Filo conduttore

[vecchio]

Un' uomo si era impegnato ed aveva speso tutto il suo amore nella ricerca delle antiche civiltà, vestigia, culture;
Egli aveva nella sua mente costruito come un filo conduttore, che doveva necessariamente riunire e raccogliere sotto un'unico tetto, un'unica famiglia, l'Umano Essere, rappresentante di tutte le civiltà ed essere scelto profittevolmente per spendere totalmente ogni possibilità:
Ambientale, coordinata, vicina o lontana;
I suoi viaggi programmati per tempo lo ponevano nella possibilità culturale ed arecheologica di unire assieme popoli e culture per altri versi divise;
Oggi noi diremmo umanamente:
"Non si può mettere insieme nè culturalmente nè archeologicamente:
L'Asia e l'Africa, l'Australia e l'Europa, l'Egitto e la Cina, il Brasile e la Russia e seguirne questo ipotetico Filo Conduttore";
Egli però utilizzava quei viaggi come scusa, non credeva realmente, anzi vi scherzava sopra e diceva:
"Io troverò ciò che cerco vicino a me in luogo lontano, ciò che non vedo poichè distante da me, lo troverò al mia fianco";
Egli scriveva d'ogni suo viaggio, anche delle piccole scoperte e sempre scherzando diceva:
"Chi avrà mai la voglia ed il tempo di leggere queste mie peregrinazioni, queste mie descrizioni, questo mio inutile girovagare";
Gli anni trascorrevano, i Musei erano pieni dei suoi ritrovamenti ed egli non aveva più forza, essendo divenuto anziano, eppure ancora ripercorreva con la sua mente tutti i luoghi, rifaceva i suoi viaggi, ma la memoria a volte dimenticava qualche particolare, la sua vista era divenuta sfocata e non riusciva più a rileggere i suoi libri di viaggi, anche la sua bocca si era stancata di descriverli, ma egli ancora credeva in quel Filo Conduttore;
Tutti i giorni svegliandosi diceva fra sè e sè:
"Cosa unisce tutti gli uomini? Tutte le realtà culturali di civiltà? Fose il luogo d'origine o piuttosto ciò che riusciranno a realtizzare in un futuro, come genere umano, con una civiltà unica e moderna?:
Le sue conoscenze non gli davano alcuna risposta certa, tutti i suoi oggetti, quel pco che aveva trattenuto per sè erano Muti e per quanto egli ascoltasse le civiltà nel sussurro della sua mente, nessuno sapeva prospettargli una certezza illuminante;
Un giorno un Amico in visita a casa sua lo sentì sfogarsi come aveva sempre fatto, così egli chiese di poter entrare in possesso di uno degli oggetti che lui teneva presso a sè;
Egli rispose:
"Desideri che io te lo regali o vuoi comprarlo?";
L'Amico gli rispose:
"Non importa, fai ciò che reputi più soddisfacente per te";
Per un'attimo egli rimase senza parole, poichè quell'oggetto era per lui particolare, quasi rappresentativo di una Esistenza, l'Amico continuando gli disse:
"Hai tu deciso a chi lasciarlo?";
Questa seconda realtà lo mise in crisi, in quell'attimo capì quanto inutile fosse stata quella raccolta, come era possibile che tutta la sua Esistenza potesse essere racchiusa in quell'oggetto? Quindi rispose:
"Prendilo è tuo";
L'Amico in risposta gli disse:
"Non mio ma di DIO" ed insieme si riconobbero e si abbracciarono parlando per la prima volta con quel "Filo Conduttore" che per tutta l'Esistenza ci cammina a fianco, parla al nostro Spirito, ci prepara per la Libertà, facendoci Gustare il Regno sin dall'Attimo della Accensione della Fede, sin dal momento della prima Espressione di Speranza.

[scriba]

Bella storia che mette in risalto la ricerca fatta dall'uomo in luoghi lontani della divinità che invece abita nel nostro cuore e vuole solo essere scoperta da occhi attenti e da orecchie che sanno udire la Sua Voce.
Complimenti
Un caro abbraccio
Vittorio

[Beldanubioblu]

come e' bello leggerti "vecchio"!
grazie per averci donato questo tuo bel racconto
che lascia traccia in chi legge.

Lucia