La banda degli specchi rotti.

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RobyMAD
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La banda degli specchi rotti.

Messaggio da RobyMAD » dom ott 02, 2005 10:36 pm

Capii d’aver toccato il fondo quando tirai un pugno allo specchio del bagno. Mi ferii la mano. Piccole gocce di sangue cadevano sul pavimento e io immobile continuavo a fissare la mia immagine riflessa. Disprezzavo i miei occhi, il mio naso, la mia stupida bocca. Maledii ogni parte di me stesso, anche quelle coperte dal rosso.
A nessuno importava cosa stessi facendo in quel momento, nessuno aveva mai voluto capirmi, dunque nessuno mi avrebbe rimpianto se sarei saltato giù dal balcone del quinto piano. Se mi fossi suicidato in un luogo sperduto, nessuno mi sarebbe mai venuto a cercare.
Forse sarei stato apprezzato dai vermi mentre mi dilaniavano: troppo poco per la mia ambizione!
Decisi che avrei sfidato ogni stupida regola che conoscevo, che avrei fatto vedere a tutti quanto fosse stupido il loro modo di pensare. Sarei diventato la persona più ricca, più famosa, più richiesta e più fantastica del mondo e l’avrei fatto superando il limite della ragione.
Mi lasciai andare alle più sfrenate fantasie e tentai di vivere come se tutto fosse un sogno.
È triste giocare da solo: la prima cosa che feci fu trovare degni compagni.

Mi ricordai il caso di due gemelle, Chicca e Paola, diventate famose per le loro grottesche avventure.
Le due splendide persone in questione, definite dai giornali «un’emozione vivente» e apparse in numerose trasmissioni d’attualità, erano l’una prigioniera delle emozioni dell’altra. É popolare che quando una gemella prende l’influenza, l’altra cadrà malata poco dopo, ma provate a enfatizzare il concetto.
Erano le 16:00. Chicca era seduta in biblioteca impegnata a studiare, mentre Paola era nella sala d’attesa di uno studio dentistico.
Un affascinante ragazzo, anche lui in attesa per un intervento odontoiatrico, notò Paola e con una scusa qualunque le si avvicinò. Lei ebbe un colpo di fulmine: il ragazzo era così elegante, aveva una voce stupenda… ed era intelligente, maledettamente.
Paola capì che la conversazione stava diventando troppo intima, allora con una scusa si alzò e andò a buttare la prima cartaccia trovata in tasca nel cestino del corridoio, ma lui la seguì.
Il ragazzo la corteggiò per tutto il pomeriggio e la convinse ad accompagnarlo a un aperitivo.
Paola alle 19:02 lo baciò.

Erano le 16:00. Mentre Paola incontrava il ragazzo della sua vita, Chicca era in biblioteca e provò un ardente desiderio per Elena, l’amica del cuore, che si trovava accanto a lei.
Elena era affascinante, sexy, irresistibile.
Chicca desiderò baciarla. Si spaventò e uscì dalla stanza. Sapeva che le emozioni erano causate da qualcosa che stava vivendo Paola, che lei era eterosessuale, ma l’infatuazione per l’amica era reale. Se l’avesse vista di nuovo, le sarebbe saltata addosso.
Si chiuse in bagno e aspettò che l’emozione passasse.
Trascorsero una ventina di minuti ed Elena andò a cercarla. Perlustrò le macchinette del corridoio, si guardò bene attorno, ma Chicca era sparita.
Elena chiamò l’amica al cellulare, per scoprire perché l’aveva piantata in asso.
Chicca vide «Elena» apparire sul display. Dentro lei s’accese un fuoco fatuo, che cresceva ad ogni squillo. Rifiutò la chiamata, prima di raggiungere il punto di non ritorno.
Elena andò via inviperita.

Questa è forse l’avventura grottesca più raccontata dalle due gemelle, ma a mio parere una delle più noiose.
Dovreste aver capito che convincere queste due persone rappresentò il primo tassello per la costruzione della squadra più strampalata del mondo: la mia.
A dir la verità c’era anche un interesse personale. Pensai sarebbe stato facilissimo portarmi a letto una delle due: bastava stare solo con Paola, ad esempio, mentre un modello pagato da me corteggiava l’altra gemella.
D’altronde nei sogni uno può essere come vuole, persino un bastardo egoista, giusto?

L’altro componente della squadra doveva essere Arcadia, la brunetta più famosa di Torino.

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fiorearcobaleno
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Messaggio da fiorearcobaleno » ven ott 21, 2005 6:53 pm

ti aggiusti la vita eh?.. ma pensa un poco se mentre sei conla gemella e l'altra invece ha emozioni contrastanti a quelle che vorresti vivere tu?.. e ti ritrovicon una sberla.. o altro.. che strano mondo delle gemelle eh?..

Ciao roby e alla prossima
Daniela
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RobyMAD
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E' proprio il rischio che...

Messaggio da RobyMAD » dom ott 23, 2005 9:25 pm

Il protagonista del racconto non ha calcolato. E la tua frase è giusta. Basta rendere i personaggi credibili, e la storia verrà da sola, con il tempo. Per ora ecco qualcosa sul componente numero 2.

Arcadia era un’appassionata di pubblicità e si era da poco laureata con una splendida tesi dal titolo: «Il patibolo del soggetto.» La discusse durante un pomeriggio autunnale, al cospetto di molte teste stimate nell’ambito propagandistico. Si fece breccia nelle loro teste e riuscì a entrare nella più importante agenzia di Torino. Era felicissima, si sentiva come una piccina a cui venivano offerte caramelle al cioccolato.
Arcadia contribuì alla creazione di molte campagne di successo, ma la sua stella smise di splendere quando Giorgio, il boss dell’agenzia s’innamorò di lei perdutamente.
Il capo dei capi era un vecchio di cinquantasette anni. Era una persona infinitamente brutta e Arcadia si guardò bene dal concedergli una possibilità, così fu vittima di Mobbing e fu costretta a licenziarsi. Per uno strano gioco del destino, Arcadia fu ballonzolata tra un lavoro e l’altro senza riuscire più a raggiungere il livello d’inizio carriera, così un giorno, in preda alla depressione, decise di suicidarsi.
Prima di buttarsi dal «ponte dei suicidi», scrisse una commovente lettera nella quale esplicitò il desiderio che al boss che le aveva stroncato la carriera venisse urlata la frase: «Arcadia non te l’ha data, evviva sfigato. Arcadia non te l’ha data.»
Funzionò. Giorgio sentì la frase quando rispondeva al telefono, la leggeva nelle mail, nei siti internet, sui muri di casa. La moglie gli chiese spiegazioni e dato che il boss inventò scuse poco convincenti lo lasciò.
La vendetta di Arcadia si compii e la cosa che più è importante per me, è che sopravvisse alla caduta dal ponte. La spassosa vicenda raccontata con dovizia dai telegiornali, fu una delle cose del 2002 che m’appassionò di più.
Dopo il tentato suicidio Arcadia divenne la più importante firma di un mensile per donne. Io le scrissi molte volte per convincerla a conoscermi, ma non rispose. Scrissi allora altre lettere con altri nomi, ma nessuna delle mie lettere fu mai pubblicata.
Mi stufai e lasciai perdere, ma mentre escogitavo la squadre dei miei sogni, la memoria mi rimandò subito al suo viso. Sarebbe stata perfetta per le idee che avevo in testa.

Fu difficile convincere Chicca, Paola e Arcadia a lasciare le loro carriere per seguire la mia avventura, ma deve ancora nascere la mente che non riesco a manipolare. Oggettivamente forse alcune mie «astuzie» potrebbero sembrare più riprovevoli del comportamento di Giorgio il boss, per cui scelgo di omettere alcuni particolari che mi farebbero risultare antipatico.

È arrivato il momento dirvi chi sono o meglio, cosa: IO SONO ILLUSIONE.
La gente mi considera intelligente, carino, buono e … mettete al posto dei puntini ogni aggettivo positivo che conoscete. Gli amici mi considerano leale e i famigliari straordinario, ma purtroppo io sono più spietato con me stesso. Per descrivermi in modo semplice ed efficace, direi che sono un «inganno» . La mia qualità più grande è il capire le persone e per questo sono riuscito a ottenere la sufficienza senza il minimo sforzo in moltissime cose.
Proverò a spiegarvi le cose con un esempio: immaginate che qualcuno vi chieda di fare una torta. Se siete dei cuochi farete un lavoro stupendo, se siete incapaci a cucinare o vi iscrivete a un corso di cucina o la comprate fatta, ma io NO! Farei la panna montata, la spolvererei con cacao amaro. La presenterei chiedendo scusa per non aver trovato il lievito ed elogiandomi per la capacità di aver sopperito con la creatività alla situazione difficile. Vi garantisco che novantanove su cento, la cosa funziona.

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sogno..

Messaggio da fiorearcobaleno » lun ott 24, 2005 9:43 pm

Piacere illusione. io sono sogno..e mentre tu manipoli.. io costruisco strade e villaggi..viaggi e mete... sogno è il mio compito, e migliore ancora di più, quando gli esseri umani ce la mettono tutta per realizzare i propri sogni, così escono fuori dalle manipolazioni dell'illusione... insomma tutta ha da esistere per il teatro della vita!

ciaooooooooo
Daniela
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La banda degli specchi rotti, parte 3

Messaggio da RobyMAD » lun dic 26, 2005 9:31 pm

Arrivò il momento di cominciare anche senza un piano preciso. È che ero stufo di stare a casa a fare da soprammobile cattura-polvere e anche se alla carlona, decisi che era il momento di affrontare la prima missione.
Pubblicai un annuncio su un settimanale locale abbastanza letto che faceva:
“Banda degli specchi rotti” offre aiuto per casi bizzarri in cui nessuno vi darebbe credito. Chiamate a tutte le ore il numero 310 4875463. Prezzi modici.

L’idea di puntare sui casi bizzarri mi venne in mente mentre ero sul cesso e leggevo Focus.
Sfogliandolo lessi di molti casi reali ai confini della realtà. Ad esempio lo sapete che nel Regno Unito si è scoperto che le pillole di camomilla diluite nell’acqua creano una pozione magica in grado di far rinvigorire gli alberi di Natale? Oppure che un pappagallo, abbaiando come un cane, a messo in fuga un ladro?
È il caso che mi spieghi meglio, perché a meno che non siate depressi e sognatori come me non troverete il nesso tra queste notizie e ciò che io voglio realmente fare. Quello che voglio è vendicarmi della società con ciò che essa ha prodotto è che rifiuta, cioè me, le mie assistenti, e i casi disperati che si rifiuta di difendere!
Dubitai della mia sanità mentale e di quella degli altri, lo ammetto. Volli uno psicologo! E poi ci stava proprio bene un dottore della mente nella mia squadra.
Ebbi a disposizione tutta la giornata per cercarlo, perché il telefono non squillò. In realtà non era molto logico cercare altri collaboratori mentre la mia attività non decollava, ma io ho sempre odiato la matematica, nonostante la capisca bene, infatti ebbi sempre voti alti.
Sfogliai molti quotidiani on-line, ma nessuno mi colpì particolarmente, così chiamai il primo nome che mi capitò sott’occhio nelle pagine gialle. Gli spiegai la mia idea e mi disse di passare a casa sua domani, verso le dieci del mattino. Fui felice: avevo trovato un’altra persona che credeva in me.

Mi vestii da professore di economia e andai all’appuntamento tutto eccitato. Volevo fare una buona impressione su di lui.
La sala d’attesa del suo studio era stupenda. C’erano un casino di quadri raffiguranti personaggi di cartoni animati e un cartello con su scritto: UNA PERSONA SU DIECI VA DALLO PSICOLOGO. È NORMALE.
Riflettei su quel dato. Ogni volta che sono stato al cinema o a teatro avevo decine, o addirittura centinaia, di schizofrenici furiosi seduti accanto. Era una fortuna che fossi ancora vivo. Oppure, su dieci maschere che mi hanno strappato il biglietto… ho i brividi al solo pensiero.
Lo psicologo mi chiamò:
«Lei è il signor Tomeo?» «Prego, si accomodi».
Mi sedetti sul divanetto e cominciai a spiegare la mia idea di creare una squadra investigativa dell’assurdo, per dimostrare al mondo che io c’ero e che potevo essere utile.
Livio, che scoprii essere il nome dello psicologo, era molto gentile e interessato a ogni parola che io dicevo:
«Allora io dovrei evitare che le vostre azioni non danneggino gli altri, giusto?»
Io gli risposi che era più o meno così e che gli avrei dato 1000euro per ogni caso in cui m’aiutava. A quel punto mi squillò il cellulare. Risposi.
«Pronto?»
«Salve, sono Francesca. Mio figlio è pazzo, la prego, mi aiuti.»
Mi ero imbattuto nel primo caso. Detestavo già la voce squillante di quella donna, ma le dissi di calmarsi e di spiegarmi la situazione:
«Chiamo gli altri e vengo subito da lei. Non si preoccupi, penseremo noi a suo foglio.» Tranquillizzata mamma Francesca, feci per uscire quando Livio m’afferrò per il Braccio. Lo guardai in viso: voleva che rimanessi, glielo lessi negli occhi. In soli dieci minuti avevo trovato il primo lavoro e un nuovo amico, era stata una giornata fantastica.
Livio andò dalla segretaria e le chiese l’indirizzo dello strano individuo con cui aveva appena parlato. Ottenne il mio cognome, grazie al quale trovò scoprì dove abitavo. Chiamò un collega e gli spiegò cosa volevo fare. Alla fine della telefonata prese una siringa e una botticina di medicinale e venne a cercarmi.



:D Perché questo sorrisone nonostante abbia l'influenza? Semplice, ho ottenuto di poter adattare (con l'aiuto di un regista veterano) qualcosa che scriverò a un saggio teatrale di fine anno.... e ho il permesso di fare qualcosa di assolutamente fuori di testa. La banda degli specchi rotti mi sembra perfetta (ho già pensato a uno schema con tante situazioni surrealissime). Ho il problema però che spesso ciò che voglio dire non riesco a comunicarlo bene. Se voi avrete la pazienza di leggere pian piano la storia (storia, vi risparmio la sceneggiatura. Sono bravo, è?) e vorrete consigliarmi situazioni divertenti, gag, punti da tagliare, ampliare... ecc ecc, vi prenderò in seria considerazione. Un saluto, Roby :wink:

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LA banda degli specchi rotti , parte 4

Messaggio da RobyMAD » ven dic 30, 2005 4:14 pm

Paola soffriva la macchina, dunque sedeva nel posto della suocera, o della morte, o accanto a me. Dietro stavano Arcadia e Chicca.
Le chiamai appena ricevetti la telefonata della mamma preoccupata. Arcadia rispose subito, le gemelle si fecero desiderare un po’ di più. Mentre ero in linea, guardarono l’agenda e mi dissero che sarebbero state libere, ma che dovevamo sbrigarci entro le diciotto. Decisi subito di far loro uno scherzo. Paola aveva vestiti normali: jeans maglione. Nonostante ciò era sexy, davvero.
Le tastai una coscia. Lei s’innervosì e mi tirò uno schiaffo, che io parai prontamente: tutto calcolato.
Guardai lo specchietto: Arcadia si stava tenendo la guancia. Chicca aveva avuto la stessa reazione della sorella e d’istinto aveva schiaffeggiato Arcadia, che non capiva. Mi misi a ridere e ad esclamare appena le risate mi fecero articolare parole:
«È stato fantastico, fantastico!»
Paola mi rimproverò:
«Guarda che anche se hai in mano quelle informazioni… ti ammazzo se fai un altro gesto simile.»
Tra un riso e un altro le diedi ragione.

Salimmo a casa di Francesca. Ci fece accomodare sul divano e inserì nel videoregistratore un a cassetta. Schiacciò «Play» e cominciò a raccontare:
«Allora, dovete sapere che mio figlio fa dietro da sette anni a Carolina, una ragazza, sì, abbastanza bella, che abita vicino a noi da sette anni. Lui è un po’ timido, però, se solo chiedesse, quella le salterebbe addosso. Così per il compleanno diedi 1000euro a Carolina se in cambio avesse fatto tutto quello che mio figlio le avrebbe chiesto. Io sono un po’ tradizionale, così ho deciso di registralo… non so se capisce, ma fa sempre piacere a una madre vedere quando il proprio figlio da il primo bacio.»
Le immagini scorrevano. Arcadia e le gemelle commentavano i vestiti di tutti gli invitati e i corpi dentro i vestiti maschili. Io mi stavo addormentando: vedere persone che vanno aventi e indietro in un’area di tre metri quadri è una cosa noiosissima, ve l’assicuro. Per fortuna la faccia di Francesca a bocca semi-aperta e le donava un’espressione da scimmia disidratata che mi rallegrò un po’.
«Ecco, guardate!» Esclamo Francesca prima di precisare: «Appena Carolina s’avvicina a mio figlio, quello esce di casa. E quel che è peggio, due ore più tardi mi telefona la polizia che l’ha arrestato mentre andava a prostitute.»
Francesca mi guardò con occhi dolcissimi:
«Mi aiuterete, posso contare su di voi?»
Uscì dalla stanza con le colleghe: dissi ci saremmo prima consultati.
Arcadia:
«Tu ci credi a questa storia? A me sembra una cazzata pazzesca.»
Le due gemelle risero a tempo.
Io:
«Sì, anche secondo me. Quella è pazza. Tuttavia, basterà parlare con il figlio e il caso sarà risolto. Giusto?»
Chicca:
«Sì, sbrighiamoci allora. Paola: vai a chiedere dov’è il coso.»

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Messaggio da adypellegrino » ven dic 30, 2005 8:22 pm

D’altronde nei sogni uno può essere come vuole, persino un bastardo egoista, giusto?
Direi che non è pienamente vero... anzi giusto... perché il nuostro cuore, desiderando, sognando, finisce col trasgredire in pieno giorno.

IO
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Mi sono bocciato

Messaggio da IO » lun gen 02, 2006 11:26 pm

Ho deciso di cambiare trama. Lo vedo troppo interiore per il teatro. Non lo so, e che ieri mi è venuto in mente qualcosa di migliore (ripeto, per il teatro). L'idea mi è venuta in mente leggendo un libro sulla fantasia delle donne... divertentissimo.

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Messaggio da Beldanubioblu » dom gen 22, 2006 10:15 pm

Oh mio Dio! i tuoi cambiamenti mi mettono in agitazione
chisa' cosa riesce a partorire la tua mente, e poi sulla fantasia femminile
dell'altra meta' del cielo?
Va beh rassegnata, ma curiosa aspetto.
Ciao scrittore dalle mille idee pazze.

Lucia
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WOw

Messaggio da RobyMAD » sab mag 13, 2006 8:57 pm

Non pensavo riscontrasse così tanto successo. Quest'estate lo finisco, promesso.

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Messaggio da Beldanubioblu » lun giu 12, 2006 3:35 pm

aspetto con ansia....
ma dimmi un po' nel frattempo che stai facendo??
son curiosa.

Un abbraccio

Lucia
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