Epilogo 1^ PARTE

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scriba
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Epilogo 1^ PARTE

Messaggio da scriba » ven dic 06, 2019 6:56 pm

EPILOGO

La scena : Il salotto di Vittorio con un tavolo da gioco e due sedie l'una di

fronte all'altra del tavolo da gioco con il tappeto verde,alla pare-

te quadri che raffigurano il paesaggio siciliano con fichidindia

e scene di vecchie miniere di zolfo e vedute marine, una vetrina

con dei minerali di zolfo in bella vista, una doppietta per la cac-

cia appesa al muro ed una sella tutta lucidata anh'essa appesa

al muro.Il padrone di casa è seduto sul divano ed alla luce di

una elegante piantana legge uno dei quotidiani siciliani (Il gior-

nale di Sicilia o La Sicilia ) sullo sfondo un mobile basso con un

televisore spento.Accanto al divano un tavolino con una bottiglia

di Amaro Averna ed un bicchiere dal quale ogni tanto lui prende

un sorso di amaro. Ogni tanto controlla l'ora del suo orologio

confrontandola con quella dell'orologio da parete del salotto.

Si vede che sta aspettando qualcuno e che è impaziente che

questo qualcuno, un Giudice in pensione Carlo, bussi alla sua

porta per iniziare a giocare con lui per passare un po il tempo.

Dopo l'ennesimo controllo dell'ora alle 18,30 si sente bussare

alla porta.







Luisa : Signor Vittorio il Giudice Carlo è arrivato lo faccio accomodare ?

Vittorio: Certo che domanda, fallo accomodare e conducilo qui, porta subito

un altro bicchiere con del ghiaccio,poi prendi la scatola con le carte

siciliane e posale sul tavolo da gioco unitamente ad un posacenere,

porta la scatola delle sigarette e quella dei sigari toscani che piac-

ciono tanto al Giudice.

(La cameiera si avvia e ricompare introducendo dalla comune nel salotto
il Giudice Carlo, Vittorio alzatosi gli va incontro lo abbraccia e lo invita
ad accomodarsi in una delle sedie del tavolo da gioco, mentre Luisa ritorna
con il vassoio con l'altro bicchiere con del ghiaccio dentro, con i sigari , le
sigarette , il posacenere e le carte da gioco.Nel frattempo Vittorio ha prov-
veduto a prendere l'amaro ed il suo bicchiere , provvede a versare l'amaro
nei due bicchieri.Il Giudice intanto guarda il quotidiano che Vittorio stava
leggendo nell'attesa del suo arrivo e chiede: )

Carlo: Ci sono novità importanti nel giornale ?

Vittorio: Le solite cose Carlo, perchè oggi non l'hai letto ?

Carlo: No, mi sono imposto che questo mio primo periodo di pensione

voglio passarlo senza leggere giornali e senza guardare la tele-

visione, desidero disintossicarmi per un po di tempo da tutte

le notizie e notiziole che hanno riempito in questi anni la mia

mente.

Figurati che un giornalista nel salutarmi il giorno della mia

pensione mi ha detto che dopo tanti anni trascorsi a leggere

gli atti processuali, adesso mi sarei potuto dedicare alla lettu-

ra dei loro resoconti, gli ho detto che avevo deciso di astener-

mi dalle opere di fantasia e che desideravo per un po di stare

in silenzio dedicando il mio tempo alla lettura di qualche

buon libro ed a qualche partita a carte con gli amici come

sto facendo con te adesso Vittorio.

Vittorio : Hai fatto bene Carlo questi giornalisti con i loro articoli

sono inutilmente prolissi ed inopportuni sembra che a loro

sia stata insegnata solo la virgola con fiumi di parole e che

non conoscano il punto.

Carlo : Comincia a mischiare le carte così iniziamo la nostra scopa,

vediamo come ti sei affinato in questi anni nel cantiere dove

tu lavoravi.

Vittorio: Tieni, taglia il mazzo e vediamo chi da carte !

Carlo: Ecco io ho un sei e tu un cavallo, carte a te !

( Mentre Vittorio mischia le carte, apre la scatola dei sigari e gli offre un
sigaro toscano, ricordando che Carlo ha fumato sempre quelli )

Vittorio: Sentirai Carlo che aroma che hanno questi sigari ti piaceran-

no sicuramente! (Distribuisce le tre carte ciascuno e mette le
quattro carte in tavola.)

Carlo: (Dopo avere preso il sigaro ed averlo passato sotto il naso per
sentirne l'odore ed aver tolto con un tagliatesta la parte ini-
ziale del sigaro per avere un maggiore tiraggio, accende il sigaro
ed una nuvola di fumo si diffonde nell'aria lasciando l'aroma
caratteristico del toscano. Iniziano a giocare facendo delle prese)

Grazie sento che ha un buon aroma !

Vittorio: Sento con piacere che dopo tanti anni di forzata lontananza

per le diverse professioni che abbiamo esercitato siamo sempre


in sintonia, sui giornalisti abbiamo le stesse vedute, malgrado

tu sia sempre stato di sinistra ed io un democristiano sfegatato.

Carlo : Si è vero ma non penso che il mio modo di agire nella mia pro-

fessione sia mai stato condizionato dalla mia fede politica.

Vittorio: Non volevo dire questo, e tu lo sai, ti pregherei con me di non

fare il Giudice ma l'amico, spesse volte la deformazione pro-

fessionale ci porta ad apparire più che ad essere!

Carlo: Non volevo minimamente apparire Giudice con te , se ti ho

dato questa impressione scusami! Dove eravamo rimasti ?

Vittorio : Rieccoci, adesso perdi pure il filo del discorso, ma per

semplificarti le cose volevo farti una domanda: “Come mai

dalle scuole tecniche minerarie poi hai scelto di laurearti in

Giurisprudenza? Io sono rimasto coerente con la mia scelta

ma tu perchè hai fatto questa virata ?

Carlo: Ricordi durante una lezione di Arte Mineraria che il nostro

professore ci parlò dei carusi, dei zolfatari, dei picconieri e

dei nobili, rimasi colpito da questi argomenti che decisi di

approfondire e così scprii tutte le ingiustizie il sangue e le

morti che avevano dovuto pagare quelle persone e decisi

di iscivermi in giurisprudenza per arrivare ad essere un

giudice e per evitare che si potessero rinnovare tali ingiusti-

zie nei confronti della povera gente! Era il mio sogno e ci


sono arrivato !

Vittorio : E ci sei riuscito ad evitare tutte le ingiustizie verso la povera

gente ? A giudicare dalle cronache mi sembra di no !

Carlo : Ho istruito e condotto diversi processi per mafia con

positivi risultati ottenendo diverse condanne e liberando

diversi territori dalla influenza di queste malepiante !

Vittorio: Eccola finalmente la parola che aleggiava nell'aria e che

finalmente hai pronunciato riempiendoti la bocca come

fanno tanti e tanti tuoi colleghi. Per la verità era nell'aria

ed è nell'aria che respiriamo ne è piena la Sicilia,l'abbiamo

anche esportata e la respiriamo e lo sai perchè?Perchè abbia-

mo lasciato una rivoluzione incompiuta quella dei vespri

siciliani che attende di essere completata gettando fuori

tutti i nuovi nobili – imprenditori disonesti,politici collusi

ed illusi tutti fuori da questa terra dando lavoro e sviluppo

e solo allora si potrà vincere la mafia!

Carlo: Sei sempre stato un pessimista e mi sembra che visti i recen-

ti risultati non ne abbia ragione.

Vittorio: Ma se siete sempre voi a disegnare nuove mappe e nuovi

assetti ed appena ne avete smantellato uno ne sorgono

subito altri cinque. Mi sembra che vi capiti quello che

successe a De Gaulle quando un elettore gli disse :”Generale


a morte i coglioni !” e lui rispose :” E' un programma troppo

ambizioso !” Così è per voi quando dite basta con la mafia,

intanto è sempre lì viva e vegeta ed impregna tutta la società.

Carlo: Sei caustico e pessimista, io guardo al futuro ed a quello che

si è fatto.

Vittorio: Io guardo a quello che non si è fatto !

Carlo : Per esempio ?

Vittorio: Perchè sono morti Mattei ,Falcone, Borsellino,Livatino,

Impastato,Dalla Chiesa e Libero Grassi etc, ? Perchè

sono stati lasciati soli. Mattei stava cambiando la Sicilia

e l'Italia e se fosse vissuto per altri dieci anni oggi noi

saremo una potenza industriale, ma la mafia voleva fare

un favore alle sette sorelle del petrolio americano che non

riuscivano più ad avere concessioni negli Stati petroliferi

del mondo arabo e così tramontarono i sogni e le speranze

di un popolo così come tramontarono per tutte le altre

vittime.Come fate ad avere una visione così ristretta del

fenomeno ?

Carlo : Non penso che abbiamo una visione ristretta, la nostra è

una visione che viene sempre aggiornata dai resoconti

dei vari pentiti che, con il loro aiuto, ci rendono capaci

di infliggere colpi micidiali alla mafia.


Vittorio: Carlo, scendi dalle nuvole e vieni con i piedi per terra, è

tutta filosofia la tua, la vita politica è intrisa da questo

fenomeno e tutti lo sanno. Te lo ricordi quando frequen-

tavamo il biennio del Minerario nella sezione staccata

vicina alla Stazione ferroviaria, nell'intervallo ci re-

cavamo nella sala d'attesa della stazione una di quelle

volte, tu eri con me, una coppia di fidanzati del

palermitano e solo per avere dato uno sguardo alla

ragazza il fidanzato si alzò e ci disse che se non smet-

tavamo di guardare ci avrebbe riempito di pugni e

di pedate.Tu avesti paura, ma io chiamai un agente

della polizia ferroviaria che intervenne subito redar-

guendolo ed invitandolo ad essere più civile ed edu-

cato. Ricordi cosa disse la ragazza ? “ Non vi siete

comportati da uomini di onore !” Quella frase mi

rimase scolpita e capii quanto profondamente fosse

radicata la mafia nella nostra terra “ Tu, forse lo

hai dimenticato !

Carlo: No, non l'ho dimenticato ma ho cercato di andare

avanti per modificare il modo di sentire delle per-

sone.

Vittorio: Carlo tu lo sai che io sono figlio di un maresciallo


dei carabinieri e che sin da piccolo ho dovuto fare

i conti con questo fenomeno. Quando si diceva che

le strade cantavano essendo le vie con case a piano

terra ed al primo piano, ho conosciuto Don Totò

una persona sui cinquantanni io ne avevo sette che

offrendomi delle caramelle si mise a discutere con

me dicendomi che sarebbe stato mio amico.

Ebbene un vecchio così che sembrava innucuo e

che prendeva il sole seduto davanti all'uscio di ca-

sa, controllava i minatori, i contadini ed aveva

rapporti con i nobili possedeva una casa lussuosa.

Tutti si rivolgevano a lui quando i minatori pati-

vano la fame ed i contadini tiravano la cinghia,

angariati tutti e due dai nobili sanguisughe di

quei tempi. Poi sai che questo vecchio fu mandato

al confino dopo la strage di Ciaculli.

Carlo: Si lo so, ma erano altri tempi, adesso abbiamo i

mezzi e lottiamo per abbattere il loro dominio.

Vittorio: Ricordo che vi era una canzone che diceva:

“ Illusione dolce chimera sei tu !”Questo è il

vostro più grande abbaglio, non vedete eppure

è tutto davanti ai vostri occhi, non udite eppu-


re gridano anche le pietre intrise dal sangue di

tanti innoccenti, non siete capaci di percepire

“l'aria” che non è l'aria del continente, ma l'a-

ria dell'incontinente, si perchè la mafia è come

un cane che piscia per marchiare il suo terri-

torio e per dire :”Io ci sono !”Molti cartelli

stradali che incontri nelle strade siciliane

portano la scritta :” Dio c'è!” non è una af-

fermazione che Dio esista ma una afferma-

zione che dice che in quel territorio vi è un

capomafia a cui rendere conto!

Carlo : Mi sembra che tu esageri in questo tuo modo

di intendere il fenomeno, nei vari processi ci

limitiamo ai “fatti” ed alla loro consistenza

ed interezza, non possiamo affidarci a fanta-

sie ed intuizioni o sensazioni che lasciano il

tempo che trovano.

Vittorio: Ma io ti parlo di fatti vissuti sulla pelle, sulla

mia pelle e che non vengono perseguiti

perchè fanno parte di un modus vivendi che

trova complicità, omertà e connivenza, dif-

ficili da perseguire perchè la bestia si è fat-


ta furba e piscia solo quando voi non la ve-

dete, costantemente !

Carlo: Quali sono questi fatti vissuti sulla pelle ?

Vittorio : Anche io ho cercato di entrare nella Am-

ministrazione della Giustizia partecipando

ad un concorso per Cancelliere,concorso

al quale partecipavano le dattilografe che

allora prestavano la loro opera come cot-

timiste per la trascrizione degli atti proces-

suali e dei verbali. Avevo preso 58 /60 mi

ero preparato bene, ma assistendo agli

esami mi accorsi che ad una di queste pa-

lesamente impreparata fu chiesto di par-

lare del Governo e lei cominciò a parlare

del Parlamento ed il Presidente della com-

missione d'esame un Giudice le disse sot-

tovoce:” No, Signorina , questa è la do-

manda successiva !” Ho capito che le

domande erano state concordate, se

questa non è mafia che cosa è ? E

come avresti potuto perseguirla quando

coloro i quali dovevano perseguirla erano


gli autori del misfatto ?

Carlo: Capisco e ne sono addolorato !

Vittorio: Il dolore non basta, non è finita qui altro
concorso all'Amministrazione Provincia-
le negli scritti prendo 38/40, nella com-
missione come diceva il comico Caruso vi
era l'onorevole Pitichio che agli orali mi
fa questa domanda di storia:”Secondo
lei se Garibaldi non fosse sbarcato a
Marsala ma a Palermo cosa sarebbe
accaduto ?” Io gli dissi di leggere il
programma degli esami e che mi sembra-
va che vi fosse scritto Storia(fatti accadu-
ti) e non tattica militare.Lui mi disse che
ero polemico, ma capii che tutto era già
deciso, avevano già fatto la spartizione e
sapevano già quelli che doveno assumere.

Carlo: Esperienze davvero negative che danno
da pensare!

Vittorio: Non è finita qui, ti sei mai chiesto come
fanno tanti onorevoli regionali eletti co-
me Assessori a sistemare i propri figli in
banca, anche se sono degli asini ?
Una volta dovresti ricordartelo uno dei
nostri compagni si ritirò al primo anno
e tornò a fare il barbiere al suo paese.
Nel frattempo suo fratello si era messo
a fare politica salendo ai vertici della
Regione.Dopo tanti anni mi reco all'Isti-
tuto Autonomo delle case popolari per
sistemare la pratica della casa di mia
madre e lo incontro, ci salutiamo e gli
chiedo se si trovasse lì per qualche pra-
tica da sbrigare, lui mi rispose che era
il Presidente dell'Istituto Autonomo Ca-
se Popolari. Cosa avresti fatto al mio
posto ?

Carlo: Nulla me ne sarei stato in silenzio an-
dandomene schifato !

Vittorio: Così ho fatto io, pensando ai sacrifici fat-
ti per studiare ed alle nottate passate sui
libri, mentre lui diceva al suo garzone:”
Ragazzo spazzola !”

Carlo : Interessante e poi ?

Vittorio : Poi ci sono le esperienze da tecnico

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