I sonetti romaneschi di Vagabondo

[Vagabondo]

LI RICORDI DE NONNA

Tutta la notte, sgrani quer rosario
Fra un ciappottà de Patre, Ave e Gloria.
Poi ‘gni matina è ‘na giagulatoria:
n’artra Resurrezione dar carvario.

Festeggi come fusse ‘na vittoria
li novant’anni e peschi dar breviario
‘na lode pé “Chi giostra er calennario”
e ha scritto un anno in più sopra ‘na storia.

E solo mo te senti l’ossa rotte
De quanno che tu padre incavolato
Te portò a casa e te gonfiò de botte.

Te pizzicò a fa un ballo indiavolato
Co un giovine maestro de Foxtrotte
che solo l’anno scorso t’ha lassato.

GIUSEPPE CAPORUSCIO

Legenda

Ciappottà: Biascicare

[Beldanubioblu]

vagabondo ho gia avuto occasione di leggere le opere che posti
e ti ho gia fatto i miei complimenti
te li rinnovo qui
con la feicita' sempre nuova di ritrovarti.

Lucia

[Vagabondo]

Ciao Lucia

Anche per me è bellissimo (ma ormai non più una sorpresa conoscendoti)ritrovarti in tutti quei luoghi dove i buoni sentimenti e la fede alimentano le nostre esistenze

Un carissimo fraterno abbraccio

da
Vagabondo

[Vagabondo]

Con questo mio elaborato vorrei mettere in risalto lo stretto rapporto tra le molte vite vissute di falsi valori e la solitudine che queste propongono propio nella terza età, periodo in cui come un boomerang a volte tornano indietro le effimere esistenze fatte di immagine e superficialità, al cambio trasformate in sofferenza e abbandono.

Anche se mi rendo conto che il finale del sonetto dificilmente si realizza, mi piace pensare che anche tardi, anche nel momento del bisogno, l'uomo possa ricordare che qualunque sia il propio stato, una voce d'amore nel cuore, purché lo si predisponga a questo, la può sempre ascoltare.



Er Reduce Dé La Dorce Vita
(Vecchio Play Boy)

Te spoji e ner levatte la majetta
litichi có ‘no specchio buggiarone
ch’ar posto tuo, te fà vedé un bidone
có li capelli bianchi e la panzetta.

‘Sto boccio nun pò esse er vitellone
croce e delizia d’ogni regazzetta
o in fuga a notte assieme all’attricetta
cor paparazzo appresso sur vespone.

Ner letto, sparsi, foji dé giornale,
só pezzi dé ‘na vita che oggi mòre
fra gocce d’agonia che fanno male.

Ma mó, vicino a te c’è ‘na gran donna;
così smorzi la luce e còre a còre
parli d’amore in braccio a la Madonna!

Giuseppe Caporuscio



Un caro abbraccio a tutti

Vagabondo

[Katietta-64]

Caro Vagabondo,
la tua poesia è cmq caratterizzata da quella speranza e da quell'invito alla riflessione, che, a indipendenza se sia sempre realizzabile o meno il suo finale, getta quei germogli che forse, fosse anche solo in una persona, possono fiorire.
Inoltre affidi l'abbandono e il conforto di certe anime alle braccia di Maria e quando si tratta dell'amore di una Madre per i suoi figli, nulla è impossibile.

Un abbraccio

[miriam bolfissimo]

Mio carissimo vagabondo, ma quanto mi piace là, dove hai scritto...

...che solo l’anno scorso t’ha lassato...

...che ci ho trovato tutta la poesia di un arrivederci che agli occhi di molti, che ragionano di confini, pare un addio... quanto mi piace!

Un abbraccissimo, miriam bolfissimo

[sandanydp]

Caro Vagabondo, è proprio vero quando si dice che "il romano" quello che ha in bocca ha nel cuore. E tu devi avere un CUORE grandissimo. Mi fa piacere sentire il diaetto della mia città.
Un abbraccio amichevole S Dany

[Vagabondo]

Un grazie di cuore per l'apprezzamento del messaggio che cerco di portare nel mio piccolo attraverso la mia poesia.

Ed ora un nuovo sonetto dove nasce l'urlo silenzioso di chi, spesso, non può gridare al mondo le piaghe sanguinanti che ha nel cuore, che rischiano di diventare una cicatrice indelebile nel cosrso della sua esistenza.


ER BRUTTO GIOCO
(Pedofilia)

‘Na regazzina gioca e strigne ar petto
‘na bambola che cunnola e accarezza
pé daje protezzione e tenerezza
riempennola de coccole e d’affetto.

Ma “l’omo nero”, che nun c’hà rispetto,
la chiama a tradimento e la dorcezza
sparisce pé fa posto all’amarezza
d’un angelo all’inferno sopra un letto.

Vorebbe svicolà, sentisse viva,
ma nun sa rifiutà quer brutto gioco
che poi la fa sentì così cattiva.

E allora va dall’orco rassegnata,
mentre un pantano ignótte a poco a poco
lo strazzio… de na bambola infangata!

Giuseppe Caporuscio

[miriam bolfissimo]

Mio carissimo vagabondo, nella condivisione... (me la correggi?)

• ...pe st’amabile bambola infangata
  darei ogni calda lacrima mia:
  pe lavalla, scadalla, e falla brillà
  anche più de prima, fino a che torna
  a scintillà la sua anima innocente...

Un abbraccissimo, miriam bolfissimo

[Vagabondo]

Io pé 'sta dorce bambola infangata
verserebbe ogni lacrima da s't'occhi,
'che la lavi, la scalli e la imbrillocchi
infino a quanno nun sarà tornata
a scintillà innocenza prefumata!


Credo di non aver cambiato il senso di ciò che volevi dire.


Un'amichevole abbraccio a tutti

da
Vagabondo

[miriam bolfissimo]

Unabbraccissimofelicissimodiqlchelegge, miriam bolfissimo