scrivo, distogliendomi dal pensiero di quel nemico con cui devo convivere.Ed ecco che, parte l'idea di creare un sito internet, con un Forum dove ognuno può scrivere da casa, poesie fiabe e racconti, senza pretese e scopo di lucro, dando cosi inizio ai Poetixcaso www.poetixcaso.it/.Il sito cresce in fretta, nuovi amici si uniscono al gruppo e oggi nei primi mesi del 2002, ogni giorno si registrano più di 2.000 accessi in pagine che spaziano dalla Poesia alla solidarietà, alle barzellette, alle fiabe, ai racconti e al Karaoke alla Gastronomia e questo insieme, anche ad amici disabili
La sera dopo le 22.00 nella chat IL MURO DEI POETIXCASO si fa poesia di gruppo e ad oggi ne abbiamo composto più di 300, che troviamo inserite nel Forum del sito, dove si trovano anche circa 5.000 singole poesie, fiabe storie e racconti di tutti gli amici Poetixcaso.L'età, tra noi non conta: la nostra "mascotte" ha solo 8 anni e raggiungono i quasi 60 con altri, i nostri xcaso sono operai, imprenditori, insegnanti, militari, pensionati, studenti,bambini delle scuole medie, assistenti sociali, medici, alcuni con gravi problemi familiari o di salute oppure ammalati di solitudine, tutti aiutano tutti e rappresentiamo ogni zona della nostra Italia, ci vogliano bene, c'è armonia, stima, amore, rispetto tra noi, molti amici sono transitati in questo forum, dal 6 Gennaio 2001 e tanti si sono uniti a noi.
Nella prima antologia dei Poetixcaso, abbiamo voluto che ci fossero alcune poesie di bambini della scuola media del mio paese, questo perché molti di noi come loro, abbiamo iniziato tra banchi di scuola a scrivere i primi versi, quasi per gioco e dopo un lungo periodo di pausa, abbiamo continuato in età matura con lo stesso spirito.La poesia non ha età e i sentimenti non invecchiano nel tempo.Il mio sogno è stato sempre quello di trasferire su pagine di carta, quanto abbiamo scritto su pagine web ed oggi sono felice, che con questo libro, il sogno si sia avverato.Ho partecipato con una mia poesia all’antologia VOCI DEL 2000 i Poeti del terzo millennio edizione 2001.
A distanza di tre anni posso dirmi guarito da quel male che nonostante tutto mi ha fatto crescere come uomo e che oggi lo considero come una delle tante malattie con il quale l’uomo deve combattere.Voglio dirvi che siamo quelli della porta accanto, siamo un esercito e che il male peggiore di questo male è quel silenzio che ci tiene nascosti con loro. Di CANCRO si può guarire e con loro anche la forza di rincominciare.Da questo libro voglio urlare al mondo intero, che non bisogna mai arrendersi alle vicessitudini della vita e che si deve continuare a credere, ad aver fede, a sperare perchè spesso quando pensi che la vita sia finita è il momento che inizia quella vera.
Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicino, i miei amici POETIXCASO, i miei familiari , le mie figlie, Beatrice e Roberta ma più di tutti mio padre Colvinio, con il quale ho condiviso gioie e dolori, colui che mi ha insegnato a vivere e a combattere contro lo stesso male, che il 29 di ottobre del 2001 me lo ha portato via.
A lui dedico il mio angolo, nel primo libro dei POETICASO
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Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:43 pm

Eccomi qui sono io da bambino

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ero un bel pacioccone, dice chi mi ha visto nascere.
Oggi invece sono cosi un uomo che ha vissuto gran parte della sua vita.

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La mia carta di identità dice che sono nato il 01-12-1954 in un piccolo paese che si chiama San Benedetto dei Marsi in provincia dell'Aquila, in Abruzzo.
Non so se sono un pò smemorato, ma ricordo pochisssimo della mia fanciullezza, spesso mi raccontano e qualcosa riappare nella mia memoria.
Chiudendo gli occhi e ripensando al passato più lontano, ho l'immagine di un bambino, tre o quattro anni, in una mattina d'estate,vestito con pantaloncini corti,appena lavato e improfumato dalla mamma, che esce saltellando da casa con le sue scarpette nuove.
Nella mente le parole di mia madre che si raccomandava di non sporcare il vestitino nuovo.
Sono il primo nato di tre figli da genitori di famiglia contadina.
Ricordo la nostra prima casa, se cosi la si vuol chiamare,una stanza che faceva da cucina e camera dei bambini, con affianco un'altra stanzetta, separata da una tenda a fiori dove dormivano i miei genitori, e sotto al loro letto valige di cartone con dentro la biancheria che mia madre custodiva gelosamente.
La nostra casa comunicava con un fienile una piccola stalla dove mia madre allevava polli e conigli e mio padre teneva il suo cavallo bianco dal quale si faceva aiutare per lavorare nei campi.
Mi viene in mente di un piccolo cagnolino che seguiva sempre mia madre, ovunque si muoveva, il suo nome era Bobby.
Ricordo ancora un agnello dal pelo morbito e bianco latteo, che mi portavoi a spasso per il quartiere, mentre pascolava brucando l'erba affianco delle strade quando l'asfaldo ancora non sapevamo cosa fosse e a piedi nudi si giocava nei prati, perchè le scarpe qualcuno e non tutti le mettevano solo la domenica.
Anche l'agnello aveva un nome si chiamava fiocco,un giorno mentre lo cercavo, perchè mia madre mi disse che era andato via lontano, vidi appesa la sua pelle, perchè allora non si buttava neanche quella e che poi mi sono ritovata a farmi compagnia come tappeto sotto al letto.
E' bello però raccontarsi, perchè mentre ti liberi di ricordi, altri ne vengono fuori e conosci di te quanto credevi non fosse mai esistito.

Cèpo
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I MIEI............. NONNI

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:47 pm

Avevo solo un anno quando, mori il padre di mio padre, che si chamava Alfredo, lui mi raccontano era un omone grande che tirava un carro da solo, era forte come un bue, padre di 10 figli aveva messo su una piccola fabbrichetta dove univa sciroppo e gas ad acqua di fontana che poi imbottigliava e vendeva col nome di gassosa De Vincentis per le osterie dei paesi vicini a bordo di un grosso carro trainato da due splenditi cavalli, uno di nome storna e l'altro tornese.
Nella foto si vede quella che era la parte riservata all'imbottigliamento.

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Mia nonna materna si chiamava Loreta, come mia sorella e me la ricordo sempre battagliera che ci faceva guadagnare le dieci lire che ci regalava quando tenevamo in mano l'imbuto che serviva per versare lo sciroppo nelle gassose.
Ricordo che teneva i suoi soldi spicci in un fazzoletto, che titava fuori dal suo petto, un insieme di nodi che doveva ogni volta sciogliere facendoci sospirare prima di darci le sue lire.
Mori che io avevo 10 anni dopo che ebbe lavorato una vita e non avendo mai conosciuto il mare, portandosi quello che era il suo sogno nella tomba insieme al suo ultimo fazzoletto portamonete che mio padre gli mise al suo posto prima di dargli il suo ultimo saluto.
Da parte di amia madre ricordo mia nonna Vincenzina che allevava mucche da dove mungeva latte che poi vendeva a tutto il suo vicinato.
Quelle mucche che gli lasciarono un triste ricordo quando per la passione della morte di una di loro, perse due gemelli che morirono in seguito al latte materno che mia nonna diede a loro ancora addolorata dellìaccaduto.
Erano altri tempi quelli di mia nonna anch'essa madre di dieci figli, che prima di andar via da questo mondo ne ha visto morire aleno la metà tra disgrazie e malattia.
Mori a circa settantanni quando io ero ancora ragazzino e con essa scomparve la lattaia della Cittadella.

Nella foto mio Nonno Quintilio l''uomo con il cappello accanto a lui sulla sx mio padreImmagine

Mio nonno materno si chiamava Quintilio lo stesso nome di mio fratello,lui era spesso all'estero lavorava per dare sostegno alla famiglia tornndo a casa solo per le festività natalizie e per le grandi occasioni.
In quella grande famiglia ho passato gran parte della mia infanzia,con i miei cugini giocavo nell'aia dietro la casa dei miei nonni dove c'era tutto quanto la vita ti offriva.
Ho un vago ricordo dei miei nonni due li ho persi a distanza solo di due giorni, avrei voluto conoscerli un po prima, ma adesso forse non ero qui a raccontavi di loro.
Sono felice di loro ed onorato di essere stato loro nipote.

Cèpo 17-04-2001
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IO...MIO PADRE

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:51 pm

Eccolo mio padre qundo io ero ancora bambino
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allora ero la sua più bella gioa.

E' STRANO COME LE MONTAGNE SI INCHININO AL PASSAGGIO DELLA VITA, LASCIANDO CADERE A VALLE LE SUE ROCCE SGRETOLATOSI NEL TEMPO.

Colvinio De Vincentis, mio padre, nacque il 27 luglio del 1930,in una famiglia numerosa di sei figli maschi e tre femmine.
Da piccolo, come tutti i bimbi di quei tempi,ha contribuito
ad aiutare i suoi genitori nel lavoro che dava da vivere a tuttta la famiglia.
Dopo gli anni della guerra ha servito la sua patria,entrando nell'ottavo reggimento alpini, BATTAGLIONE AQUILA 119°COMPPAGNIA MORTAI 120,
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da li è rimasto il suo più bel ricordo e ancora oggi, lo vedo soddisfatto quando continuano a chiamarlo con il suo soprannome di Sempre...ALPINO.
Lo ricordo quando insieme a mi zio Gustavo, lavoravano notte e giono in una mulino a cilindri( uni dei primi nella zona )che avevano accquistato firmando un pacco di cambiali, che onestamente riuscirono a pagare, l'ultima appena un mese prima che mio zio Gustavo morisse all'età di 29 anni in seguito ad un incidente stradale.
Nella foto mio padre sul camioncino quando aveva il mulino.
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Si sposò con mia madre nel 1953 l'8 di dicembre e ancora oggi vivono vicino, pensando solo al futuro dei loro figli.
Un papà esemplare come di certo lo sono tutti i papà del mondo per i loro figli.
Nella foto il matrimonio dei miei genitori
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Ha sempre lavorato e mi ha insegnato a vivere.
Per me gente come lui non poteva temere alcun male per la sua vita, invece...
Una mattina di circa 11 anni fà, in seguito ad accertamenti clinici giunse la notizia che sconvolse la sua e la mia vita.
MIO PADRE AVEVA UN CANCRO.
Carcinoma all' esofago, fu come un fulmine a ciel sereno, mi dissero che doveva subito essere operato e che non avrebbe vissuto oltre i 12 mesi.
Iniziò in quell'occcasione la mia avventura a contatto con quel male di cui non parlavo mai, mi terrorizzava solo sentirlo nominare.
Sembrava un brutto sogno, ma col passare delle ore tutto diventava più vero ed io comiciavo a capire che per affrontare il problema bisognava conoscerlo.
In 3 giorni feci centinaia di telefonate e centinaia di km, per documentarmi di come poter intervenire.
Conobbi per fortuna la persona giusta, che riusci a spiegarmi nella sua crueltà, cosa rappresentava quel male e di come poterlo eliminare con nuove tecniche chirurgiche.
Affrontammo di petto tutti uniti il il problema, mio padre subì uno degli interventi chirurgici più difficili a cui l'uomo, si era a quei tempi, mai sottoposto.
Passarono tre anni e lo stesso problema in seguito ad una metastasi si presentò al polmone sinistro, anche questa volta la chirurgia ebbe ragiione e insieme a lui vinse un altra battaglia.
Da dodici mesi pronosticati dai medici ad oggi, mio padre al di la di quanto dicano le statistiche, è riuscito con la sua volontà e insieme all'amore dei suoi figli a vivere fino da oggi, ossia per altri 11 anni.
Certo che mio padre,non fa la stessa vita di chi non ha dovuto lottare per salvarsi la sua pelle, ma è ancora su questo mondo, con chi dandogli la mano, lo incita al canto dell'alpino, combattendo insieme le stesse battaglie contro quel nemico che insieme a loro, morirà.

STAREI UNA VITA A RACCONTARMI DI LUI, CHE OGGI MI GUARDA CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO E CON IL CORAGGIO DI CHI DAREBBE LA SUA VITA, PER FARTI VIVERE LA TUA UN PO' DI PIU'.

GRAZIE PAPA'

Giammarco
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Ecco mia madre MARTA

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:54 pm

Di lei ho scritto poco, questo non perchè non gli voglio bene, ma perchè la vedo forte e son certo che è felice quando dedico di me, anche la sua parte gli altri.
Ecco mia madre MARTA prima che nascessi io cliccateci sopra.

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Sicuramente era ed è ancora una bella donna, quando si sposò con mio padre era appena ventenne, nel lontano 1953 lei che è nata il 8 settembre del 1933.
I primi miei ricordi la vedono sempre vestita di nero,quell'abito che portava per tre anni ogni volta che il male o una disgrazia, gli portava via un caro di famiglia.
Dieci fratelli nati a casa sua, lei è la seconda di tre figlie femmine e la quarta dei 10 figli, della famiglia Falcone.
Due fratelli maschi morti per disgrazia tutti e due all'età della morte di Cristo e una coppia di gemelli che non ha mai conosciuto e un altro ancora che non è arrivato a cinquant'anni.
Non fare ad una ragazza quanto non vorresti facciano a tua sorella, mi diceva mia madre insegnandomi a rispettare ogni donna.
Ricordo da bambino mi faceva filare diritto, solo con lo sguardo riusciva a farmi capire quanto altre mamme non sapevano fare nemmeno con le botte.
Ricordo quando a me e a mia sorella ci dava i compiti per le pulizie di casa, e lei se ne andava ad aiutare mio padre nel suo lavoro.
Mia madre ha sempre saputo soffrire portandosi dietro la sua croce e nascondendo con un sorriso la maschera di tristezza che l'ha accompagnata nella vita.
A volte penso a quanti non ce l'hanno più e a chi non ha mai conosciuto la sua mamma e questo mi fa capire di quanto io sia stato fortunato nella vita, avendo in lei il mio Santo nel paradiso di questa terra.
Il tempo sta solcando il suo viso, nulla però sta mutando lo sguardo di quegli occhi vispi che sanno farsi capire e con battito di ciglia riescono a farti una carezza.

TI VOGLIO BENE MAMMA

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I MIEI......... FRATELLI

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 2:57 pm

Giusto un anno dopo il matrimonio dei miei genitori sono nato io primo di tre figli, dopo di me solo 13 mesi dopo nacque mia sorella LORETA e sette anni più tardi è nato mio fratello Quinto.

Questa è mia sorella nel giorno della nostra comunione

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Mia sorella Loreta naccque l'8 di fabbraio del 1956.
Mio padre racconta che c'era oltre 50 cm. di neve e che dovette portare sulle spalle l'ostetrica che fece nascere mia sorella.
Guai a chi mi tocccava tra i miei amici perchè dovevano vedersela con lei che mi difendeva perchè io non ne ero capace ero solo un timido pacioccone.
Lei ha sempre aiutato mia madre olre tre alle faccende di casa, da piccolina dava il suo contributo a portare avanti una pizzeria che ci ha dato da vivere per 20 anni.
Era una studiosa mia sorella, prima diplomata maestra e successivamente laureata in PSICOLOGIA e oggi insegna a Roma, ad un istituto per scuola media, una materia che non ha nulla a che fare con quanto ha studiato tra i libri di scuola.
Insegna musica e lo fà con passione, rispettando la tradizione che ci vede tutti amanti di essa e di strumenti che fan cantar la musica.
Grazie a lei ho conosciuto i miei primi amori, giovani ragazze sue compagne di scuola o che diventavano sue amiche per arrivare a me, che di donne non capivo un tubo a quei tempi e fino a 20 anni, fuggivo agni qual volta me ne vedevo una addosso.
Oggi vive con suo marito e due figli maschi a Roma e quando torna in paese per le feste mi riporta con la mente a quel passato dove avevo quella voglia di diventare grande troppo in fretta.

Mio fratello Quinto è nato il 09-04-1961 eccolo nella foto con me

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lui è quello piu piccolino con lo sguardo da bambino birichino.
Di lui mi ricordo bene quando nacque, avevo quasi sette anni e aspettavo a testa in su l'arrivo della cicogna, che si fece attendere e che riusci a postare il suo bambino, senza farsi vedere, lasciandomi con un palmo di muso quando mi accorsi che mio fratello mi aspettava gia da qualche ora.
Lui essendo l'ultimo arrivato è stato da tutti coccolato, fino a quando è dovuto diventare un uomo e per portarsi addosso il peso della vita.
Con lui ho dato inizio alla crescita della nostra azienda ORTO.BE.MAR che mio padre aveva avviato da qualche anno.
clicca per vedere la mia azienda
www.radicchio.it/ortobemar/

Oggi lui vive nella stessa palazzina dove vivo io e i miei genitori,con la moglie ILDE porta avanti la sua famiglia composta anche da due figli Colvinio e Marta, i stessi nomi di mio padre e di mia madre.

Mio fratello è un gran lavoratore, ha imparato molto da me e di questo ne sono fiero.

Giammarco
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LE MIE .....FIGLIE

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 3:14 pm

Dal Matrimonio con mia moglie Maria, 16 Luglio 1978 come da foto

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Sono nate le mie figlie il dolce della mia vita, coloro per il quale rinuncerò a un po della mia vita, per farle vivere con la serenità di cui hanno bisogno per crescere.

Beatrice il 31 ottobre 1979 come da foto

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Mi ricordo che appena nata aveva nel lettino tutto di celeste il lenzuolino e che avevo gia pronto il fiocco azzurro per appendere alla porta di casa mia.Da piccole erano identiche, sembravano la stessa persona.
Beatrice doveva nascere un maschietto da quanto ci dicevanoi a quei tempi gli esperti che si regolavano dalla forma della pancia delle mamme per dire il sesso di chi doveva nascere
E' stata una bambina vivace, ma non mi ha mai creato problemie che è cresciuta troppo in fretta negli ultimi anni,quando mi ha fatto da mammina mentre lottavo con la sorte.
Siamo molto amici io e Beatrice, vivamo molto tempo insieme come due buoni amici e compagni di lavoro

10 anni più tardi, Roberta il 22 febbraio 1989 come da foto

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Roberta la mia piccola bambina che oggi mi guarda mostrandomi quella tenerezza che solo un bimbo può trasmettere con amore, e senza batter ciglio riesce a dirti quando non sanno fare un insieme di parole.
Anche lei come sua sorella sta vivendo una fanciullezza serena e vive molto insieme al suo papà col quale gioca scherza e incomincia ad imparar le regole della vita.
Dicono che mi assomiglia molto e di questo lei ne è fiera, è una bella stangona a 13 anni è alta 175 cm.

Senza dubbio sono state loro due il motivo per cui mi sono ribellato alla vita quando in dei momenti mi sentivo di lasciare questo mondo.
Spero che possa accompagnarle ambedue davanti a Dio vestite di bianco e poter ancora una volta scrivere per loro.

Giamamrco
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Il primo giorno di scuola.

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 3:16 pm

Il primo giorno di scuola.

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Non ricordo molto di quei tempi,e dopo di quel bambino che vi ho raccontato nella prima parte, il ricordo più tenero che forse resterà ciò che mi descriverà meglio per come sono fatto è nel mio primo giorno di asilo e poi scuola.
Premetto che sono andato solo un giorno all'asilo delle suore, ricordo solo che mia madre mi venne prendere prima della fine dell'orario giornaliero, perchè chiamata dalla superiora che non sopportava il mio pianto silenzioso, accovacciato in un angolino di quel salone buio, piemo di giocattoli che non sapevano dirmi nulla.
Avevo paura di quei pinguini vestiti di nero, mi ricordavano di mia madre e di tutti i suoi lutti e di ogni qualvolta tirava fuori dalla sua valigia di cartone quell'abito nero che credeva di non indossare più.
Ho perso il racconto di quelle fiabe che facevano sognare ogni bambino, d'altra parte ho conosciuto l'amore della natura che circondava il mio paese, la dove spesso mi recavo e tra gli alberi coprivo i nido di uccelli, per nasconderli a quei ragazzi che ne andavano a caccia per rubare la libertà a chi sarebbe stato chiuso in gabbia.
Il 1 ottobre del 1960 iniziava la mia vita tra i banchi della scuola, fu un giorno che non dimenticherò mai.
Mi alzai presto e di buon mattino mia madre mi lavò e col bel cestitino mi p'archeggiò seduto vicino al davanzale, mentre lei finiva di svolgere le sue pulizie di casa.

......................AVEVO PAURA..........................

Ero timoroso,il cuore mi batteva talmente forte, che mi si muoveva la mia maglietta nuova, non vedevo l'ora che si facesse notte e che di quel giorno, non restasse che un bel ricordo.
Alle 8,00 in punto davanti alla scuola mia madre mi lasciò con la sua mano, indicandomi quel grosso portone oltre il quale avrei iniziato a vivere la mia vita.
Una volta dentro la clase mi sono ritrovato con 33 compagni di classe, con molti dei quali ci ho passato insieme 8 anni della mia vita.
Un episodio mi è rimasto impresso, la mia maestra.
Si chiamava Anna Galassi fu subito molto dolce con me, era come se mi conosceva da sempre, mi poggiò la sua mano sulla spalla e chiamandomi giovanotto mi invitò a sedermi al banco.
Era appena passato un ora che già mi sentivo a casa mia, con la maestra della quale mi ero già innamorato.
In tasca avevo una caramella e 50 lire datate 1954,erano soldi che portavo in tasca nelle grande occasioni e quel giorno lo era... eccome se lo era.
Mi avvicinai alla cattedra e porsi il mio pugno chiuso con dentro il mio tesoro, a chi in quell'attimo gli avrei donato tutto.
Quando la maestra si rese conto del mio gesto, mi accarezzò mentre le sue labbra mi sfioravano la fronte dicendomi pian piano all'orecchio che per lei sarei stato il figlio che la vita gli aveva sempre negato.
Fu tutto come un sogno, ma lei mi volle veremente bene, per molti anni sono stato il suo bambino e lei per me un altra mammina.

Cèpo
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PERCHE’ PER ME ….ERA MOLTO MIO PADRE

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer giu 15, 2005 3:17 pm

29-10-2001 mio Padre ci ha lasciato.
Non credo che nessuna parola sia in grado di poter esprimere quanto io oggi provo leggendo quello che avete scritto su questo forum, in decine di e-mail che mi sono arrivate, telegrammi e telefonate, che mi hanno dimostrato quanti sono gli amici che ho conosciuto attraverso questa scatoletta.
In questi giorni mi sono reso conto di quanto sono fortunato ad avere amici come voi e tutto il mio paese stretto intorno alla mia famiglia e per come mio padre è stato e sarà ancora importante per me che credevo lo stavo perdendo per sempre.
Mio padre che è stato per me il migliore tra i genitori del mondo, come lo è per voi di certo il vostro papà.
Mio padre è stato per me il mio migliore amico colui che fino a ieri era il mio compagno di battaglia verso lo stesso nemico, quel male che lo ha consegnato alla morte.
Con lui ho vissuto gran parte del mio tempo trascorso su questa terra, giorni e notti, come figlio e compagno di lavoro ci siamo divisi tutto gioie e dolori.
Di certo un padre ed un figlio come tanti al mondo che si vogliono bene, ma con qualcosa in più la forza di non arrendersi mai con chi da un momento all’altro potrebbe colpirti alle spalle e portarti via dalle persone a te più care.
Undici anni fa mio padre a 59 anni fu colpito da cancro per la prima volta, fu un dramma per tutta la famiglia e per me che ho dovuto fare capire a lui, un omone di 110 kg alto 185 cm che bisognava rimboccarsi le maniche per non farci fregare.
I medici dell’ospedale più vicino al mio paese mi dissero che poteva vivere al massimo 12 mesi nonostante doveva sottoporsi ad un intervento per asportargli la parte dell’esofago dal male colpito.
Non mi fermai li in pochi giorni misi sotto sopra l’Italia intera e riuscii a trovare un giovane medico che si era specializzato in America in chirurgia oncologica, specializzazione scelta in seguito alla morte del suo papà per cancro.
20 febbraio del 1990 quell’intervento durò 12 ore e mio padre ne usci vivo con cicatrici che gli avevano solcato tutto il corpo e che gli hanno provocato quei dolori di cui lui non ne ha fatto di un solo lamento ma che gli rendevano la vita sempre più difficile
Per due anni siamo andati su e giù per gli ospedali e quando sembrava tutto finito, lo stesso male si è presentato ad un polmone.
Per la seconda volta mio padre si sottopose ad un altro intervento chirurgico che superò brillantemente ma ai vecchi dolori se ne aggiunsero altri.
Ogni tre mesi bisognava fare dei controlli ed ogni volta la paura era sempre più forte, sentivamo che prima o poi avremmo avuto un'altra sorpresa.
Dicembre 1998 eccolo di nuovo….
Questa volta fui io a 44 anni ad essere colpito da cancro e devo dire che grazie all’esperienza che avevo avuto con mio padre, per me fu tutto più semplice sapevo ormai la strada da proseguire.
Non dissi nulla a nessuno dei miei familiari, non volevo che soffrissero anche per me e con un intervento chirurgico eseguito dallo stesso chirurgo che aveva operato il mio papà mi asportarono un rene.
Fu quello un dramma nel dramma, provate voi ad immaginare una madre che doveva sopportarsi una croce del genere, un figlio e marito a cui stare vicino che aveva paura di perdere.
Anche io come mio padre seppi reagire e a riprendermi e senza perdere colpi, ormai tra me e mio padre era diventata quasi una sfida e dimostrare a chi era più bravo, ci facevamo coraggio a vicenda.
Passò un anno per rimettermi in sesto e tra un controllo ed un altro a febbraio 2000 eccolo ancora per la seconda volta anche per me.
Subii anche io il secondo intervento chirurgico anche sta volta cancro anche se non era dei più cattivi, cosi la partita si giocava alla pari 2 a 2.
Ormai era come leggere pagine di un libro già letto tutto mi sembrava talmente normale eravamo riusciti a convivere con lo stesso nemico e contro di esso avevamo fatto un patto di alleanza.
Gennaio 2001 è toccato di nuovo a mio padre, avevano scoperto che sul punto del primo intervento si stava annidando lo stesso vecchio male, ma questa volta nessun intervento chirurgico poteva essere eseguito su quel posto l’unico sistema per bloccare il tumore di turno erano le radioterapie.
Per circa 4 mesi tra controlli e terapie ci recavamo in ospedale compiendo circa 200 km al giorno e ancora una volta sembrava quasi avessimo vinto noi, ma una lesione ai polmoni dovuti alle radioterapie lo ha portato alla morte e mentre lui dava il suo ultimo respiro io ero sotto ai ferri in una sala operatoria a subire l’ennesimo martirio per cercare di scovare chi prima o poi temo mi colpirà ancora una volta alle spalle.

Era questo il motivo che mi legava a mio padre al di la di essere suo figlio, quel padre che quando si è arreso alla morte mi ha chiesto quasi perdono, perché sapeva che con lui si portava dietro un pò della mia speranza.
Per me lui è quello che mi ha dato la forza per non arrendermi mai colui che mi insieme a mia madre mi ha dato al vita insegnandomi a viverla con le sue gioie e i suoi dolori e che oggi mi ha insegnato che la morte è solo il passaggio verso quella vita che non finirà mai.
La notte che ci ha visti insieme per l’ultima volta mi ha fatto capire quanto la fede non ha saputo rispondermi a tante domande..
L’ultima sua notte mi diceva di quella porta che vedeva con una ciotola ed un lume che faceva tanta luce ed una donnina piccina che era venuto a prenderlo.
Gli ridevano gli occhi quando mi sussurava… è lei la mia mamma e stringendomi la mano mi diceva che non aveva più paura e che era pronto ad andare ed insieme per un po ci siamo messi a dormire.
La mattina alle ore 6.00 del 29 ottobre del 2001 mi ha lasciato con le sue ultime parole…
Pensa a te figlio mio e ora vai.
Sono tornato a casa lasciando al suo capezzale mia madre ho preso la mia roba sono passato di nuovo a trovarlo perché ero certo di vederlo vivo per l’ultima volta e sono andato poi in un altro ospedale distante 100 km dove mentre ero sotto i ferri per l’ennesima volta una sensazione che non so raccontarvi mi ha fatto capire che lui non c’era più, il pomeriggio sono tornato da lui aveva ancora le mani calde sembrava che volesse per l’ultima volta stringermi a se.
Ieri si sono svolti i funerali di quell’uomo che in paese è stato un esempio, sembrava una processione, una sfilata con ogni gruppo o associazione esistente tantissima gente con in prima linea i suoi amici alpini con in testa il cappello con la piuma nera.
Anche questo di lui racconterò con queste ultime foto che chiuderà la sua storia dentro questa scatoletta che racconterà nel tempo anche di lui.
Mio padre non mi ha lasciato solo, oggi lo sento molto vicino e ovunque io vada sono certo che mi seguirà e da buon alpino saprà speronarmi in quei giorni di bufera che il percorso della vita mi riserverà.

Davanti al mondo intero voglio gridare:
GRAZIE PAPA’
A TE CHE SEI ANDATO VIA…
COME LE MONTAGNE SI INCHINANO AL PASSAGGIO DELLA VITA LASCIANDO CADERE A VALLE LE SUE ROCCE SGRETOLATOSI NEL TEMPO.

Ecco mio padre l'alpino che era ieri e lo sguardo che aveva oggi come quello di un bambino ma con il coraggio di chi avrebbe dato la sua vita per farmi vivere la mia un po di più.
CLICCATE SULLA FOTO se volete vedere ultima volta per lui sotto la finestra di casa mia da dove io contiunerò attraverso questra scatoletta a raccontar anche di lui.
Immagine
Vi abbraccio ragazzi e auguro a tutti di avere un papà come quello che ho avuto io.
Vi voglio bene

Giammarco
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Ringrazio il Signore

Messaggio da Giammarco De Vincentis » mar nov 15, 2005 11:38 pm

Ringrazio il Signore che mi ha dato la gioia di vivere in una famiglia come la mia :)
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Messaggio da Giammarco De Vincentis » ven mag 19, 2006 6:29 am

Sabato 25 Marzo 2006 nell’ospedale di Avezzano AQ nella Marsica, è Nata Emanuela.
BENVENUTA EMANUELA!!!!!

Alleluia Alleluia Alleluia !!!!


Alle ore 13.00 circa Emanuela è nata con parto spontaneo.

Ve la presentiamo con una foto e un breve filmato.

Immagine
AUGURI
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CLICCATE QUI Immagineper vedere un piccolo filmato.

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Messaggio da Ilary » lun giu 02, 2014 9:23 pm

E poi...ti sei fermato al 2006 :lol: continua se vuoi ci stavo prendendo gusto :wink:
Signore, tu sai....Signore, tu puoi...Signore, perdona.

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