Il delitto perfetto (racconto e commedia nera)

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RobyMAD
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Il delitto perfetto (racconto e commedia nera)

Messaggio da RobyMAD » lun mag 01, 2006 4:46 pm

IL DELITTO PERFETTO

Mi stavo divertendo come un pazzo alle spalle di mia moglie, quando mi venne in mente la maniera perfetta per uccidere chi volevo, incolpando lei. La cosa brutta però è che il giochetto sarebbe valso una volta soltanto, al massimo due. Poi lei sarebbe stata arrestata e non l’avrei rivista mai più. Sì, forse sarei andato qualche volta a trovarla nella sua casa di cura, ma non era la stessa cosa. Non che questo fosse un male. Non fraintendetemi, non sono così cattivo come sicuramente avrete pensato. Be, certo, neanche buono. Aspettate, aspettate.
Ve la presento. Si chiama Francesca. Vi chiederete cosa fa là, fissa. E cosa sta guardando sulla parete. Purtroppo da quando ha fatto un incidente con Catia, la sua migliore amica, causandone la morte, il cervello le è andato in pappa. Da allora non mangia più, a meno che io non la imbocchi. Non beve più, dorme pochissimo e vaga per la casa tutto il giorno. Non è stata ancora licenziata, ma è questione di giorni. Appena verrà a casa la visita fiscale, penso.
Escogita tutto il giorno improbabili soluzioni per mettersi in contatto con la sua amica per chiederle scusa.
Può essere divertente, specie se si condivide la cosa con qualcuno. Un giorno, con il mio amico Toto, ad esempio…

Toto «Ciao Angelo, tutto bene?»
Angy «Ciao.» … «E… come vuoi che vada, come sempre.»
Toto «Già»
Angy «Tu?»
Toto «Vedrai che si risveglierà da un momento all’altro. La memoria è strana, lo visto in un film»
Angy «Speriamo, anche se i dottori non capiscono…»
Toto «Cosa sta facendo?»
Angy «Chi?»
Toto «Francesca» La indica.
Angelo si gira a guardarla e dice: «Sta sbadigliando sulla foto della sua amica.»
Toto «E perché»
Angy «A sì, scusa. È convinta che sbadigliare potrebbe aiutarla a risvegliarsi. Almeno credo. Devo strappargliele di bocca le parole.»
Toto «Cosa?»
Angy «Ma sì. A te non ti viene da sbadigliare quando vedi qualcun altro farlo?»
Toto «Sì.» Trattiene la risata.
Angy «Ridi pure. Penso riderei anch’io se mi trovassi nella tua condizione.» Ride a denti stretti.
Toto «… Be, è fantasiosa.»
Angy «Già.»
Toto «Ha inventato altri trucchetti?»
Angy «Sì.»

Angelo fece una smorfia che conteneva malinconia. Raccontò l’unico rimedio per il risveglio dei morti che l’aveva coinvolto. Per un momento provò sollievo, ricordando l’ultimo dialogo logico con la moglie. Francesca era seduta e fissava il soffitto, come se potesse vedere attraverso il tetto, sino al cielo, e aspettasse che il cadavere dell’amica le passasse sopra. Forse aveva trovato il modo di adattare la famosa frase del saggio al suo scopo.

Toto «Allora? Tutto bene?»
Angy «Paura che sia partito anch’io?»
Toto «No.»
Angy «Non sarebbe tanto male in effetti… tuttavia non ne sono capace, purtroppo.»
Toto «Scusa. Se vuoi vado.»
Angy «No resta, mi fa piacere parlare con qualcuno.» «Bene, hai presente l’usanza di alcuni popoli africani, secondo la quale scattandoli una fotografia li rubi l’anima?»
Toto «Sì, penso sia una credenza anche islamica. Se ricordo bene lo sentita in una vacanza che ho fatto.»
Angy «Ok, non lo sapevo. Scusa.»
Toto «Scusa di che.»
Angy «Sì, continuo.»
Toto «Se vuoi.»
Angy Pensa un po’«Ti sto annoiando?»
Toto «Non volevo dire questo.»
Angy «Bene. Abbiamo preso una foto in cui l’amica era vestita da poetessa francese con alcuni ferri da maglia piantata nel cranio.»
Toto «Che schifo!»
Angy «Be, era halloween. Ad ogni modo, la cartomante che abbiamo chiamato, richiamando l’usanza delle foto, ha provato a mettersi in contatto con la defunta, ma non ci è riuscita.»
Toto «Hai trovato l’unica cartomante onesta, tutte le altre, aspetta, ho un idea.»
Angy Stizzito. «Sentiamo.»
Toto «Perché non provi a pagare una cartomante che menta.»
Angy «Credi che sia scemo? Ci ho già provato, ma lei continua a chiedere la sua domanda assurda… qual è la prima volta che l’amica ha usato lo stuzzicadenti.»
Toto «Chi ti sei sposato?» Si pente «Scusa.»
Angy Disperato «Io non ne ho la minima idea. Non posso suggerire la risposta giusta alla cartomante. Magari riuscissi ha… ho provato a scoprirlo.»
Toto Per consolarlo. «Colpa mia. Ho fatto una domanda stupida.»
Seguono attimi di silenzio.
Toto «Parlavamo della fotografia, giusto?»
Angy «Sì, per farla breve, nessuna cartomante è riuscita a darle la risposta dello stuzzicadenti, così lei non si è risvegliata. Però una sera, mi ha parlato. Mi ha preso la mano è mi ha detto: L’anima non si scinde, è sicuramente nella prima fotografia scattata.»
Toto non sa cosa dire, si guarda in giro. «E sei riuscito ad averla questa fotografia?»
Angy «Sono andato a casa dei genitori dell’amica, e mi sono fatto dare la prima foto che avevano scattato alla loro bambina. Ci abbiamo messo tutto il santo pomeriggio a cercarla.»
Toto «Io mi sarei vergognato un casino… ma come hai fatto a dirle che… si insomma, che scusa hai trovato per prendere la foto. Non avrai detto mica la verità?»
Angy «Sono mai stato stupido?»
Toto «No.»
Angy «Ho detto che il giornale di gossip per il quale scriveva, voleva la prima foto scattata in assoluto per ricordare lo sguardo più innocente che la loro dolce creatura avesse mai regalato.»
Toto «Ah.»
Attimi di imbarazzo.
Angy «Vabbè. Vuoi vedere una cosa bella?»
Toto «Tipo?»
Angy «Il nostro vicino prendersi i calci nel sedere.»
Toto «Quale?»
Angy «Quello che al posto delle virgole usa vai via.»
Toto «A, quello. Sì, lo voglio vedere… (diventa premuroso), ma poi non ti mena, vero? Quello è un armadio.»
Angy «Lascia fare a me. Nasconditi là dietro.»

Angelo telefona a Livio, il vicino, dicendo che per sbaglio aveva sporcato la sua Jaguar x type delux con cerchioni, marmitta, volante, sedili, radio e altre cose che adesso non ricordo con della vernice gialla. Lo rassicurò che gli avrebbe dato in anticipo i soldi per il carrozziere, 125 euro. Sapeva già la cifra perché la cosa era già successa.
Questa volta la telefonata si era conclusa con :«vai via se vengo su. Porcocazzo.» Il vicino entra in casa.

Livio «Mi paga tutto in contanti stronzo.»
Angy « Buona sera… sì, sì, mi scusi.» «Vuole qualcosa da bere?»
Livio «Che cazzo. Non tenti di adulare le persone.»
Angy «Ehi, le ho detto che pagherò. Si calmi, o le verrà un infarto.»
Livio «vai via evviva-uomo.»

Nell’udire il vai via, la moglie di Angelo si alzò e a passo felpato si avvicinò verso lo scurrile vicino. Appena fu a portata di piede, mirò il suo floscio, orribile e probabilmente peloso fondo schiena e fece partire un calcio molto violento. Appena lo colpì, la moglie si mise a urlare, poi continuò ancora, è ancora.
Livio «Freni la sua cagna, vai via.»
Angy «Mi spiace, non lo so cosa le sia preso.» «Fermati, cara.» Disse poco convinto.

Ma la moglie continuò. Calcio, urlo, calcio, urlo, il sedere del vicino per la prima volta da quel bianco-pallido- morto prese un po’ di colore. Divenne rosso peperone.

Angy «I miei soldi vai via. Me la pagherà cazzo se me la pagherà.»

L’amico di Angelo uscì da dietro il divano. Aveva appena assistito alla cosa più geniale della sua vita.

Toto «Non dirmi che hai fatto cosa penso.»
Angy Sorride «Non lo so, tu cosa pensi?»
Toto «Qualcosa del tipo, che porta fortuna prendere a calci il vicino.»
Angy «Che una credenza cinese dice che prendere a calci e urlare chi dice vai via ti permette di esprimere un desiderio.»
Toto «Non ti ricordavo così crudele.»
Angy «Ma lo sono sempre stato.»
Toto «Vero.»
Angy «Sì, forse è crudele, ma devo pur tirarmi su il morale.»
Toto non lo stava ad ascoltare, fantasticava. La domanda che fece dopo qualche secondo, sembrò
un fulmine:
Toto «Posso usare tua moglie?»
Angy Perplesso. «Cioè?»
Toto «Ma non ti rendi conto cos’hai tra le mani?»
Angy «Più o meno… no»
Toto «Puoi organizzare scherzi fantastici con tua moglie. Pensa a quella nostra compagna che ci prendeva sempre in giro.»
Angy «Manuela?»
Toto «Sì, lei. Potresti invitarla a casa con una scusa, e farle tirare sino a che non si strappano quei suoi soffici capelli.»
Angy «Non lo so»
Toto «Aspetta, oppure potresti portarla in giro con te dalla panettiere rompi coglioni e…»
Angy «E…»
Toto «Non so se posso dirlo.»
Angy «Dire cosa?»
Toto «È che mi sembra una maniera sbagliata di utilizzare tua moglie.»
Angy «Più sbagliata di quello che ho fatto oggi? Su.»
Toto «Potresti ucciderla!»
Angy «Ucciderla?»
Toto «Sì, ho sempre desiderato ucciderla. Nella mia fantasia l’ho torturata migliaia di volte.»
Angy «Perché, cosa ti ha fatto. Non mi sembra ti sua mai piaciuta più di tanto.»
Toto «Non lo so, non ti capita mai di desiderare la morte di qualcuno?»
Angy «Sì.»
Toto «E non sarebbe fantastico poterla farla uccidere da qualcun altro così, senza rischi.»
Angy «Da mia moglie?»
Toto «Sì. Ok, so che non è giusto farlo. Meglio limitarci a prendere a calci il vicino o tirare i capelli alle donne stupide, però sulla carta non sarebbe un idea geniale?»
Angy «Adesso che mi ci fai pensare…»
Toto «Vabbè, si è fatto tardi, devo andare.»
Angy «Ciao, mi ha fatto piacere la tua visita.»
Toto «Sei sempre il solito.»
Angy «Anche tu.»
Toto «Ciao.»
Angy «Ciao.»

Angelo era in preda al dubbio. Non sapeva cosa fare. Era stufo di star dietro alla moglie. Era come accudire un pappagallo, e lui detestava gli animali.
Usarla per uccidere qualcuno l’avrebbe ripagato di tutte le ore spese a starle dietro, quando avrebbe potuto andare a giocare a calcetto con gli amici. In fondo, la moglie, sarebbe andata in un istituto di cura, saltando la galera. Forse era la soluzione ideale sin dall’inizio, mandarla in una gabbia di matti. Era stato buono a tenerla a casa ancora per un po’.
Rimaneva solo da scegliere chi avrebbe meritato la morte. Il datore di lavoro era un pezzo di merda, ma era la scelta più logica. Angelo voleva fare la scelta giusta, non avrebbe mai voluto trovarsi sul divano a bere birra rimpiangendo di aver sbagliato scelta: uccidere il capo-ufficio quando da sempre aveva desiderato veder soffrire…
Aveva il nome sulla punta della lingua. Ci avrebbe pensato mentre si faceva fare stupendi massaggi dalla moglie.
Angelo: «Cara, massaggiare il marito potrebbe aiutare Catia. Mi ha detto Toto che se per caso il fantasma di lei dovesse vagare e vedere noi due che stiamo così bene da vivi, allora l’anima potrebbe entrare in telepatia con noi per condividere queste belle sensazioni.»

Il giorno dopo il campanello di casa suonò. Entrò una misteriosa ragazza, molto bella.

Angy «Ciao Federica, da quanto non ci si vede.»
Fede «Taglia corto. Sono venuta solo per vedere se sei così bastardo come mi hai detto al telefono.»
Angy «Vuoi vedere il diario al quale eri tanto affezionata da ragazza, se te l’avevo rubato io?» Angelo mostra il diario «Sì, e sono stato io a fotocopiarlo e darlo a tutti i ragazzi della scuola. Ti chiedo scusa.»
Fede «Ho pianto per settimane. Ti rendi conto di quello che hai fatto?»
Angy Si avvicina con atteggiamento dolce. “Ci prova.” «È che io ti amo, ti ho sempre amata. Che ne dici se sta sera…»
Fede «Aspetta, fermo. Tra noi non ci potrà mai essere niente, mi sembra di avertelo detto.»
Angy «Sono cambiato. La verità e che non ho mai sopportato di vederti con altri. Dammi una possibilità.»
Fede «No, mi spiace. E poi tu non sei sposato?»
Angy «L’hai saputo, allora ti interessi a me.»
Fede «Senti, sarò sincera. Penso di meritare di più.»
Angy Diventa triste. «Capisco. Senti, un ultima cosa prima di andare.»
Fede Stizzita «Cosa?»
Angy «Potresti salutare mia moglie? È in cucina.»
Fede Sorpresa «Va bene.»

Federica va in cucina.
Angelo guarda verso il basso, tira un forte sospiro e poi urla: «Morte!»

Catia cadendo fece un fracco di rumore, al contrario del pugnale che si conficcò molte volte nel suo corpo non disturbando nessuno.

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