ZACCHEO

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scriba
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ZACCHEO

Messaggio da scriba » ven mar 30, 2007 3:47 pm

Z A C C H E O


Il giorno volgeva al tramonto e le prime luci provenienti dai fuochi

accesi dai pastori sui monti cominciavano ad apparire, una leggera

brezza lambiva il volto sudato di Isacco.

Cavalcava sin dal mattino per far ritorno a Gerico dal suo padrone

Zaccheo il capo dei pubblicani o esattori di imposte per conto di

Roma.

Era contento di avere portato a termine la missione affidatagli dal suo

padrone, aveva infatti convocato tutti i pubblicani della Giudea per la

riunione che annualmente il suo padrone soleva tenere, nella sua casa,

prima della Festa delle Capanne.

Aveva ottenuto la adesione di tutti, tranne quella di un certo Levi di

Cafarnao che aveva abbandonato il suo lavoro di esattore e si era

posto al seguito di un tale di nome Gesù detto il Nazzareno non

soltanto per la sua folta chioma ma anche perché proveniva da

Nazareth, figlio di un falegname di nome Giuseppe e di sua moglie

Maria, della stirpe di Davide.

Finalmente all’orizzonte si profilavano le prime case di Gerico ed
Isacco era contento, poiché il suo lungo viaggio volgeva al

termine.Dopo due lunghe settimane avrebbe, finalmente rivisto la sua

amata Anna, la sua promessa sposa che tanto gli era mancata ed a cui

aveva sempre pensato nelle notti di solitudine.

Giunse alfine alla radura dove sorgeva la casa del suo padrone ed

apparve ai suoi occhi la maestosa e familiare dimora di Zaccheo;

non potè fare a meno di pensare come, quest’ultima, ogni volta lo

stupisse, sebbene dopo dieci anni di continuato servizio dovesse

essergli familiare.

La casa era inconfondibile per la sua maestosità, Zaccheo aveva voluto

questa dimora sontuosa affinché tutti guardandola lo invidiassero per

la sua condizione di ricchezza, lui così basso di statura ma così alto

nella scala dei valori per ricchezza. La casa aveva due ingressi uno

anteriore che era l’ingresso principale con una porta piccola alta

quanto Zaccheo che l’aveva voluta così affinché tutti coloro che

varcavano quella soglia si inchinassero a lui.

L’ingresso principale introduceva in un salone dove Zaccheo soleva

accogliere i suoi ospiti.Intorno al salone vi erano le stanze nella

estremità destra vi erano le stalle.

L’ingresso posteriore immetteva in un ricco giardino che sostituiva

l’abituale cortile interno delle case di Gerico. Gli ambienti erano

rifiniti lussuosamente ed ogni pietra denunciava lo stato abbiente del

proprietario.

Isacco entrò dall’ingresso che portava al giardino, portò il cavallo

nella stalla e ritornò nel giardino dove sapeva di trovare Zaccheo che

cercava refrigerio al caldo della giornata.





Isacco : Padron Zaccheo, il Vostro servo vi saluta ed è felice di

trovarvi in buona salute !

Zaccheo : Lascia perdere le leccate non le gradisco nemmeno dai

cavalli , piuttosto hai avvisato tutti i miei amici pubblicani

della riunione ?


Isacco : Certo padron Zaccheo ho avvisato tutti tranne Levi di

Cafarnao che non ho trovato , perché ha abbandonato

tutto e si è messo al seguito del Nazzareno o come lo

chiamano tanti Gesù !

Zaccheo : Ho già sentito parlare di quest’uomo a cui si attribuiscono

poteri soprannaturali,alcuni,addirittura lo indicano come

il Messia, ma io non sono religioso e poco mi importa di

queste cose . Mi dà invece fastidio che un tipo solerte e

preciso come Levi si sia lasciato abbindolare dalla predi
-
cazione di quest’uomo.

Isacco : Dai colloqui avuti con Filippo di Betania, sembra che

molti altri pubblicani siano rimasti scossi dalla sua predi
-
cazione . Molti sostengono che non avevano udito alcun

profeta in Israele parlare con tale autorità e rendere chia-

re cose che a molti sembravano oscure. Molti dicono che

egli è la luce.

Zaccheo : Se fosse la luce lo avrei già assunto al mio servizio .

Almeno avrei risparmiato l’olio delle lampade!

Isacco : Voi scherzate padrone, ma in tutto Israele vi è un gran

fermento , dicono che lui sia il Messia delle scritture

atteso invano per tanto tempo.

Zaccheo : Sciocchezze, queste cose non mi interessano, sono favole

per donne, l’importante è che tu abbia avvisato i miei

amici per la riunione. Il resto sono ciarle, adesso vai a

riposare perché sei stanco del viaggio, io indugerò ancora

un poco nel mio giardino. il profumo del gelsomino questa

sera è davvero intenso e desidero goderne ancora un po’,

poi andrò a riposare. Buona notte Isacco !

Isacco : Buona notte padron Zaccheo!


Nota: Zaccheo siede sul muricciolo del giardino , guardando il cielo

stellato, respira a piene narici beandosi della bella serata , ma

subito quasi istantaneamente comincia a riflettere a voce alta.

Zaccheo : Quanto è stato sciocco quel Levi , abbandonare un affare

così vantaggioso e lasciare tutto per andare dietro ad un

uomo che vende illusioni per certezze e che promette la

vita eterna!

( prende una lampada ed esce diret-

to verso una stanza per andare a letto)

E’ mattino e Zaccheo entra nel giardino e siede sul muro. Entra

Miriam la sua serva:

Miriam : Bene alzato padron Zaccheo, desiderate qualcosa?

Zaccheo : Quante volte debbo dirti che in privato puoi chiamarmi

Zaccheo ?

Miriam: Perdonatemi padron Zaccheo ma l’abitudine è un’altra

padrona non meno potente di voi.

Zaccheo : Da quanto tempo sei in questa casa Miriam?

Miriam : Da quindici anni , voi lo sapete, avevo solo dieci anni

quando voi mi accoglieste orfana povera e piangente in

casa vostra ed io benedico Dio che mi ha soccorsa e portata

da voi.

Zaccheo : Sono stato io Miriam a raccoglierti dalla strada e non il tuo

Dio.

Miriam : Si, ma se permettete padrone Lui vi ha permesso di esistere!

Zaccheo : Non ho voglia di discutere su ciò che non credo già ieri sera

Isacco ha tentato di coinvolgermi in una simile discussione

ma per me tali argomenti non contano nulla.

Può il tuo dio darti la libertà e la ricchezza ?

Miriam : Se ciò rientra nei suoi piani e se soprattutto questo è un

bene per me , allora si!

Zaccheo : Non capisco come ciò possa essere un male per te

Miriam : Bene padrone , supponiamo che io sia libera e ricca e che

in forza di ciò io dimentichi chi mi ha dato questi doni,

comportandomi in modo sconcio, il mondo è pieno di gente

libera, ricca ed infelice, in tal modo perderei la mia libertà
e sarei schiava di questi idoli.

Zaccheo : Ecco, voi siete buoni a costruire immagini ed esempi sulle

vostre parole, ma sai che in fondo sono i fatti quelli che

contano.

Miriam : Perché forse non è un fatto che eravamo schiavi del

Faraone . Siamo stati liberati con mano potente dal

nostro Dio in persona, che ci ha tratti dalla schiavitù

d’Egitto operando grandi prodigi tra gli egiziani che

sono fuggiti di fronte a tale potenza.

Zaccheo : Si è un fatto ! ma è anche un fatto che adesso siamo sotto

il giogo di Roma e quindi passiamo di schiavitù in schia

vitù , che Dio è mai questo che si diverte a schiavizzarci

sotto diversi padroni?

Miriam : Vedi padrone per un grande Dio è necessaria una grande

fede, noi non comprendiamo i suoi disegni come dice il

profeta Isaia , ma vediamo i fatti con i nostri occhi ingan
-
natori, comunque la fede ci dice che Dio opera per il

nostro bene.

Zaccheo : Lasciamo stare Miriam, non ho né la voglia né il desiderio

di addentrarmi in simili discorsi, poiché quando l’ho fatto

mi è rimasto sempre un gran vuoto dentro, piuttosto va

ad attendere alle tue faccende.

Miriam : Se Dio vorrà farvene dono, sentirete quel vuoto riempirsi

della sua presenza ed allora avrete la pace e crederete in

Lui. ( esce andando verso le stanze).

Entra Isacco .

Isacco : Padron Zaccheo sono venuti Giuseppe il samaritano e

Giacomo di Filippo vostri debitori che vogliono chiedervi

una dilazione. Che cosa dico loro ?

Zaccheo : Vengono a parlare e non a pagare, tutti che parlano, parla-

no e non concludono nulla.

Vogliono parlarmi e mi parleranno, sentirai Isacco come

sono bravo con le parole, falli entrare!

Giuseppe : Padron Zaccheo la salute e la benedizione di Dio siano con

voi.

Giacomo : Ricevete anche da me i medesimi auguri sulla vostra

persona.

Zaccheo : Non ciarlate, tanto lo so che in cuor vostro desiderate

la mia morte, ma prima che ciò avvenga ho molto ancora

da avere da questa vita essa stessa mi è debitrice, non

soltanto voi.

Dunque Giuseppe tu mi devi mille denari e tu Giacomo

me ne devi cento.

Se a questo punto io dico ti sia condonato il tuo debito chi

di voi beneficerà di questa mia decisione ?

Giuseppe : Penso io perché ti debbo di più e così la tua carità sarà più

grande agli occhi di Dio da cui riceverai la ricompensa.

Giacomo : Penso io perché vi debbo una somma di gran lunga minore.

Zaccheo : Sbagliate entrambi poichè io ho detto ti sia condonato il

tuo debito e non vi sia condonato il vostro debito, dunque

rimanete tutti e due debitori verso di me e poiché non ho

alcuna intenzione di concedervi una proroga, prenderò da

Giuseppe in pagamento il suo terreno e da Giacomo i suoi

armenti . Adesso andate e non annoiatemi più con le

vostre chiacchiere. ( I due escono sconsolati dalla comune)

Zaccheo : Hai sentito Isacco come sono bravo con le parole?

Isacco : Perdonatemi, per quello che vi dico, ma sebbene abbiate

parlato come un dottore della legge, debbo farvi notare che

da quando sono al vostro servizio non vi ho visto compiere

alcun atto di carità, questi uomini hanno famiglia e figli da

sfamare e solo perché i loro affari non sono andati bene,

voi li spogliate di tutti i loro averi, che cosa avete al posto

del cuore una pietra ?

Zaccheo: Mi parli di cuore, di figli e di bontà !

Adesso , stai zitto e stammi a sentire.

Quello che stò per dirti non l’ho mai detto a nessuno.

Nemmeno ai miei parenti che non voglio più vedere.

Quando ero piccolo nella nostra casa si mangiava solo

l’odore del pane che proveniva dalle case vicine. Mio

padre Andrea puliva le stalle di un benestante di Gerico

un certo Zaccaria. Spesso mi portava con sé ed io lo aiuta-

vo caricandomi ceste di letame che spargevamo nei campi

di questo padrone. Un guardiano disonesto picchiava mio

padre e me con una frusta e ad ogni frustata dicevo a me

stesso : “ Zaccheo, quando crescerai, questo non dovrà più

succedere. Ognuno si dovrà inchinare alla tua presenza

strisciando per espiare le umiliazioni patite da tuo padre e

da te.

Dopo le frustate e gli stenti uccisero mio padre che cadde

riverso nel fango dei campi. Io stesso mi caricai il suo

corpo sulle spalle . Lo andai a seppellire nella nuda terra,

fuori di Gerico, dove lui non aveva mai trovato veramente

dimora come mia madre Miriam che era

morta di stenti,cinque anni prima di mio padre.

Capitò l’occasione di diventare pubblicano, dato che i ro
-
mani cercavano esattori di imposte, mi offrii al loro servi
-
zio. Così cominciai a lavorare per me stesso traendo da

questo lavoro quanto più potevo, diventando capo dei

pubblicani ed arricchendomi in breve tempo.

Non ho mai creduto in Dio, ma non mi sono mai astenuto

dal fare i pellegrinaggi prescritti al tempio di Gerusalem-

me con i pellegrini di Gerico, così potevo appurare attra-

verso le loro decime versate al tempio la entità delle loro

reddite e li tassavo in conseguenza.

A molti pubblicani ho suggerito io questa condotta.Ciò

ha portato all’aumento delle tasse versate ai romani e di

conseguenza all’incremento dei nostri guadagni.

L’ottenimento di certi vantaggi avuti dal governatore

per la mia attività di cambiavalute e di concessionario di

prestiti con interessi, senza nulla temere dai romani.

La mia ricchezza si è moltiplicata sino al punto di consen-

tirmi di costruire questa bella casa e di costruire l’ingres-

so , così come lo avevo sempre sognato, a mia dimensione

in modo che chiunque varca quella soglia deve per forza

inchinarsi a Zaccheo ed alla sua dimora.

Adesso capisci perché non mi è possibile di esercitare la

carità, non la conosco e lei non conosce me.Siamo due

illustri sconosciuti che la vita non ha consentito che si

incontrassero.Quindi non ti stupire più del mio comporta-

mento, limitati soltanto ad eseguire fedelmente gli ordini

che ti impartisco.

Isacco : Le pene e la povertà patite in gioventù hanno prodotto in

voi delle ferite profonde. Solo Gesù potrebbe sanarle.Solo

che lui lo volesse e solo se quello che ho sentito narrare al

suo riguardo è vero.

Zaccheo : Tutti sono buoni a raccontare i prodigi presunti da loro

visti, ma io non ne ho potuto constatare alcuno.

Isacco : Come padrone non sapete di Bartimeo il figlio di Timeo

che era cieco e mendicava alle porte di Gerico?

Sentendo che passava Gesù si è messo a gridare Ha

avuto fede e la sua fede è stata premiata.

Zaccheo : Bisogna veder chiaro in queste cose Isacco perché il popo-

lo è facile ad infiammarsi per qualcuno o per qualcosa .

In questi casi tra la leggenda e la realtà vince sempre la

leggenda.

Ma adesso sono stanco e non ho più voglia di parlare. Do-

mani dovrò incontrare i pubblicani da me radunati. Spero

solo che in mezzo ad essi ci sia Levi.Mi piacerebbe sentire

da lui che gli è stato vicino quale mago sia e quali magie

ponga in atto questo Gesù !

Isacco : Nessuna magia, egli è l’inviato di Dio, il Messia, mandato

per sanare i nostri mali e liberarci dalla schiavitù del

peccato.

Zaccheo : Dove era questo Gesù quando io mi caricai sulle spalle il

cadavere di mio padre che stremato dagli stenti e raggiun-

to dalla ennesima sferzata spirò. Io per non ricevere

sferzate, dovetti ricacciare dentro di me il dolore che voleva

costringermi ad urlare e presi quel che restava di quel mi-

sero corpo martoriato e lo seppellii nella terra più squallida:

quella terra che non reca segni per riconoscere le spoglie di

colui che ha divorato.

Zaccheo rimane muto con lo sguardo fisso all’orizzonte pensieroso, poi
lentamente volgendo lo sguardo verso Isacco continua:

Zaccheo : Se penso a quell’accattone di Andrea che staziona davanti al

mio ingresso con l’abito stracciato e la sua mano sempre

tesa a chiedere qualcosa ma a chi ,a me no di certo.

Lo ignoro, vedendo in lui il me stesso che ero e che ho
odiato con tutte le mie forze sino al punto di scrollarmi di

dosso la miseria che mio padre mi aveva lasciato in eredità.

Giurai a me stesso che Zaccheo non avrebbe avuto biso-

gno di nessuno e che mi sarei preso la mia personale rivin-

cita sulla vita. Vedi quell’accattone spera di ricevere

qualcosa da quelli che entrano in questa casa; ma non sa,

o non vuole sapere, che quelli che entrano sono accattoni

come lui miei debitori e che non possono dargli nulla.

Isacco : Eppure qualcuno di loro pur se è nel bisogno ha dato

qualcosa ad Andrea, come vedete il loro animo non si

nega alla carità a differenza del vostro che si nega con-

tinuamente all’amore.

Zaccheo : Vedi questi denari ( estrae dalla borsa legata alla cintola

delle monete e le mostra ad Isacco) questi sono l’amore

della mia vita: sono questi che mi hanno fatto stimare e

riverire da tutti sono il mio amore e francamente ti pos-

so dire che questo amore mi basta e mi avanza.



Isacco : Questo amore come dite voi vi ha mai consolato quando

eravate in pena? Vi ha mai abbracciato quando eravate

nello sconforto?Questo non è il vero amore. Il vero amo-

re viene dall’anima che Dio ci ha dato e che è capace di

sentire e di parlare nel suo nome, poiché noi siamo suoi

strumenti pronti a suonare la musica che Egli vuole !

Zaccheo : Ecco ricominci a parlarmi del tuo Dio.Basta sono stanco.

Vattene a lavorare, vai piuttosto a dare una mano a

Miriam per i preparativi della cena di stasera, poiché

dovrebbero cominciare ad arrivare i primi esattori.


Isacco esce verso le stanze e Zaccheo si siede nel giardino con lo
Sguardo fisso all’orizzonte assorto nei suoi pensieri.

Al tramonto la luce comincia a scemare Zaccheo è seduto nel suo
Angolo preferito del giardino – Entra Isacco.

Isacco : Padrone , sono arrivati Amos, Simone e Giosuè e vogliono

salutarvi.

Zaccheo : Falli entrare !

Amos : Salute a te Zaccheo e che la prosperità sia sempre su questa

casa.

Zaccheo : Grazie Amos e benvenuto a casa mia.

Simone : Salute a Zaccheo e alla sua casa.

Zaccheo : Grazie Simone e benvenuto.

Giosuè : Ti saluto Zaccheo

Zaccheo : Ti saluto anch’io Giosuè.

Zaccheo : Adesso andate con Isacco che vi mostrerà le vostre stanze,
così potrete rinfrescarvi prima della cena.


I tre escono con Isacco dirigendosi verso le stanze.






FINE DEL PRIMO ATTO
































SECONDO ATTO






( La sala da pranzo è illuminata con molte lampade ad olio, la tavola
lunga e riccamente imbandita e decorata vi siedono : Zaccheo a capotavola, Amos, Simone e Giosuè – Isacco e Miriam sono addetti al
servizio della cena ed iniziano a portare il cibo )

Zaccheo : Questa sera mangeremo ma non parleremo di affari, questi

saranno trattati domani quando arriveranno gli altri 17 .

Amos : Ma come non siamo sempre stati 22 così domani saremo 21

Chi è che manca ?

Zaccheo : Levi che a quanto pare ha abbandonato il suo incarico e si

è messo al seguito di Gesù di Nazareth, anzi a casa sua ha

dato banchetti in cui ha invitato oltre a Gesù ed ai suoi

discepoli anche prostitute, ladri e gente di dubbia fama.

Giosuè : Avevo sentito nominare questo Gesù di Nazareth e tutti i

miracoli che lui ha compiuto, figurati che la gente lo segue

E gli portano tutti gli ammalati, una volta non era possi-

bile avvicinarlo con un paralitico a causa della folla e si rac-

conta che lo hanno calato dal tetto con un lettuccio e Gesù

lo ha guarito e lui se ne è andato con il suo lettuccio cam-

minando sulle sue gambe.

Simone : Anche io ho sentito qualcosa a suo riguardo, si dice di un

centurione che lo ha pregato di guarire il suo servo e lui
lo ha guarito senza vederlo né toccarlo visto che il centu-

rione diceva che non era degno che lui entrasse nella sua

casa.

Zaccheo : Ecco che si ritorna a parlare di lui e delle sue prodigiose

doti, i miei servi Isacco e Miriam continuano sempre a

parlarne mi dicono che resuscita i morti, monda i lebbrosi,

risana gli storpi, ridona la vista ai ciechi fa udire i sordi e

moltiplica i pani, pensano addirittura che sia il Messia pro-

messo dai profeti, ma abbiamo visto che questi messia proli-

ferano nelle menti delle genti, con Erode pensavano fosse il

Giovanni Battista e prima di lui tanti altri, adesso dicono

che è lui il figlio del falegname, dicerie e null’altro, un altro

dei tanti maghi che popolano questa terra senza fissa dimo-

ra e che campa a carico di questa gente credulona, mi spia-

ce per Levi che ha creduto in questo falso profeta ed ha ab-

bandonato una professione buona per niente.
Amos : Si dice che gli scribi ed i farisei che lui si è inimicato

chiamandoli sepolcri imbiancati per metterlo in cat-

tiva luce con i romani gli hanno chiesto se fosse leci

to pagare il tributo ai romani.

Lui ha chiesto di avere nelle mani una moneta ed avu

tola ha domandato di chi fosse l’effige rappresentata

sulla moneta e saputo dagli scribi che era l’effige di

Cesare ha detto: “ Date a Cesare quel che è di Cesare

ed a Dio quel che è di Dio ! “


Zaccheo : Questa è una risposta che mi piace e che porta acqua

al nostro mulino perché ha incoraggiato la gente a

pagare le tasse. E’ una cosa buona per noi e per i nostri

guadagni.

Ma adesso ceniamo e lasciamo questi pensieri, poiché

domani ci attende una giornata piena e speriamo pro-

ficua per le nostre intese.



Sfumano le luci e cambia la scena.
E’ mattina ed il tavolo è pronto, cominciano ad entrare gli esattori
e si siedono, per ultimo entra Zaccheo che prende posto a capotavola.
Zaccheo : Come ogni anno siamo qui riuniti per stabilire di quanto

dobbiamo innalzare le imposte affinché se ne tragga un

utile comune.

Chi ha qualche proposta da fare parli !


Amos: Già in quello che incassiamo ti versiamo l’1% quale

capo sul resto teniamo il 10 % per noi, la parte rima-

nente la conferiamo sino al raggiungimento della cifra

di appalto fissata dai romani, l’eventuale eccedenza, co-

me si sa viene divisa in parti eque tra tutti noi eccezion

fatta per il 20% che tocca a te in qualità di capo.

Ora se tu potessi rinunciare all’ 1 % degli incassi fatti

per noi sarebbe un vantaggio e non dovremmo appe-

santire una situazione chè è già gravosa per il popolo.


Zaccheo : Incassate il 101 % e lasciate tutto come è non è un

pesante aggravio e torna utile a tutti !


Simone : E’ giusto così l’incremento è basso e non si pesa

sul popolo in modo grave.


Zaccheo : Allora l’accordo è questo, chiunque non si atterrà

a questo accordo pagherà dieci volte la somma in

questione che verrà ripartita agli altri esattori.

Vorrei a questo punto farvi notare che nelle

esazioni delle imposte siete carenti perché non

vigilate e non osservate bene i vostri contribuenti.


Giosuè : Cosa intendete dire con questo ?


Zaccheo : Io non sono religioso per niente, eppure non mi

sono mai perso un pellegrinaggio al Tempio di

Gerusalemme, specialmente per la Pasqua e per

la festa delle capanne.

In tali occasioni osservo i miei contribuenti e valuto

la entità dei loro sacrifici e delle loro offerte nella

stanza segreta ed in base a come e che cosa mangiano

per la festa delle capanne deduco la loro capacità

contributiva e li tasso di conseguenza.


Amos : Ma come fai a controllare la stanza segreta del

Tempio se è quella stanza in cui chi entra può

lasciare una offerta o prendere secondo la

propria necessità ?


Zaccheo : Io faccio controllare dai miei incaricati il suo

contenuto all’inizio e durante lo svolgersi degli

ingressi e quando entrano dei miei contribuenti

so che cosa hanno fatto ed in base alle loro offer-

te li tasso.

Poi osservo anche la entità dei loro sacrifici !


Giosuè : Non mi sento di fare tali cose mi sembra di

offendere Dio !


Zaccheo : Dio ? Chi lo ha mai visto ? Chi lo conosce ?

Mi sembrate delle femminucce pronte sempre

a piangere e a lamentarvi, ma non fate nulla

per migliorare la vostra posizione.

Io per mio conto seguiterò sempre ad andare

ai pellegrinaggi. Ecco io vado in mezzo al mio

gregge come un lupo e così miglioro la mia

posizione, ma per favore non vi lamentate più

e non parlatemi di Dio, Dio è per me un mezzo

di cui servirmi per spennare bene coloro che

tasso e null’altro.



Amos : Nessuno si lamenta del suo stato per noi

va bene così.


Zaccheo : La riunione è conclusa, fate ritorno alle

vostre case e se volete prendete insegna-

mento dal vostro capo.


Giosuè : A nome di tutti porgo il nostro saluto e

vi auguriamo un anno proficuo !



Zaccheo si alza e si avvia verso l’uscita della stanza, tutti si alzano
ed escono dopo di lui, non appena la stanza si è svuotata degli ospiti
Zaccheo vi rientra e vi sosta in silenzio raccolto nei suoi pensieri.
Entra Miriam che comincia a rassettare, mentre Zaccheo è visibilmente infastidito della sua presenza perché pensa che lei quasi sicuramente parlerà ancora del suo Gesù.



Miriam: Oggi è stata una giornata pesante per voi padron Zaccheo
a tener testa a tutte quelle persone, ma voi in queste cose

siete maestro .


Zaccheo : Sì Miriam , sono stanco non tanto per la giornata ma

soprattutto per lo sforzo di farmi capire e ti giuro che

nessuno riesce a capirmi, altrimenti le cose sarebbero

ben differenti.


Miriam: Sempre al denaro pensate, ma non è tutto nella vita

e lo sapete !


Zaccheo : Eccoti che ricominci, mi stavo preoccupando nel non

sentirti parlare di cose spirituali.


Miriam : Voi lo sapete che qui a Gerico abbiamo un uomo che

era diventato cieco e che ora rivede grazie a Gesù !


Zaccheo : E chi è questo fortunato ?


Miriam: Non fate finta di non saperlo è Bartimeo il figlio di

Timeo come dice il nome.


Zaccheo: E tu vorresti farmi credere che Bartimeo che era

diventato cieco e che da quando gli si sono oscurati

gli occhi non ha fatto altro che vivere di elemosine,

adesso è guarito ed è ritornato a vedere come mi

hanno già detto. E come è successo tutto questo

portento qualcosa me l’ha già detta Isacco, sentia-

mo cosa dici tu.


Miriam: Dicono che passava Gesù e lui sentendo che stava

per arrivare e sapendo quello che aveva compiuto,

si è messo ad urlare : “ Gesù figlio di Davide abbi

pietà di me ! “ la gente ed i discepoli volevano

zittirlo ma lui con fede continuava a gridare sino

a quando Gesù si è fermato ed ha voluto che glielo

portassero vicino.

Non appena è stato vicino a Gesù il Rabbì gli ha

chiesto : “Cosa vuoi che io ti faccia ? “ e lui ha

risposto : “ Che io riveda !” e Gesù gli ha detto:

“La tua fede ti ha guarito ! “ e da quel momento

ha ripreso a vedere !

Zaccheo : Conosco Bartimeo ed è sempre stato una persona

seria e non un visionario, mi piacerebbe poter

sentire da lui che cosa lo ha spinto a credere ed a

gridare per ottenere questa grazia, perché di

grazia si tratta.


Miriam : Non so se Bartimeo sia disposto a venire qui per

parlare con voi, ma se lo è, prometto che ve lo

porterò qui, così potrete avere una testimonianza

diretta sulla venuta in terra del figlio di Dio !


Zaccheo : Non precipitare le cose ho detto che mi piacerebbe

e non che mi piace, forse mi hai frainteso.

Non voglio che questa casa diventi un luogo dove

vengono tutti quelli che hanno avuto incontri e

grazie da quel Gesù che io non riconosco e che

non ho intenzione di ascoltare, figuriamoci se

mi metto a seguirlo pensi che io sia stupido come

Levi ?


Miriam: Nulla è impossibile a Dio, se Lui vuole vi prenderà

nelle sue reti come un pesce e voi non potete farci

nulla.

Dicono che dopodomani Gesù ritornerà a Gerico per

predicare ancora alla gente la conversione ed il

perdono dei peccati.


Zaccheo : Ma chi può perdonare i peccati se non Dio ! e lui

è Dio ?


Miriam : Ve l’ho detto che è Dio venuto in terra e voi non ci

credete.


Zaccheo : Basta Miriam, non voglio più sentire una parola

di più, sono stanco e questo tipo di discorsi mi

deprimono ancora di più


Miriam: Come volete padron Zaccheo, buona notte !


Zaccheo : Buona notte Miriam.





Miriam esce dirigendosi verso le stanze ed anche Zaccheo esce
andando verso le stanze.










FINE SECONDO ATTO


























TERZO ATTO



E’ mattino e Zaccheo e solo nel suo giardino ed osserva pensieroso
l’orizzonte, la sua espressione è seria e meditabonda, traspare a
vista il travaglio interiore che si è acuito dopo aver ascoltato da
Miriam il racconto del miracolo che Gesù ha fatto con Bartimeo.
Mentre lui è assorto in questi pensieri entra Miriam.



Miriam : Buon giorno padron Zaccheo, passata una buona

notte ?


Zaccheo: Grazie a te no Miriam, tutti quei discorsi che mi

hai fatto ieri mi hanno messo in apprensione e non

ho potuto chiudere occhio !


Miriam: Vi chiedo perdono padrone, non avevo alcuna

intenzione di turbare i vostri sogni .


Zaccheo: Non sei stata tu Miriam ma il tuo Gesù !


Miriam : E’ un buon segno vuol dire che veramente si

compie il destino del vostro nome infatti voi

lo sapete che in aramaico Zaccheo se non

sbaglio significa “ colui del quale Dio non si

dimentica !”


Zaccheo : Sarebbe meglio che se ne scordasse come io l’ho

scordato.


Miriam : Non può Dio abbandonare una sua creatura

altrimenti che creatore sarebbe ?


Zaccheo : Ricominciamo Miriam ?


Miriam : No padron Zaccheo non parlo più, non farò

più discorsi con voi, lascio che oggi vi parli

Bartimeo colui che ha riavuto la vista da Gesù.

Gli ho chiesto se era disposto a parlarvi e lui

ha detto di sì ! Tra poco verrà a trovarvi.


Zaccheo : Ti avevo detto che non volevo parlargli, ma

voi donne al solito fate le cose di testa vostra.


Miriam : Tra poco verrà Bartimeo e potrete inter-

rogarlo come volete perché lui è un testi-

mone !



Entra Bartimeo accompagnato da Miriam che lo guida come se lui
fosse ancora cieco.


Bartimeo : Non c’è bisogno che mi guidi Miriam

guarda che io ci vedo bene adesso !


Miriam : Perdonate io ancora non riesco a credere

che voi siate guarito e per questo tendo

sempre a guidarvi.


Bartimeo : Ringrazio Dio ed il suo figlio Gesù per

avermi sanato e costantemente rendo

lode e grazie per il grande miracolo che

mi ha ridato la vista !


Zaccheo : Salute Bartimeo, gioisco nel vedere che

sei guarito.


Bartimeo : E’ proprio quello che stavo dicendo a

Miriam che continuava, non per colpa

sua ma dell’abitudine a guidarmi come

se io fossi ancora cieco.


Zaccheo : Le donne sono fatte così hanno sempre

l’istinto materno ed ogni occasione è

buona per esercitarlo.


Bartimeo : Capisco ma io vedo !


Zaccheo : Mi vuoi spiegare che cosa ti ha spinto

a gridare : “Gesù figlio di Davide

abbi pietà di me ! “


Bartimeo : Vedi , mi avevano parlato di Gesù e di

tutte le sue opere, storpi guariti,

lebbrosi mondati, indemoniati libe-

rati, affamati sfamati ed io continua-

vo a pensare ai profeti ed a quello

che avevano annunciato e di come

la parola dei profeti si incarnasse in

lui ed allora ho creduto che lui era

il Messia tanto atteso, questo mi ha

portato a gridare, perché ho ri-

conosciuto in lui il Messia ed ho ca-

pito che lui era l’unico che mi po-

tesse guarire.

Il mio grido è stato una preghiera

forte e diretta, dicevo a me stesso,

quando capiterà una nuova occasio-

ne in cui Dio passa davanti a te, se

non ne approfitti ora sei uno stupi-

do.

Ho gridato con quanta forza avevo

e lui mi ha chiamato, allora ho ca-

pito che avrei rivisto !


Zaccheo : E lui cosa ti ha detto ?


Bartimeo: Mi ha chiesto che cosa volevo

che mi facesse, ed io ho risposto

che volevo rivedere e così è stato!

Zaccheo : Sono contento per te, tu lo hai

meritato per le sofferenze pati-

te e per la tua condotta di vita,

ma io non ho speranza perché

non sono giusto neanche con me

stesso figurati se lui può interes-

sarsi di me.


Bartimeo : Non è venuto per i giusti ma per

i peccatori, infatti questo ha

detto ai farisei che lo rimpro-

veravano di banchettare con

i peccatori e le prostitute, sono

i malati che hanno bisogno del

medico e se uno non si ricono-

sce malato il medico non può

curarlo per questo diceva ai

farisei che dicevano di non

essere malati la loro malat-

tia restava riferendosi al

peccato.


Zaccheo : Quanto vorrei che quello

che dici fosse vero, questo

significherebbe che anche

io ho speranza.


Bartimeo : Certo che hai speranza

solo non dubitare.

E’ quello che lui disse a

Giairo, un padre che ave-

va la figlia ammalata

quando la gente portò

la notizia che era morta

lui gli disse di non du-

bitare perché la bimba

stava dormendo e così è

stato chiamata da lui si

è ridestata guarita.


Zaccheo : Queste parole mi rendo-

no cosciente del mio

peccato e della mia

grande malattia, ma

passerà il medico per

curarmela ?


Bartimeo : Abbi fede le vie del

Signore sono infini-

te e misteriose !


Zaccheo : Ti saluto Bartimeo

e grazie per le tue

parole e per la tua

testimonianza.


Miriam accompagna Bartimeo verso l’uscita, questa volta non lo guida ma semplicemente lo precede.



Miriam : Avete sentito padro-

ne che fede ha avu-

to ed ha Bartimeo.


Zaccheo : Ho sentito Miriam

e mi rallegro con

lui, ma per me

quale speranza

può esserci?


Miriam: Non avete sentito

Bartimeo che vi

esortava a non

dubitare,coraggio

il Signore è fede-

le e non lascerà

che lo invocate ,

anche se velata-

mente, invano.


Zaccheo : Grazie Miriam, di-

cevi che domani

Gesù verrà nuo-

vamente a Gerico

vediamo se il me-

dico visiterà

l’ammalato.





Zaccheo esce dal giardino seguito da Miriam, entrambi si dirigono verso le stanze.


Sulla via antistante la casa di Zaccheo un albero di sicomoro ed una immensa folla ai lati della strada- Gesù arriva con i discepoli e gli apostoli al seguito- Zaccheo essendo basso è salito sul sicomoro per guardare Gesù – Gesù si avvicina all’albero.


Gesù : Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo

fermarmi a casa tua !


Zaccheo : Ecco Signore io do la metà dei miei beni ai

poveri e se ho frodato qualcuno, restituisco

quattro volte tanto.


Gesù : Oggi la salvezza è entrata in questa casa,

il figlio dell’uomo è venuto a cercare e a

salvare ciò che era perduto !

Avviandosi verso la casa che ha l’ingresso piccolo per costringere gli
altri ad inchinarsi a Zaccheo.



Gesù : Entra prima tu Zaccheo !


Zaccheo : Dopo di te Signore !!


Entrano nella casa seguiti dai discepoli di Gesù.
























FINE








Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui ? E come potranno credere, senza averne sentito parlare ? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi ?
Romani 10, 13-14

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Beldanubioblu
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Messaggio da Beldanubioblu » ven mar 30, 2007 5:30 pm

Bene Vittorio, e' bellissimo leggerti anche qui...il racconto e' bellissimo,
il nostro Roby lo apprezzera' per farne teatro(anche se non e' il suo genere)sono curiosa di sapere come lo trova...
Ben arrivato in questa nostra sezione, son sicura che ti troverai bene, non so se hai visto tutto il sito, troverai anche la sezione "le tue poesie" qui volendo puoi postare qualche tua opera..aspetto di leggerle.
Buona serata.
Lucia
Il sole non ti serve per vedere perchè tu luce sei in mezzo al buio...(Lucia Di Iulio)

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 30, 2007 6:12 pm

Mio carissimo scriba, ma che bel leggere! e che chiusa magnifica! che fa dell'inchino la scelta, e la differenza... davvero molto molto significativo... complimentosissimi!!!

Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

scriba
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re

Messaggio da scriba » ven mar 30, 2007 6:51 pm

Grazie Lucia e grazie Miriam, sono contento che vi sia piaciuto, piano piano guarderò le altre sezioni e posterò qualche mia poesia.
Un caro abbraccio
Vittorio

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