POETIXCASO - La Poesia on line il primo dei Poetixcaso

La presente antologia raccoglie le poesie di un folto gruppo di autori che fanno parte di un cenacolo letterario quanto mai moderno e adeguato ai nostri tempi. Infatti la loro collaborazione, lo scambio di opere, la conoscenza e la partecipazione ad un progetto comune di produzione artistica, nascono in un sito Internet (www.poetixcaso.it) che funziona un po' da tavolo intorno al quale i poeti confrontano la propria creatività. A pensarci bene non deve essere andata molto diversamente nel Duecento (mezzo tecnologico a parte) a personaggi quali Pier della Vigna, Jacopo Mostacci, Jacopo da Lentini, allorquando, presso la corte di Palermo, sotto la guida dell'imperatore, filosofo e poeta egli stesso, Federico II, fondarono quella che nei libri di Storia della Letteratura Italiana viene ricordata come “Scuola siciliana”, la prima in Italia a concepire una letteratura organica, in versi e in lingua romanza non più provenzale. Il primo esempio, quindi, di consesso di poeti che lavorano in gruppo, coscienti dell'obiettivo comune che li tiene uniti e che li fa ruotare intorno ad una poetica condivisa. Ma è propria di tutte le epoche la tendenza, da parte di chi fa poesia, di cercare e trovare altre voci ed altre orecchie complici e sensibili, al fine di sentirsi uniti, di essere meno soli, di crescere insieme nel cammino artistico: è stato così per la poesia degli Stilnovisti, ancora nel Duecento, per le corti rinascimentali, per l'accademia dell'Arcadia settecentesca fino ad arrivare al “Gruppo 63” dei poeti della neoavanguardia sul finire del secolo appena trascorso.
I Poetixcaso, di cui è qui presentata una scelta antologica piuttosto esauriente, si inseriscono in questa naturale tendenza degli artisti a fare gruppo e danno vita ad un'iniziativa, potremmo anche dire ad un fenomeno, che tra i molteplici aspetti positivi che sottende annovera quello, non certo ultimo, della reciproca conoscenza, della comunicazione e dello scambio affettivo, tutte cose che sappiamo benissimo presentarsi purtroppo sempre più rare nella nostra società, e per questo più preziose, insostituibili. Si incontrano nel sito attraverso le loro parole, i loro versi, e si conoscono attraverso le emozioni, concentrando quella che diventa ben presto una particolare e solida amicizia, intorno agli aspetti più genuini e puliti della personalità e della storia di ciascuno che emergono dalle singole produzioni letterarie. Poc'anzi ho fatto riferimento all'Arcadia: mi ha incuriosito il fatto che di quell'Accademia poetica questi autori hanno mantenuto l'uso di firmare le proprie composizioni con un nome d'arte (“nik”); esattamente come Giuseppe Parini, che in Arcadia si firmava con lo pseudonimo Ripano Eupilino, e Pietro Trapassi, meglio conosciuto come Metastasio, dal suo nome arcadico che era poi la traduzione grecizzante del suo cognome da borghese romano.
Sotto la firma dei loro nomi d'arte, questi poeti per caso (ma la casualità in questa vicenda sembra essere provvidenziale e meravigliosa) offrono adesso, per la prima volta in volume, quello che fino a qui è stato quasi sempre leggibile solo sullo schermo di un computer: sentimenti, brandelli di vita, nostalgie, piccoli e grandi dolori da affrontare insieme ad un gruppo di amici, ricordi, volti e descrizioni di persone care. E pensieri, i tanti pensieri che hanno lasciato volare per mesi nei loro indirizzi web e che ora si fermano per un poco, sulle pagine di questo libro, a testimonianza del fatto che il loro progetto ha ormai una consistenza notevole e può arricchirsi senza timore di nuove possibilità, di altre forme comunicative.
Il fondatore e coordinatore dell'iniziativa, Giammarco De Vincentis, - “Cepostaperme” (con le cui poesie si apre la rassegna di versi ivi raccolta) non poteva sperare in meglio, in quel giorno di gennaio del 2001 in cui ha visto la luce l'idea dei poetixcaso; certamente un'idea salvifica, che ha sottratto qualcuno alla solitudine e all'amarezza del silenzio, o ha permesso a qualcun altro, a quanto pare di capire, di rendersi conto che condividere la propria interiorità rendendone partecipi altri amici, anche sconosciuti, è un modo per esaltarla, illuminarla di nuova luce e riconoscerla per quello che è realmente: importantissima.
Come curatore della parte critica della presente opera, ho provveduto ad introdurre alla lettura delle poesie di ciascun autore cercando di individuare quella che, a mio avviso, può essere considerata la poetica portante dei versi che ognuno ha scelto per questa pubblicazione; ho utilizzato in ogni caso il linguaggio critico ed analitico che viene abitualmente impiegato in sede di disamina delle opere poetiche, cercando di fare in modo che la lettura delle poesie risulti, se non proprio chiosata, almeno definita in alcune delle molteplici chiavi di lettura che potevano volta per volta essere evidenziate. Se gli aspetti tematici sono quasi sempre risultati come i più interessanti da far notare, non ho mancato, laddove la lettura me lo suggeriva, di commentare lo stile impiegato da ogni singolo poeta, il suo particolare modo di costruire il verso, di impostarne la metrica ed il ritmo e di impiegare e accostare parole ed espressioni.
Qualche introduzione è più lunga, qualcuna più corta, ovviamente; la lunghezza del mio scritto, sia chiaro, non ha alcuna intenzione di assurgere ad arbitro di merito, perché nella critica, come anche nella poesia, per fortuna non si adoperano unità di misura. Ho semplicemente scritto quanto mi comunicavano le mini-raccolte che ciascun artista ha voluto sottoporre all'attenzione dei lettori del libro, senza inventare o andare oltre i suggerimenti critici suscitatimi dai versi. Spero di essere riuscito, almeno qualche volta, a guardare con occhio giusto dentro le immagini delle quali i poetixcaso hanno voluto renderci partecipi; spero altresì di aver offerto in tutte le occasioni uno spunto critico capace di avviare alla lettura delle opere.
Un denominatore comune di validità che lega insieme tutti i poeti qui antologizzati è l'autenticità, vorrei dire (ricordando Saba), l'onestà poetica che li caratterizza, che fa loro presentare versi personali, molto spesso originali, sentiti, vissuti con partecipazione emotiva talvolta struggente ma sempre fresca e vitale. Confesso che mi sono stupito del fatto che dall'oggetto più “impoetico” e freddo, per definizione e per natura intrinseca, al quale si appunta ormai la maggior parte dell'attenzione di tutti coloro che vivono nel nostro mondo, possa nascere un'esperienza così calda e toccante, che annulla distanze e solitudini, che avvicina e accomuna. Mi consolo; questo libro, per il cammino da cui proviene, è la testimonianza lampante che le macchine, anche le più sofisticate, sono ancora al servizio dell'uomo e delle cose migliori che egli sa produrre, non solo con la razionalità del calcolatore, ma anche, per fortuna, con il vigore impagabile del suo animo e con la schiettezza del suo cuore.
Completano la raccolta le sezioni “Le poesie di Chat”, “Le poesie di Forum” e “I piccoli poeti", tre angoli preziosi di questo volume per i quali occorre spendere qualche parola. Chat è una sorta di “gioco-incontro” sulla poesia, composta a più mani, dato un titolo di partenza, in tempo reale. Si tratta di una vera e propria riunione, nella stanza privata “ilmuro”, con tanto di moderatore, traccia poetica, votazioni e composizione collettiva, a collage, o a mosaico, dal momento che esiste un assemblaggio finale che intende rendere omogeneo quanto prodotto. L'esperimento è assolutamente interessante e in vari casi produce buoni frutti, anche se, data l'originalità e la novità dell'iniziativa, necessita ancora di qualche periodo di rodaggio. Forum prevede lo stesso la composizione a più mani di poesie ma non in un'unica seduta, e a decidere quando e come interrompere la composizione non è un moderatore ma il poeta che ha lanciato l'idea. Un uso davvero curioso della tecnologia, utile tra l'altro a non far perdere di vista il bisogno che gli uomini, tutti, hanno della poesia in un tempo che va in direzione decisamente contraria.
Nei due casi sopracitati non ho ritenuto utile entrare in sede critica perché ho intuito che non sarei riuscito a rispettare l'esigenza imprescindibile di sintesi che si richiede in questi casi; per il rispetto di tale parametro ritengo che l'individuazione di tematiche e spunti critici debba essere necessariamente individuale, onde evitare discorsi molto più complessi e, temo, anche farraginosi e poco organici. Ho privilegiato, nelle mie introduzioni, l'autore nella sua complessità, anche se solo riferita a poche poesie; l'analisi derivante da composizioni-mosaico mi avrebbe portato molto più lontano.
Infine ci sono le poesie dei bambini, che non hanno bisogno di presentazioni, intanto perché la loro personalità, anche artistica, è in via di formazione e quindi in nessun caso definibile, e poi perché il gioco della composizione poetica, per loro, è un salutare esercizio di purezza che, come tale, deve rimanere incontaminato.
Concludo con un plauso del tutto personale a chi ha avuto l'idea di mettere in piedi questa corrispondenza di canti e a chi ha seguito e porta avanti la stessa idea, a tutti coloro che, con questo libro, vogliono donarci una sezione importante delle loro vite, mettendoci a parte delle interpretazioni del mondo che scaturiscono dai luoghi più profondi del loro essere e dei sogni con i quali ci lasciano ancora la speranza del volo
(Alessandro Mancuso).