per vedere un filmato e ascoltare con la mia voce.Cari amici oggi 07 Maggio 2009 sono stato con mia figlia Roberta all’Aquila per recuperare , dall’alloggio in cui abitava, alcuni suoi effetti personali . Mia figlia studiava nel capoluogo all’università, Ingegneria Edile e quella sera del terremoto, grazie a Dio era a casa perché due giorni prima dopo l’ennesima scossa ,che si ripeteva da almeno quattro mesi, l’ho riportata a casa perché non mi sentivo tranquillo.
Anche nel mio paese la scossa è stata forte, abbiamo subito danni ad alcune strutture pubbliche e ad abitazioni private, ma grazie a Dio non abbiamo avuto perdite umane.
Sapevo gia che sarebbe stato emozionante trovarmi nella cittadina dove ho vissuto durante il servizio militare, spesso sono stato in ospedale per problemi di salute e dove mi recavo per lavoro.
Oggi mi sono sentito parte anche dell’aria che respiravo.
Sembrava tutta normale, la città vista dal casello dell’autostrada, ma subito al suo ingresso, appariva la prima tendopoli allineata e silenziosa.
Arrivati verso la parte centrale c' erano evidenti i segnali di quello che è accaduto, un aria triste anche se qualche negozio ha apposto fuori dal locale la parola scritta in caratteri cubitale, SIAMOI APERTI..
Qualche metro piu in avanti poi... il silenzio totale.
Ci sono case che sono diventate un mucchio di polvere e sassi stritolati, scomparse nel nulla, vicino ad altre quasi perfette ed altre ancora gravemente danneggiate, sembrava che ci sia stato un bombardamento, piu che un terremoto.
Posti di blocco che delimitano , la parte piu pericolosa e impediscono a tutti di passare.
Solo chi ci abitava puo’ accedervi, aspettando il suo turno, ma accompagnato da una squadra di vigili del fuoco.
Siamo stati scortati da tre giovani con il loro camion di servizio e sono rimasti a disposizione fin quando ne abbiamo avuto bisogno.
Al quarto piano quando siamo arrivati , nonostante che la casa vista dal di fuori, sembrava che avesse tenuto bene, abbiamo trovato la desolazione.
Mobili rovesciati, muri scrostati, pareti che non ci sono piu.
C’erano calcinacci dappertutto, ma quello che mi ha piu colpito è stato un leone di pelouche con il suo piccolo leoncino, che teneva stretto a se.
lo avevo regalato a mia figlia tanti anni fa e lei ha voluto portare con se per metterlo sul suo letto, cosi come aveva fatto per anni nella sua cameretta di casa.
Metto qui alcune foto e un breve filmato, per dare l’idea di come si rincomincia cercando di recuperare quello che il terremoto non ci ha portato via e di far capire a tutti che ad ognuno puo’ succedere quanto è capitato a noi.
Siamo quelli che oggi vivono dentro la televisione, nelle pagine dei giornali, dove prima o poi ci finiremo tutti., perché la vita ci riserva anche brutte sorprese,.
Quello che è successo all’Aquila deve essere anche testimonianza, di quanto le persone sono buone e sanno aiutarsi, perché spesso siamo dipinti dell’esempio di quei pochi cattivi che si mettono in piazza e non restano inosservati.
C’è amore, solidarietà nello sguardo di quei volontari che si danno da fare per non far perdere la speranza a chi vive dentro una tenda.
Ci sono dei veri Angeli Custodi, che non fanno il loro lavoro solo per mestiere, ma perché se lo sentono nel cuore, la loro è una vocazione e solo Dio potrà ricompensarli, noi non avremo mai le parole giuste.
A loro voglio dire grazie perché hanno frugato tra polvere e calcinacci, per recuperare qualcosa che non ha tanto valore in termine di danaro, ma è il modo per dire ... rincominciamo a vivere da dove ci siamo fermati..
Giammarco De Vincentis
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