Riflessi di lago, specchio di un'anima ... 2014

Riflessi di lago, specchio di un’anima…

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar lug 15, 2014 2:38 pm

mercoledì 16 luglio 2014, giorno di festa e gioia in onore della Vergine del Carmelo,

Madre dolcissima di Dio e Madre nostra...

  • Immagine

    O Maria, Madre dolcissima di Dio, Madre nostra e Fiore del Carmelo,
    noi tutti ci affidiamo al Tuo Cuore Immacolato ed Addolorato
    affinché possiamo essere come il Cuore Divino
    del Tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo ci vuole…
...con tutto il mio piccolo ♥
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven lug 18, 2014 3:26 pm

  • ImmagineUna spiga di grano vale più dell'intera zizzania
Conquistare anche noi lo sguardo di Dio, che non si posa mai per prima cosa sul male o sul peccato di una persona, ma privilegia il bene. Quel campo seminato di buon seme e assediato dalle erbacce è il nostro cuore. I servi dicono: Andiamo e sradichiamo la zizzania. Il padrone del campo li blocca: No, rischiate di strapparmi anche il buon grano! L'uomo violento che è in noi dice: strappa subito da te tutto ciò che è immaturo, sbagliato, puerile, cattivo. Invece il Signore dice: abbi pazienza, non agire con violenza, perché il tuo spirito è capace di grandi cose solo se ha grandi valori. Quanti difetti sono riuscito a sradicare in tutti questi anni? Neppure uno. La via è un'altra: mettersi sulla strada di come agisce Dio. Per vincere la notte accende il mattino, per far fiorire la steppa sterile semina milioni di semi, per sollevare la pasta immobile immette un pizzico di lievito. Questa è l'attività solare, positiva, vitale da esercitare verso noi stessi: non preoccupiamoci prima di tutto della zizzania, delle debolezze, dei difetti, nessuno è senza zizzania nel cuore; ma preoccupiamoci di coltivare una venerazione profonda per tutte le forze che Dio ci consegna, forze di bontà, di generosità, di bellezza, di libertà. Facciamo che queste erompano in tutta la loro forza, in tutta la loro bellezza, in tutta la loro potenza, e vedremo le tenebre scomparire.

Noi dobbiamo conquistare lo sguardo di Dio: una spiga di buon grano conta più di tutta la zizzania del campo, il bene conta più del male; la luce è sempre più forte del buio. Addirittura la spiga futura, il bene possibile domani è più importante del peccato di ieri. Il male di una vita non revoca il bene compiuto, non lo annulla, è invece il bene che revoca il male. La nostra strategia è coprire il male di bene, soffocarlo di bontà, di generosità, di coraggio, di canto, di luce. Ed è il bene, quel pezzetto di Dio in noi, che dice la verità di una persona. Il peccato non è rivelatore, mai: nessun uomo, nessuna donna coincidono con il loro sbaglio o con la zizzania che hanno in cuore. Tu non sei le tue debolezze, ma le tue maturazioni. Tu non sei creato a immagine del nemico e della sua notte, ma a immagine del Creatore e del suo giorno. Allora il nostro vero lavoro religioso è portare a maturazione il buon seme, i talenti, i germi divini che Dio immette in noi con la fiducia del buon seminatore. E far maturare dolcemente e tenacemente, come il grano che matura nel sole, coloro che Dio ci ha affidato. Tu pensa al buon grano, ama i tuoi germi di vita, custodisci ogni germoglio, sii indulgente con tutte le creature, e anche con te. E tutto il tuo essere fiorirà nella luce. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer lug 23, 2014 7:09 am

...mercoledì 23 luglio 2014, giorno di festa e gioia in onore di santa brigida di svezia,

patrona d’europa e non solo: nel giorno del nostro sesto anniversario...
  • Immagine...

    O Signore, vieni presto ed illumina la notte!
    A te anelo come i moribondi anelano a te.
    Dì all'anima mia che niente succede senza che tu lo permetti
    e che nulla di quello che tu permetti sia senza conforto.
    O Gesù, Figlio di Dio,
    tu che tacevi in presenza dei tuoi accusatori,
    frena la mia lingua finché avrò trovato
    quello che dovrò dire e come dirlo.
    Mostrami la via e disponimi a seguirla.
    Pericoloso è indugiare e rischioso proseguire.
    Rispondi alla mia supplica e mostrami la via.
    Vengo a te come il ferito va dal medico in cerca di aiuto.
    Dona, o Signore, pace al mio cuore...
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven lug 25, 2014 2:54 pm

  • ImmagineRegno dei cieli, tesoro e rivoluzione di vita
Tesoro: parola magica, parola da innamorati, da avventure, da favole, ma anche da Vangelo, uno dei nomi più belli di Dio. Il regno dei cieli è simile a un tesoro. Accade per il regno ciò che accade a chi trova un tesoro o una perla: un capovolgimento, un ribaltone totale e gioioso che travolge l'esistenza. Un tesoro non è pane quotidiano, è rivoluzione della vita. Ebbene, anche in giorni disillusi e scontenti, i nostri, il Vangelo osa annunciare tesori. Osa dire che l'esito della storia sarà felice, comunque felice, nonostante tutto felice. Perché nel mondo sono in gioco forze più grandi di noi, che non verranno meno, alle quali possiamo sempre attingere, dono non meritato. Il regno è di Dio, ma è per l'uomo.

Un uomo trova un tesoro e pieno di gioia va. La gioia è il primo tesoro che il tesoro regala. Che il Vangelo regala. Entrarvi «è come entrare in un fiume di gioia» (papa Francesco), respirare un'aria fresca e carica di pollini. Dio instaura con noi la pedagogia della gioia! Nel libro del Siracide è riportato un testo sorprendente: Figlio, per quanto ti è possibile, trattati bene... Non privarti di un solo giorno felice (Sir 14.11.14). È l'invito affettuoso del Padre ai suoi figli, il volto di un Dio attraente, bello, solare, il cui obiettivo non è essere finalmente obbedito o pregato da questi figli sempre ribelli che noi siamo, ma che adopera tutta la sua pedagogia per crescere figli felici. Come ogni padre e madre. Figlio non privarti di un giorno felice! Prima che chiedere preghiere, Dio offre tesori. E il vangelo ne possiede la mappa.

Quell'uomo va e vende quello che ha. Il contadino e il mercante vendono tutto, ma per guadagnare tutto. Niente viene buttato via, non perdono niente, lo investono. Fanno un affare. Così sono i cristiani: scelgono e scegliendo bene guadagnano. Non sono più buoni degli altri, ma più ricchi: hanno un tesoro di speranze, di coraggio, di libertà, di cuore, di Dio. «Cresce in me la convinzione di portare un tesoro d'oro fino che devo consegnare agli altri» (S. Weil). Tesoro e perla sono i nomi che dà al suo amore chi è innamorato. Con la carica di affetto e di gioia, con la travolgente energia, con il futuro che sprigiona. Due nomi di Dio, per Gesù. Il Vangelo mi incalza: Dio per te è un tesoro o soltanto una fatica? È perla della tua vita o solo un dovere?

Mi sento contadino fortunato, mercante ricco perché conosco il piacere di credere, il piacere di amare Dio: una festa del cuore, della mente, dell'anima. Non è un vanto, ma una responsabilità! E dico grazie a Chi che mi ha fatto inciampare in un tesoro, in molte perle, lungo molte strade, in molto giorni della mia vita. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ago 01, 2014 7:54 am

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ago 01, 2014 8:02 am

  • ImmagineL'amore di Gesù è pane offerto a tutti
Vide la folla, sentì compassione, guarì i loro malati. Tre verbi rivelatori, sintesi dell'azione messianica di Gesù. Vide: il suo sguardo non scivola via sopra le persone, si posa sui volti, li guarda come fece con il giovane ricco: lo guardò e lo amò. Per lui guardare e amare erano la stessa cosa. E sentì compassione per loro. Gesù prova dolore per il dolore dell'uomo, e da questa compassione fioriscono miracoli: guarì i loro malati. Il nostro tesoro, la «fortuna» dell'uomo è il patire di Dio per noi, quell'amore che è passione e patimento insieme. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli: è ormai tardi; congedali perché vadano a comprarsi da mangiare. La risposta di Gesù è di quelle che ribaltano la logica: Voi stessi date loro da mangiare...

Coinvolge i suoi in un'impresa impossibile. Ma la fede autentica incalza e stringe a collaborare con Dio per cambiare il mondo. «La religione non deve limitarsi all'ambito privato, non esiste solo per preparare le anime per il cielo: sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra» (Evangelii gaudium 182). «Fede vera vuol dire fame di giustizia, e lottare per essa: agendo sulle cause che producono povertà e con i gesti semplici e quotidiani della solidarietà» (E.G. 183). Allora prese i cinque pani e i due pesci, recitò la benedizione, li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Il miracolo è raccontato come un fiorire di mani, un moltiplicarsi di mani aperte, più che di pane, un passare del pane di mano in mano: dai discepoli a Gesù, da lui ai discepoli, dai discepoli alla folla. La solidarietà è pane.

Allora apri le tue mani. Qualunque pane tu possa donare, non trattenerlo, apri il pugno chiuso. Imita il germoglio che si schiude, il seme che si apre, la nuvola che sparge il suo contenuto. Il primo miracolo da chiedere è di accorgersi che l'altro esiste, e poi la compassione per lui, e poi la solidarietà: fare del bene senza secondi fini, solo perché uno ha fame. «Ci scandalizza sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione del reddito e allo spreco» (EV 189-191). C'è un altro momento in cui si prolunga anche per noi il miracolo del pane e della compassione di Dio, è la celebrazione dell'Eucaristia. Allora sull'altare delle nostre Messe è possibile respirare Vangelo, sentire il miracolo, pensare non chiusi dentro l'alternativa pagana di pane meritato da alcuni e di pane proibito per altri: esso è invece il Pane donato a tutti, per il quale unico diritto è la fame e il bisogno, come per i cinquemila sulla riva del lago, così per ognuno di noi sulla riva di ogni nostra notte. Il Tuo amore è pane. Per tutti. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 01, 2014 3:37 pm

  • ImmagineVerso il Signore nella bellezza della fede
Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Un passaggio commovente: Gesù fa fatica a lasciare la gente, non vuole andarsene finché non li ha salutati tutti, così come noi facciamo fatica a lasciare la casa di amici cari dopo una cena in cui abbiamo condiviso il pane e l'affetto. Era stato un giorno speciale, quello, il laboratorio di un mondo nuovo: un fervore di solidarietà, un moltiplicarsi di mani, di cuori, di cure per portare il pane a tutti, la fame dei poveri saziata, era il suo sogno realizzato. Ora, profumato di abbracci, desidera l'abbraccio del Padre: congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare, a condividere con lui la sua gioia: sì, Padre, si può! Portare il tuo regno sulla terra si può! Un colloquio festoso, un abbraccio che dura fino quasi all'alba. Ora sente il desiderio di tornare dai suoi. Di abbraccio in abbraccio: così si muoveva Gesù.

Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare... Pietro allora gli disse: Signore se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque. Ed egli gli disse: Vieni! Se sei figlio di Dio... notiamo che pronuncia le stesse parole del tentatore nel deserto: se sei figlio di Dio, buttati e verranno gli angeli. Se vuoi fare il Messia devi essere potente, conquistare gli uomini con i miracoli, dimenticare la follia della croce. Pietro nella sua richiesta, coraggiosa e scriteriata insieme, domanda due cose: una giusta e una sbagliata. Comanda che io venga verso di te, richiesta bella, perfetta: andare verso Dio! Ma poi sbaglia chiedendo di andarci camminando sulle acque. A che cosa serve questa esibizione di potenza fine a se stessa, clamorosa ma sterile, questo intervento divino che non ha come scopo il bene delle persone? Che è all'opposto di ciò che si era verificato la sera prima, con i pani e i pesci? E infatti è un miracolo che fallisce, che non va a buon fine, e Simone inizia ad affondare. Pietro si rivela uomo di poca fede non quando è travolto dalla paura delle onde, del vento e della notte, ma prima, quando chiede questo genere di segni per il suo cammino di fede.

Pietro tu andrai verso il Signore, ma non camminando sul luccichio illusorio di acque miracolose, bensì sulla strada polverosa del buon samaritano; andrai verso Gesù, ma prolungando il suo modo di vivere, di accogliere, di inventare strade che conducano al cuore dell'uomo. Pietro, emblema di tutti i credenti, imparerà a camminare verso un mondo nuovo contando non sulla forza di imprevedibili miracoli ma sulla forza prodigiosa di un amore quotidiano che non si arrende, sulla bellezza di una fede nuda. [/color]
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 01, 2014 3:38 pm

  • ImmagineLa donna cananea che «cambia» Gesù
La straniera delle briciole, uno dei personaggi più simpatici del Vangelo, mette in scena lo strumento più potente per cambiare la vita: non idee e nozioni, ma l'incontro. Se noi cambiamo poco, nel corso dell'esistenza, è perché non sappiamo più incontrare o incontriamo male, senza accogliere il dono che l'altro ci porta. Gesù era uomo di incontri, in ogni incontro realizzava una reciproca fecondazione, accendeva il cuore dell'altro e lui stesso e ne usciva trasformato, come qui. Una donna di un altro paese e di un'altra religione, in un certo senso, «converte» Gesù, gli fa cambiare mentalità, lo fa sconfinare da Israele, gli apre il cuore alla fame e al dolore di tutti i bambini, che siano d'Israele, di Tiro e Sidone, o di Gaza: la fame è uguale, il dolore è lo stesso, identico l'amore delle madri. No, dice a Gesù, tu non sei venuto per quelli di Israele, tu sei Pastore di tutto il dolore del mondo.

Anche i discepoli partecipano: Rispondile, così ci lascia in pace. Ma la posizione di Gesù è molto netta e brusca: io sono stato mandato solo per quelli della mia nazione, per la mia gente. La donna però non molla: aiutami! Gesù replica con una parola ancora più ruvida: Non si toglie il pane ai figli per gettarlo ai cani. I pagani, dai giudei, erano chiamati «cani». E qui arriva la risposta geniale della madre: è vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni. È la svolta del racconto. Questa immagine illumina Gesù. Nel regno di Dio, non ci sono figli e no, uomini e cani. Ma solo fame e figli da saziare, anche quelli che pregano un altro dio.

Donna, grande è la tua fede! Lei che non va al tempio, che prega un altro dio, per Gesù è donna di grande fede. La sua grande fede sta nel credere che nel cuore di Dio non ci sono figli e cani, che Lui prova dolore per il dolore di ogni bambino, che la sofferenza di un figlio conta più della sua religione. Non ha la fede dei teologi, ma quella delle madri che soffrono. Conosce Dio dal di dentro, lo sente all'unisono con il suo cuore di madre, lo sente pulsare nel profondo delle sue piaghe. E sa che Dio è felice quando vede una madre, qualsiasi madre, abbracciata felice alla carne della sua carne, finalmente guarita.

Avvenga per te come desideri. Gesù ribalta la domanda della madre, gliela restituisce: Sei tu e il tuo desiderio che comandate. La tua fede è come un grembo che partorisce il miracolo: avvenga come tu desideri. Matura, in questo racconto, un sogno di mondo da far nostro: la terra come un'unica grande casa, una tavola ricca di pane, e intorno tanti figli. Una casa dove nessuno è disprezzato, nessuno ha più fame. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 01, 2014 3:40 pm

  • ImmagineL'uomo si salva facendo le cose di Dio
Cosa dice la gente? E voi che cosa dite? Gesù usa il metodo delle domande per far crescere i suoi amici. Le domande di Gesù nel Vangelo hanno davvero una funzione importantissima, non sono interrogazioni di catechismo, ma scintille che accendono qualcosa, mettono in moto trasformazioni e crescite. «Nella vita, più che le risposte, contano le domande, perché le risposte ci appagano e ci fanno stare fermi, le domande invece, ci obbligano a guardare avanti e ci fanno camminare» (Pier Luigi Ricci). Ma voi che cosa dite? Non c'è una risposta già scritta da qualche parte, con un contenuto da apprendere e da ripetere. Le sue domande assomigliano semmai di più alle domande che si fanno gli innamorati: chi sono io per te? E l'altro risponde: Sei la mia donna, il mio uomo, il mio amore, la mia vita. Voi, miei amici, che io ho scelto uno per uno, chi sono per voi? Ciò che Gesù vuole sapere dai discepoli di sempre è se sono innamorati, se gli hanno aperto il cuore. Cristo è vivo solo se è vivo dentro di noi. Il nostro cuore può essere culla o tomba di Dio. Pietro risponde: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

- Il Cristo... non un nome proprio, ma un attributo che indica l'origine e il compito di Gesù e rimanda subito oltre lui: sei la mano di Dio nella storia.
- Il Figlio di Dio... tu sei entrato in Dio pienamente e Dio è entrato in te totalmente. E ora tu fai le cose che solo Dio fa, nelle tue dita è lui che accarezza il mondo.
- Del Dio vivente... Colui che fa viva la vita, il miracolo che la fa fiorire. Il Vivente è grembo gravido di vita, fontana da cui la vita sgorga inesauribile e illimitata.

Beato te, Simone... tu sei roccia, a te darò le chiavi del regno; ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.... Non solo Pietro, ma chiunque professi la sua fede ottiene questo potere. Il potere di perdonare i peccati non è il potere giuridico dell'assoluzione (non è nello stile di Gesù sostituire vecchi codici con nuovi regolamenti). È invece il potere di diventare una presenza trasfigurante anche nelle esperienze più squallide e impure e alterate dell'uomo. Compiendo il cammino dalla nostra povertà originaria verso una divina pienezza, per essere immagine e somiglianza di Dio, «figli di Dio». Interiorizzare Dio e fare le cose di Dio: questa è la salvezza. Gesù dice a ogni discepolo: terra e cielo si abbracciano in te, nessuna tua azione resta senza eco nel cielo, il tuo istante si apre sull'eterno, l'eterno si insinua nell'istante. Tutti possiamo essere roccia che trasmette solidità, forza e coraggio a chi ha paura. Tutti siamo chiave che apre le porte belle di Dio, che può socchiudere le porte della vita in pienezza. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 01, 2014 3:41 pm

  • ImmaginePrendere la croce per trovare la vita
Termina il vagabondaggio libero e felice sulle strade di Palestina, lungo le sponde del lago, e all'orizzonte si staglia Gerusalemme. Per la prima volta si profila la follia della croce. Dio sceglie di non assomigliare ai potenti, ma ai torturati e uccisi del mondo. Potere vero per lui è amare, è la supremazia della tenerezza e i poteri del mondo saranno impotenti contro di essa: il terzo giorno risorgerò. È una cosa tanto inedita e sconvolgente che Pietro la rifiuta: nella logica umana scegliere di stare dalla parte delle vittime, dei deboli, significa esautorarsi di ogni potere. Gesù allora lo invita a entrare in questa rivoluzione, ad aprirsi al nuovo che irrompe per la prima volta nella storia: «Pietro, torna a metterti dietro di me, riprendi ad essere discepolo».

Non é solo Pietro a seguire questa logica, ma tutti i discepoli. E allora Gesù allarga a tutti lo stesso invito: Se qualcuno vuole venire dietro a me... e detta le condizioni. Condizioni da vertigine. La prima: rinneghi se stesso. Parole pericolose se capite male. Rinnegare se stessi non vuol dire mortificarsi, buttare via i talenti. Gesù non vuole dei frustrati al suo seguito, ma gente dalla vita realizzata. Rinnega te stesso vuol dire: non sei tu il centro dell'universo; impara a sconfinare oltre te. Non una mortificazione, ma una liberazione. Seconda condizione: Prenda la sua croce e mi segua. Una delle frasi più celebri, più citate e più fraintese del vangelo, che abbiamo interpretato come esortazione alla rassegnazione: soffri con pazienza, accetta, sopporta le inevitabili croci della vita. Ma Gesù non dice «sopporta», dice «prendi». Non è Dio che manda la croce. È il discepolo che la prende, attivamente.

La croce nel Vangelo indica la follia di Dio, la sua lucida follia d'amore, amore fino a morirne. Sostituiamo croce con amore, ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé il giogo dell'amore, tutto l'amore di cui è capace e mi segua. Quindi la parola centrale del brano: Chi perderà la propria vita così, la troverà. Ci hanno insegnato a mettere l'accento sul perdere la vita. Ma se l'ascolti bene, senti che l'accento non è posto sul perdere, ma sul trovare. Seguimi, cioè vivi una esistenza che assomigli alla mia, e troverai la vita, realizzerai pienamente la tua esistenza. L'esito finale è «trovare vita», Quella cosa che tutti gli uomini cercano, in tutti gli angoli della terra, in tutti i giorni che è dato loro di vivere: realizzare pienamente se stessi. E Gesù ne possiede la chiave. Perdere per trovare. È la legge della fisica dell'amore: se dai ti arricchisci, se trattieni ti impoverisci. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 01, 2014 3:42 pm

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 05, 2014 10:24 am

  • ImmagineL'insegnamento di Gesù, investire in fraternità
Solo verbi di dialogo e di incontro, oggi. Se il tuo fratello sbaglia, va' e ammoniscilo: tu fa il primo passo, non chiuderti nel silenzio ostile, non fare l'offeso, ma tu riallaccia la relazione. Ma che cosa mi autorizza a intervenire nella vita dell'altro? La pretesa della verità? No, solo la parola fratello. Ciò che ci abilita al dialogo è la fraternità che tentiamo di vivere, non la verità che crediamo di possedere. Il dialogo politico è quello in cui si misurano le forze, ma il dialogo evangelico è quello in cui si misurano le sincerità. Non nell'isolamento del privato, allora, non nell'illusione dei grandi numeri, tutto inizia dalla più piccola comunità: io-tu. Lontano dalle istituzioni, nel cuore della vita, tutto inizia da io-tu.

Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello. Verbo stupendo: guadagnare un fratello. Il fratello è un guadagno, un tesoro per te e per il mondo. Investire in fraternità è l'unica politica economica che produce vera crescita. Tutto quello che legherete o che scioglierete sulla terra, lo sarà anche in cielo. Legare e sciogliere. Questo potere non è conferito alla gerarchia, ma è per tutti i credenti: è il potere di creare comunione o separazione. «Il potere di perdonare il male non è il potere giuridico dell'assoluzione, è il potere di diventare una presenza trasfigurante anche nelle esperienze più squallide, più impure, più alterate dell'uomo» (Don Michele Do). Diventare presenza trasfigurante, fare cose che Dio solo sa fare: perdonare i nemici, trasfigurare il dolore, immedesimarsi nel prossimo, queste sono cose divine, che possono trasformare, trasfigurare le relazioni...

Ciò che avrete legato, riunito attorno a voi, le persone, gli affetti, le speranze, non andrà perduto; e ciò che avrete sciolto, liberato attorno a voi, energie, vita, audacia, sorrisi, lo ritroverete liberato per sempre, nella storia della terra e in quella del cielo, unica storia. «Ciò che scioglierete»: come lui che ha sciolto Lazzaro dalle bende della morte; «ciò che legherete»: come lui che ha legato a sé uomini e donne capaci di fare le cose che Dio fa. Ciò che scioglierete avrà libertà per sempre, ciò che legherete avrà comunione per sempre.

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro. Non solo nella preghiera, ma anche nell'uomo e nella donna che si amano, nella complicità festosa di due amici, in chi lotta per la giustizia, in una madre abbracciata al suo bimbo, Dio è lì. Ma a cosa serve la presenza di Cristo? Che cosa genera? Cristo è anima e vita di tutto ciò che esiste, presenza trasformante dell'io e del tu che diventano noi, è la forza di amare che ti convoglia nello stellato fiume (M. Luzi). Quella forza che convoglia Dio nell'umano torrente. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 08, 2014 8:11 am

Immagine lunedì 8 settembre 2014, giorno di festa e gioia in onore

      • della Natività della Beata Vergine Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra...
[/b][/size]
  • O graziosa Bambina, nella felice tua nascita
    hai rallegrato il Cielo, consolato il mondo, atterrito l’inferno;
    hai recato sollievo ai caduti, conforto ai mesti,
    salute ai malati, la gioia a tutti.

    Ti supplichiamo: rinasci spiritualmente in noi,
    rinnova il nostro spirito a servirti,
    riaccendi il nostro cuore ad amarti,
    fai fiorire in noi quelle virtù con le quali possiamo sempre più piacerti.

    Così potremo ricevere lo Spirito Santo che scende su di noi
    e divenire in questo modo testimoni di Cristo
    fino agli estremi confini della terra,
    come coloro che uscirono dal Cenacolo di Gerusalemme nel giorno di Pentecoste.

    O grande piccina Maria, sii per noi Madre,
    conforto negli affanni, speranza nei pericoli,
    difesa nelle tentazioni, salvezza nella morte. Amen
...con tutto il mio piccolo ♥
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Riflessi di lago, specchio di un'anima ... 2014

Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 12, 2014 1:34 pm

Immagine venerdì 12 settembre 2014,

giorno di festa e gioia in onore del Nome dolcissimo della Beata Vergine Maria,

Madre dolcissima di Dio e Madre nostra...

  • O potente Madre di Dio e Madre mia Maria, è vero che non sono degno neppure di nominarti, ma Tu mi ami e desideri la mia salvezza. Concedimi, benchè la mia lingua sia impura, di poter sempre chiamare in mia difesa il tuo santissimo e potentissimo Nome, perchè il tuo Nome è l'aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore.

    Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia che il tuo Nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita. Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo, poichè in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria. Così voglio fare durante la mia vita e spero particolarmente nell'ora della morte, per venire a lodare eternamente in Cielo il tuo amato nome: "O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria".

    Maria, amabilissima Maria, che conforto, che dolcezza, che fiducia, che tenerezza sente l' anima mia anche solo nel pronunciare il tuo nome, o soltanto pensando a Te! Ringrazio il mio Dio e Signore che Ti ha dato per mio bene questo nome così amabile e potente.

    O Signora, non mi basta nominarti qualche volta, voglio invocarti più spesso per amore; voglio che l'amore mi ricordi di chiamarti ad ogni ora, in modo tale da poter esclamare anch' io insieme a Sant' Anselmo: "O Nome della Madre di Dio, Tu sei l' amore mio!".

    Mia cara Maria, mio amato Gesù, i vostri dolcissimi Nomi vivano sempre nel mio ed in tutti i cuori. La mia mente si dimentichi di tutti gli altri, per ricordarsi solo e per sempre di invocare i vostri Nomi adorati.

    Mio Redentore Gesù e Madre mia Maria, quando sarà giunto il momento della mia morte, in cui l'anima dovrà lasciare il corpo, concedetemi allora, per i vostri meriti, la grazia di pronunciare le ultime parole dicendo e ripetendo: "Gesù e Maria vi amo, Gesù e Maria vi dono il cuore e l'anima mia".

    • Sant'Alfonso M. de' Liguori
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 12, 2014 1:34 pm

  • ImmagineLa scuola della croce: amare non è emozione ma dare
Festa dell'Esaltazione della Croce, in cui il cristiano tiene insieme le due facce dell'unica evento: la Croce e la Pasqua, la croce del Risorto con tutte le sue piaghe, la risurrezione del Crocifisso con tutta la sua luce. Parafrasando Kant: «La croce senza la risurrezione è cieca; la risurrezione senza la croce è vuota». Dio ha tanto amato. È questo il cuore ardente del cristianesimo, la sintesi della fede: «Dove sta la tua sintesi lì sta anche il tuo cuore» (Evangelii Gaudium 143). «Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama» (L. Xardel). La salvezza è che Lui mi ama, non che io amo Lui. L'unica vera eresia cristiana è l'indifferenza, perfetto contrario dell'amore. Ciò che sventa anche le trame più forti della storia di Dio è solo l'indifferenza. Invece «amare tanto» è cosa da Dio, e da veri figli di Dio. E penso che ogni volta che una creatura ama tanto, in quel momento sta facendo una cosa divina, in quel momento è generata figlia di Dio, incarnazione del suo progetto.

Ha tanto amato il mondo: parole da ripetere all'infinito, monotonia divina da incidere sulla carne del cuore, da custodire come leit-motiv, ritornello che contiene l'essenziale, ogni volta che un dubbio torna a stendere il suo velo sul cuore. Ha tanto amato il mondo da dare: amare non è una emozione, comporta un dare, generosamente, illogicamente, dissennatamente dare. "E Dio non può dare nulla di meno di se stesso" (Meister Eckart). Dio non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Mondo salvato, non condannato. Ogni volta che temiamo condanne, per noi stessi per le ombre che ci portiamo dietro, siamo pagani, non abbiamo capito niente della croce. Ogni volta invece che siamo noi a lanciare condanne, ritorniamo pagani, scivoliamo fuori, via dalla storia di Dio.

Mondo salvato, con tutto ciò che è vivo in esso. Salvare vuol dire conservare, e niente andrà perduto: nessun gesto d'amore, nessun coraggio, nessuna forte perseveranza, nessun volto. Neppure il più piccolo filo d'erba. Perché è tutta la creazione che domanda, che geme nelle doglie della salvezza. Perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Credere a questo Dio, entrare in questa dinamica, lasciare che lui entri in noi, entrare nello spazio divino «dell'amare tanto», dare fiducia, fidarsi dell'amore come forma di Dio e forma del vivere, vuol dire avere la vita eterna, fare le cose che Dio fa, cose che meritano di non morire, che appartengono alle fibre più intime di Dio. Chi fa questo ha già ora, al presente, la vita eterna, una vita piena, realizza pienamente la sua esistenza. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 15, 2014 8:11 am

Immagine

domenica 14 settembre 2014, giorno di Esaltazione della Santa Croce...
  • O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce:
    anch'io l'ho costruita con i miei peccati!

    La tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere,
    è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente.
    Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l'abbraccio del Padre.
    Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi!

    Dentro di me ci sono le tenebre:
    vieni con la tua limpida luce.

    Dentro di me c'è tanto egoismo:
    vieni con la tua sconfinata carità.

    Dentro di me c'è rancore e malignità:
    vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.

    Signore, il peccatore da salvare sono io:
    il figlio prodigo che deve ritornare, sono io!
    Signore, concedimi il dono delle lacrime
    per ritrovare la libertà e la vita, la pace con Te e la gioia in Te. Amen

    • monsignor Angelo Comastri
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 15, 2014 8:11 am

Immagine

lunedì 15 settembre 2014, giorno giorno di preghiera e contemplazione

in onore della Beata Vergine Maria Addolorata,

Madre dolcissima di Dio e Madre nostra......

  • Lasciami vivere accanto a te, Madre mia,
    per tenere compagnia alla tua solitudine e al tuo profondo dolore!
    Lasciami risentire nella mia anima
    il pianto doloroso dei tuoi occhi e l'abbandono del tuo cuore!

    Non voglio sul cammino della mia vita gustare la letizia di Betlemme, adorando il Bambino Gesù, nelle tue braccia verginali.
    Non voglio godere nella tua umile casa di Nazareth della cara presenza di Gesù Cristo.
    Né voglio unirmi al coro degli angeli nella tua gloriosa Assunzione!
    Voglio nella mia vita gli scherni e le beffe del Calvario;
    voglio la lenta agonia del Figlio tuo, il disprezzo, l'ignominia, l'infamia della Croce.

    Voglio, o Vergine Addolorata, stare vicino a te, in piedi,
    per fortificare il mio spirito con le tue lacrime,
    consumare il mio sacrificio col tuo martirio,
    sostenere il mio cuore con la tua solitudine,
    amare il mio e tuo Dio
    con l'immolazione di tutto il mio essere. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 19, 2014 9:19 am

  • ImmagineLa giustizia di Dio è dare a ciascuno il meglio
Per tre domeniche di seguito Gesù ci racconta parabole di vigne. È una delle immagini che ama di più, al punto che arriva a definire se stesso come vite e noi come tralci, per dire che il progetto di Dio per il mondo, sua vigna, è una vendemmia profumata, un vino di festa, una promessa di felicità. Il proprietario terriero esce di casa all'alba, si reca sulla piazza del paese e assolda operai per la sua vigna: c'è un lavoro da compiere, molto lavoro, al punto che esce ancora per altre quattro volte e ogni volta assume nuovi operai. A questo punto però qualcosa non torna: che senso ha assumere lavoratori quando manca un'ora soltanto al tramonto? Il tempo di arrivare alla vigna, di prendere gli ordini dal fattore, e sarà subito sera. Di quale utilità saranno, a quanto potrà ammontare la giusta paga? Allora nasce il sospetto che il padrone non assuma operai per le necessità della sua azienda, ma per un altro motivo. Nessuno ha pensato a questi ultimi, allora ci penserà lui, non per il suo ma per il loro interesse, preoccupandosi non dei suoi affari, ma del loro bisogno: non lavorare significa infatti non mangiare.

Questo padrone spiazza di nuovo tutti al momento della paga: gli ultimi sono pagati per primi, e ricevono per un'ora sola di lavoro la paga di un giorno intero. Non è una paga, ma un regalo. Mi commuove il Dio presentato da Gesù, un Dio che con quel denaro, che giunge insperato e benedetto a quattro quinti dei lavoratori, intende alimentare le loro vite e le loro famiglie. È il Dio della bontà senza perché, vertigine nei normali pensieri, che trasgredisce tutte le regole dell'economia, che sa ancora saziarci di sorprese. Nessun padrone farebbe così. Ma Dio non è un padrone, neanche il migliore dei padroni. Dio non è il contabile del cosmo. Un Dio ragioniere non converte nessuno. Quel denaro regalato ha lo scopo di assicurare il pane per oggi e la speranza per domani a tutte le case.

Gli operai della prima ora quando ricevono il denaro pattuito, sono delusi: non è giusto, dicono, noi meritiamo di più degli altri. Ma il padrone: Amico, non ti faccio torto. Il padrone non è stato ingiusto, ma generoso. Non toglie nulla ai primi, aggiunge agli altri. E lancia tutti in un'avventura sconosciuta: quella della bontà. Che non è giusta, è oltre, è molto di più. La giustizia umana è dare a ciascuno il suo, quella di Dio è dare a ciascuno il meglio. L'uomo ragiona per equivalenza, Dio per eccedenza (Card. Martini). Il perché di questa eccedenza, che mi riempie di speranza, sta in evidenti ragioni d'amore, che non cerca mai il proprio interesse (1Cor 13, 5), e che mi sorprenderà, alla sera della mia vita, come un dolcissimo regalo. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar set 23, 2014 3:11 pm

ImmagineNovena all’Angelo Custode: martedì 23 settembre 2014, primo giorno

Angelo, mio custode, fedele esecutore dei consigli di Dio
che, fin dai primi momenti della mia vita, vegli sulla mia anima e sul mio corpo,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro degli Angeli,
destinati a custodi degli uomini dalla divina bontà.
Ti prego di preservarmi da ogni caduta nel presente pellegrinaggio,
affinchè l'anima mia si conservi sempre
nella purezza ricevuta per mezzo del santo Battesimo.
  • Angelo di Dio
    che sei il mio Custode:
    illumina, custodisci,
    reggi e governa me,
    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar set 23, 2014 3:11 pm

ImmagineNovena all’Angelo Custode: mercoledì 24 settembre 2014, secondo giorno

Angelo, mio Custode, affezionato compagno e unico amico
che sempre ed ovunque mi accompagni,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro degli Arcangeli
eletti da Dio ad annunziare cose grandi e misteriose.
Ti prego di illuminare la mia mente per farmi conoscere la Divina Volontà
e di muovere il mio cuore per farmi vivere sempre conformemente alla Fede che professo
così da ricevere il premio promesso ai veri credenti.
  • Angelo di Dio
    che sei il mio Custode:
    illumina, custodisci,
    reggi e governa me,
    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio set 25, 2014 2:59 pm

ImmagineNovena all’Angelo Custode: giovedì 25 settembre 2014, terzo giorno

Angelo, mio custode, sapiente maestro che non cessi mai d'insegnare la vera scienza dei Santi,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro dei Principati,
destinati a presiedere agli spiriti minori.
Ti prego di vigilare sui miei pensieri, sulle mie parole e sulle mie opere
perché, conformandomi in tutto ai tuoi salutari insegnamenti,
non perda mai di vista il santo timor di Dio, principio unico ed infallibile della vera sapienza.
  • Angelo di Dio
    che sei il mio Custode:
    illumina, custodisci,
    reggi e governa me,
    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio set 25, 2014 2:59 pm

ImmagineNovena all’Angelo Custode: venerdì 26 settembre 2014, quarto giorno

Angelo, mio custode, amorevole guida che con miti rimproveri e con continue ammonizioni
mi inviti a riscattarmi dalla colpa, ogni qualvolta per mia disgrazia vi sono caduto,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme al Coro delle Potestà destinate a frenare il demonio.
Ti prego di svegliare l'anima mia
dal letargo della tiepidezza in cui vive tuttora
per resistere e trionfare su tutti quanti i nemici.
  • Angelo di Dio
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 26, 2014 9:12 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: sabato 27 settembre 2014, quinto giorno

Angelo, mio custode, potente difensore che facendomi assiduamente scorgere
le insidie del demonio negli inganni del mondo e nelle lusinghe della carne, me ne faciliti la vittoria ed il trionfo,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro delle Virtù,
destinate da Dio ad operare miracoli e a spingere gli uomini sulla strada della santità.
Ti prego di soccorrermi in tutti i pericoli e di difendermi in tutti gli assalti,
affinché possa camminare sicuro nella pratica di tutte le virtù
specialmente dell'umiltà, della purezza, dell'obbedienza e della carità,
le più care a te e le più indispensabili alla salvezza.
  • Angelo di Dio
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    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 26, 2014 9:12 am

  • ImmagineL'importanza di avere un cuore unificato
Nei due figli, che dicono e subito si contraddicono, vedo rappresentato il nostro cuore diviso, le contraddizioni di cui Paolo si lamenta: non mi capisco, faccio il male che non vorrei, e il bene che vorrei non riesco a farlo (Rm 7, 15.19), che Goethe riconosce: "ho in me, ah, due anime". A partire da qui, la parabola suggerisce la sua strada per la vita buona: il viaggio verso il cuore unificato. Invocato dal Salmo 86,11: Signore, tieni unito il mio cuore; indicato dalla Sapienza 1,1 come primo passo sulla via della saggezza: cercate il Signore con cuore semplice, un cuore non doppio, che non ha secondi fini. Dono da chiedere sempre: Signore, unifica il mio cuore; che io non abbia in me due cuori, in lotta tra loro, due desideri in guerra. Se agisci così, assicura Ezechiele nella prima lettura, fai vivere te stesso, sei tu il primo che ne riceve vantaggio. Con ogni cura vigila il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita (Prov 4,23).

Il primo figlio si pentì e andò a lavorare. Di che cosa si pente? Di aver detto di no al padre? Letteralmente Matteo dice: si convertì, trasformò il suo modo di vedere le cose. Vede in modo nuovo la vigna, il padre, l'obbedienza. Non è più la vigna di suo padre, è la nostra vigna. Il padre non è più il padrone cui sottomettersi o al quale sfuggire, ma il Coltivatore che lo chiama a collaborare per una vendemmia abbondante, per un vino di festa per tutta la casa. Adesso il suo cuore è unificato: per imposizione nessuno potrà mai lavorare bene o amare bene. Al centro, la domanda di Gesù: chi ha compiuto la volontà del padre? In che cosa consiste la sua volontà? Avere figli rispettosi e obbedienti? No, il suo sogno di padre è una casa abitata non da servi ossequienti, ma da figli liberi e adulti, alleati con lui per la maturazione del mondo, per la fecondità della terra.

La morale evangelica non è quella dell'obbedienza, ma quella della fecondità, dei frutti buoni, dei grappoli gonfi: volontà del Padre è che voi portiate molto frutto e il vostro frutto rimanga... A conclusione: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti. Dura frase, rivolta a noi, che a parole diciamo "sì", che ci vantiamo credenti, ma siamo sterili di opere buone, cristiani di facciata e non di sostanza. Ma anche consolante, perché in Dio non c'è condanna, ma la promessa di una vita buona, per gli uni e per gli altri. Dio ha fiducia sempre, in ogni uomo, nelle prostitute e anche in noi, nonostante i nostri errori e ritardi nel dire sì. Dio crede in noi, sempre. Allora posso anch'io cominciare la mia conversione verso un Dio che non è dovere, ma amore e libertà. Con lui coltiveremo grappoli di miele e di sole per la vita del mondo. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 26, 2014 9:13 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: domenica 28 settembre 2014, sesto giorno

Angelo, mio custode, consigliere ineffabile che nei modi più vivi mi fai sempre conoscere
la volontà di Dio e i mezzi più opportuni per realizzarla,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro delle Dominazioni
elette da Dio a comunicare i suoi decreti e a darci la forza di dominare le nostre passioni.
Ti prego di liberare la mia mente da tutti i dubbi importuni e da tutte le pericolose perplessità,
affinché, libero da ogni timore, assecondi sempre i tuoi consigli,
che sono consigli di pace, di giustizia e di sanità.
  • Angelo di Dio
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 29, 2014 8:14 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: lubedì 29 settembre 2014, settimo giorno

Angelo, mio custode, zelante avvocato che con incessanti preghiere rivolte al cielo,
intercedi per la mia eterna salvezza e allontani dal mio capo i meritati castighi,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro dei Troni eletti
a sostenere il soglio dell'Altissimo e a stabilire gli uomini nel bene.
Ti prego, nella tua carità, di concedermi il dono inestimabile della finale perseveranza,
affinché nella morte trapassi felicemente dalle miserie dell'esilio terreno alla gioia eterna della Patria Celeste.
  • Angelo di Dio
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 29, 2014 8:15 am

Immagine

lunedì 29 settembre 2014, giorno di festa e gioia in onore dei Santi Arcangeli

Michele, Gabriele e Raffaele...

  • Glorioso Arcangelo Michele, principe delle milizie celesti,
    difendici contro tutti i nostri nemici visibili e invisibili
    e non permettere mai che cadiamo sotto la loro crudele tirannia.

    San Gabriele Arcangelo, tu che giustamente sei chiamato la forza di Dio poiché sei stato scelto per annunciare a Maria
    il mistero in cui l'Onnipotente doveva manifestare meravigliosamente la forza del suo braccio,
    facci conoscere i tesori racchiusi nella persona del Figlio di Dio e sii nostro messaggero presso la sua santa Madre.

    San Raffaele Arcangelo, guida caritatevole dei viaggiatori, tu che, con la potenza divina, operi miracolose guarigioni,
    degnati di guidarci nel corso dei nostro pellegrinaggio terreno
    e suggeriscici i veri rimedi che possono guarire le nostre anime e i nostri corpi.
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 29, 2014 8:15 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: martedì 30 settembre 2014, ottavo giorno

Angelo, mio custode, consolatore benigno che con soavi ispirazioni mi conforti in tutti i travagli della vita presente e in tutti i timori della futura,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Cherubini che, pieni della scienza di Dio, sono eletti ad illuminare la nostra ignoranza. Ti prego di assistermi, con particolare sollecitudine e di consolarmi sia nelle difficoltà presenti sia nei tormenti futuri; affinché rapito dalla tua dolcezza, riflesso di quella divina, distolga il cuore dalle fallaci lusinghe terrene per riposare nella speranza della futura felicità.
  • Angelo di Dio
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer ott 01, 2014 8:16 am

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer ott 01, 2014 8:16 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: mercoledì 1 ottobre 2014, nono giorno

Angelo, mio custode, infaticabile collaboratore della mia salvezza eterna
che mi elargisci in ogni momento innumerevoli benefici,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro dei Serafini che,
accesi della divina carità, sono eletti ad infiammare i nostri cuori.
Ti prego di accendere nell'anima mia una scintilla di quello stesso angelico amore affinché,
distrutto in me tutto quello che é del mondo e secondo la carne,
possa, senza ostacolo, contemplare le cose celesti.
Dopo aver corrisposto, sempre fedelmente la tua amorevole premura su questa terra,
possa lodarti, ringraziarti e amarti nel Regno dei Cieli. Amen
  • Angelo di Dio
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