Il mio invisibile amico

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cdevo
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Il mio invisibile amico

Messaggio da cdevo » mar dic 01, 2009 6:40 pm

Clara era una giovane signora, nota in tutto il villaggio per la sua carità.
Nella sua casa, i piu’ bisognosi trovavano sempre qualcosa da mangiare ei loro vestiti erano lavati e stirati con cura.
Inoltre, la buona donna cercava di insegnare loro qualche mestiere per aiutarli a uscire dalla miseria.
Suo figlio Marco non aveva ancora compiuto quattro anni.
Clara lo educava con tenerezza e premura incomparabili.
Gli aveva insegnato molto presto a raccomandarsi sempre all’Angelo Custode prima di uscire di casa e il bambino, devoto e obbediente, prese per abitudine di farlo persino quando usciva in giardino a giocare col gatto.
Gli piaceva ripetere a memoria, con le mani poste sul petto, la preghiera che la mamma gli aveva insegnato.
In una soleggiata mattina d’inverno, Clara si assentò da casa per assistere un’inferma.
Marco andò a giocare all’aria aperta col gattino e, prima di farlo, si raccomandò al suo amico celeste.
Mentre era immerso nei suoi giochi, una donna bionda, dalla fisionomia sorridente, lo chiamò dall’altro lato del muro.
Approfittando della buona accoglienza, l’inattesa visitatrice cominciò subito a parlare.
Elogiò la bellezza delle piante del giardino, le rifiniture dei muri e delle finestre e, indovinando il punto debole di Marco, lodò la padrona di casa, affermando che doveva essere, certamente una signora molto affettuosa e diligente.
Conquistato il bambino, la donna gli chiese di aprire il portone, ormai nel giardino, la donna si sforzò di rendere la conversazione più attraente.
Indagò sul nome della madre chiedendo a Marco se ne sentiva la nostalgia.
-si!- rispose, la mamma esce molto poco da casa senza di me….quando lo fa, mi sento tanto solo!
Facendo finta di essere rimasta impressionata dalle parole del bambino, la sconosciuta lo guardò con finto affetto e si offrì a portarlo dalla madre.
Marco fece un salto di gioia, stese la mano e la seguì.
Elena aiutante di Clara, che si trovava in cucina a preparare il pranzo, non riuscì nemmeno a vedere quella scena.
Era ancora in pieno lavoro domestico quando Clara tornò e chiamò il bambino.
Clara insistette , ma nessuno rispondeva.
La cuoca, percependo che qualcosa di strano fosse successo, ebbe un presentimento e rimase di ghiaccio.
Giorni dopo, in una città non molto distante da quel villaggio, apparve un bambino sporco, mal vestito, stanco e affamato.
Si sedette nella piazza della chiesa, sotto un grande albero e lì rimase piangendo.
Era di mattina presto e non c’era nessuno per strada, ma i suoi singhiozzi non passarono inosservati a fra Leonardo, che aveva appena finito di celebrare la Santa Messa.
Il frate uscì dalla chiesa per vedere cosa stesse accadendo.
Imbattendosi in un bambino così piccolo, dai grandi occhi neri, gonfi dal pianto, si impietosì e lo portò alla casa parrocchiale.
Lì, una signora gli fece il bagno, gli diede da mangiare e lo lasciò dormire fino a recuperare le forze.
Quando, dopo alcune ore, il bambino si svegliò, fra Leonardo gli chiese il nome, di dov’era, come si chiamava.
Il poveretto, però, ancora traumatizzato sapeva rispondere poco.
Ricordava soltanto di chiamarsi Marco, parlava del suo gattino, del bel giardino dove giocava e, della sua affettuosa mamma.
Raccontò che una donna cattiva lo aveva strappato dalla sua casa, chiudendolo in una sporca spelonca, dalla quale soltanto usciva per chiedere la carità.
La donna lo aveva picchiato con tanta forza, che aveva deciso di fuggire.
Le finestre erano molto strette e avevano inferriate.
Le porte ben serrate, ma recitò ancora una volta la preghiera che sua madre gli aveva insegnato.
Scoprì , così che la catena di una porta laterale non era stata chiusa..
Ascoltando quella preghiera, il frate si commosse e chiese al bambino di ripeterla.
Non era quella preghiera che recitavano i bambini di un villaggio vicino nel quale aveva predicato alcuni mesi prima……
Il giorno seguente, la notizia giunse all’abitato di Clara.
Un bambino di nome Marco era stato trovato in una città non molto distante da lì.
Era sporco e mal vestito, ma non ferito, parlava soltanto di un gattino e aveva nostalgia della mamma.
Clara non ebbe dubbi, era il figlioletto, doveva andare subito da lui.
L’abbraccio tra Clara e Marco fu più che lungo,quasi interminabile.
Non smettevano di staccare gli occhi l’uno dall’altra ed erano felici.
Clara ringraziò fra Leonardo per essersi occupato con tanta cura del bambino.
Giunta l’ora della partenza, il buon frate li trattenne un istante.
Li portò in chiesa, si inginocchiò con loro davanti al Santissimo Sacramento e fece loro promettere di non smettere mai di essere devoti a quell’amico invisibile che aveva salvato Marco da quella sventura:l’Angelo Custode!

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