Anno liturgico 2013 - 2014

Omelie di Monsignor Antonio Riboldi e altri commenti alla Parola, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven giu 27, 2014 8:34 am

      • Santi Pietro e Paolo Apostoli. 29 giugno 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 12,1-11
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L'angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L'angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva»..



Dalla secona lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 4,6-8.17-18
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.



Dal vangelo secondo Matteo 16,13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».




    • Sinfonia di comunione
    Quando Gesù inviò i suoi discepoli ad annunciare la buona novella del Regno «li mandò a due a due»: il cristianesimo ha origine da “uno” che è Gesù ed è diffuso da “due” che è la Chiesa! Mi sembra importante riconoscere che la verità ha un’unica origine ma è garantita solo dalla molteplicità dell’attestazione. La Chiesa non conosce solisti nell’annuncio, non sono tollerati i personalismi: solo la comunione ha legittimità di cittadinanza! Ne sono un esempio mirabile Pietro e Paolo. Basta scorrere i testi degli Atti degli Apostoli per notare l’abissale differenza tra la sensibilità di Pietro e quella di Paolo: Pietro, umile pescatore, discepolo della prima ora, legato fortemente al suo mondo giudaico, conservatore; Paolo, uomo di grande cultura, discepolo “assunto” all’ultima ora, educato alla dura e pura legge farisaica tuttavia profondo conoscitore della cultura ellenistica.

    Due uomini estremamente diversi eppure punti di riferimento inequivocabili della medesima Chiesa! Hanno dovuto incontrarsi e scontrarsi a “viso aperto” per trovare un accordo intorno alle reciproche diversità facendo di tutto per assicurarsi sull’autentica riferibilità delle mutue sensibilità al pensiero di Cristo: ne è uscito un capolavoro di comunione, intreccio di diversità, ricco di complementarietà! Questa è la Chiesa: non una realtà monocorde e standardizzata ma una sinfonia di caratteri e temperamenti tutti funzionali al medesimo annuncio del Vangelo di Gesù! Non spaventiamoci né scandalizziamoci se nella Chiesa troviamo il progressismo e il conservatorismo, il permessivismo e l’intransigenza, la leggerezza e la radicalità… È dentro la tensione di questi estremi che si insinua l’amore di Cristo che tutto unisce… Festeggiare Pietro e Paolo nello stesso giorno è annunciare la stupefacente meraviglia della Chiesa: comunità che resiste nel tempo nonostante le contraddizioni e i contrasti… è lo Spirito la sua anima...
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven lug 04, 2014 9:12 am

      • XIV Domenica del Tempo Ordinario. 6 luglio 2014
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Dal libro del profeta Zaccaria 9, 9-10
Così dice il Signore: «Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina. Farà sparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme, l'arco di guerra sarà spezzato, annunzierà la pace alle genti, il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume ai confini della terra».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 9. 11-13
Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.



Dal vangelo secondo Matteo 11, 25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».




    • Riconoscere Gesù
    Come siamo fatti strani… sembra sempre che la il nostro modo di leggere la realtà sia esattamente il contrario di come l’abbia pensata Dio! Per noi, una persona è grande quando realizza imprese eroiche e vistose… per Dio, al contrario, quando compie il proprio dovere nel segreto della sua quotidianità! Per noi, una persona è ammirevole quando ha mezzi e strumenti per imporsi all’opinione pubblica e ritagliarsi un ruolo di primarietà sulla scena mediatica… per Dio, al contrario, sono i mezzi poveri ad assicurare la forma della grandezza e della santità…

    Per questo accade che Gesù non è riconoscibile dal mondo come il Signore: Egli ha scelto la via del nascondimento, della ferialità, dell’umiltà, della mitezza… linguaggi non intercettabili dalle logiche del mondo. Gesù lo stigmatizzerà pacificamente «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza». Sono i semplici i privilegiati di Gesù proprio perché sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda: nel momento in cui cerchiamo Gesù dentro punti di vista mondani è inevitabile incorrere in grandi delusioni ed equivoci! Gesù non si mostra in maniera da attirare gli sguardi… non usa messi di persuasione obbliganti… si fa presenza discreta e pacata nella vita ordinaria, proponendosi come via di consolazione e di pace.

    «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro»: Gesù si mette accanto all’uomo e invita ad una scelta per lui… non si impone, non bombarda a raffica persuadendo della sua divinità… non cerca consenso dentro contesti di benessere e di ricchezza… Anzi! Sono gli affaticati e gli oppressi ad interessarlo! Non è venuto a prendere qualcosa, ma a dare! Chi è sazio difficilmente incorrerà in Gesù i discepoli di Gesù sono sempre stati i poveri e i bisognosi… siamo davvero tali?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven lug 11, 2014 9:05 am

      • XV domenica del Tempo Ordinario. 13 luglio 2014
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Dal libro del profeta Isaia 55, 10-11
Così dice il Signore: Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 18-23
Fratelli, io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità — non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa — e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.



Dal vangelo secondo Matteo 13,1-23
Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca; si pose a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: "Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani". Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono! Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».




    • Sinfonia di comunione
    Dio è "uscito" a seminare! Non è rimasto a casa, bello e tranquillo, ad attendere i frutti della seminagione altrui! Sappiamo – Gesù ce lo ha ricordato – che c'è anche il maligno a seminare i suoi semi... e sembra che i frutti del maligno siano più numerosi e resistenti dei frutti di Dio! Dio non contrasta l'opera del maligno con azioni violente e cattive ma, con amore e gratuità, continua a seminare... a destra e a manca, senza badare a spese! ...prima o poi il suo seme buono attecchirà! Gesù racconta la Parabola del buon seminatore per consolare i suoi discepoli: sono un po' delusi perché molti sono quelli che contrastano il Maestro... e loro non se ne capacitano! Non capiscono perché gli uomini non riescano a riconoscere in Gesù il Messia... Forse, credono, sarebbe necessario usare un linguaggio più diretto... Se Gesù fosse meno enigmatico nel suo rivelarsi molti di più comprenderebbero! Non è così: chi non vuol vedere anche se vede non vede, così chi non vuol sentire anche se ode non sente!

    La scelta di Dio rimane un'opzione preferenziale per la libertà: il seme interpella la terra, chiede ospitalità, chiede cura... sarà abbondante la riconoscenza del seme nel momento della raccolta! Me senza accoglienza il seme o morirà, o sarà portato via o sarà soffocato... È lo scacco dell'amore! L'indifferenza, la chiusura, il menefreghismo... Dio ha detto tutto quello che doveva dire! Non c'è altro che l'uomo debba aspettare! Quante volte anche noi discepoli di oggi pretendiamo che Dio faccia ancora qualcosa per convincere il mondo della necessità di convertirsi... eppure non abbiamo risposta se non la continua e pressante Parola del Vangelo: «Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Abbiamo tutto... manca solo il nostro ascolto...
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven lug 18, 2014 3:25 pm

      • XVI domenica del Tempo Ordinario. 20 luglio 2014
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Dal libro della Sapienza 12, 13. 16-19
Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall'accusa di giudice ingiusto. La tua forza infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti. Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono. Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di pentirsi.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 26-27
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 13, 24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla una parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: "Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste" fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!».




    • Occupati a seminare
    Non mettere zizzania”: quante volte l’abbiamo detto o ce lo siamo sentiti dire! Quando nelle chiacchierate con gli amici ci viene da parlare contro qualcuno, insinuando dubbi e perplessità… È più forte di noi! È come se seminando un po’ di male nella vita degli altri lo togliessimo dalla nostra… Non ci accorgiamo di essere strumenti nelle mani del maligno… Gesù racconta la parabola del buon seme e della zizzania: Dio si occupa del bene e il diavolo del male! C’è una distinzione netta e chiara! Non c’è mai uno scambio di ruoli… Dio promuove il bene e chiede a noi di fare altrettanto! L’occupazione principale consiste nel seminare un futuro carico di frutti. Il maligno non pensa ai frutti! Non guarda al futuro! la sua unica ambizione consiste nel contrastare il bene… perché, non è dato di capirlo…

    Ebbene: la tentazione dei discepoli sarebbe quella di estirpare la zizzania seminata dal maligno! Distratti dal male, lasciarsi irretire dal bisogno di fare i censori del male a tutti i costi… Non è così che vuole Dio: l’occupazione del discepolo deve essere solo e soltanto di promozione del bene! Il male, inevitabilmente, si insinua… di notte… quando meno ce lo si l’aspetta! La certezza è che il bene ha la meglio sul male! Che di bene si vive…

    Non dobbiamo vivere la vita cercando di combattere contro la morte: è una lotta inutile! La vita va vissuta nella strenua dedizione al bene! Sul bene fatto saremo giudicati! Non sui trofei conquistati nella lotta contro il male! Questo vuol dire disinteressarsi totalmente al male? Niente affatto! La vigilanza sul male e la consapevolezza della sua presenza ci devono sempre tenere ben svegli, ma l’intervento salvifico non sarà mai appannaggio dell’uomo… Sarà Dio, nel tempo fissato, a togliere la zizzania e dare al buon grano la giusta destinazione! Adoperiamoci a coltivare e a fare crescere! Non perdiamo la vita a togliere le erbacce dimenticandoci di seminare… rimarremmo a mani vuote!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven lug 25, 2014 2:55 pm

      • XVII domenica del Tempo Ordinario. 27 luglio 2014
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Dal primo libro dei Re 3, 5. 7-12
In quei giorni il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: «Chiedimi ciò che io devo concederti». E Salomone disse: «Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?». Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza nel governare. Dio gli disse: «Perché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause, ecco faccio come tu hai detto. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 28-30
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.



Dal vangelo secondo Matteo 13, 44-52
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».




    • Tempo per cercare il Regno di Dio
    Ancora parabole. Gesù fa di tutto per farsi comprendere e per semplificare l'accesso al mistero. Eppure molti non riescono a capire ugualmente. Soltanto l'amore permette di intendere la verità: tant'è che solo i discepoli, poiché stanno sempre con il Maestro, hanno la possibilità di chiedere lumi sul senso di ogni Parola pronunciata e conoscono i segreti del regno di Dio. Il Regno di Dio, infatti, benché sia un dono per tutta l'umanità, solo qualcuno è in grado di trovarlo! È nel campo del mondo: bisogna avere la voglia di cercarlo... e trovato rimetterlo nel campo - non tenerlo per sé - e comprare il campo intero! Bellissima questa immagine, apparentemente insensata: il tesoro è un tutt'uno con il campo come Dio è un tutt'uno con l'uomo!

    Non si può pensare di aver trovato di Dio se abbandoniamo il campo in cui è nascosto, l'uomo... Il Regno di Dio, inoltre, chiede radicalità! Non si può possederlo senza aver investito tutta la vita! Sia nella prima parabola che nella seconda, lo scopritore del Regno «va e vende tutto» per acquistarlo! Non bada a spese! Il Regno di Dio non è un'occupazione che ci deve prendere i tempi morti della vita: dalla serie non so che cosa fare, penso un po' a Dio... Il Regno di Dio o è la questione che catalizza tutta la vita o non sarà mai davvero recepito! Stiamo vivendo quasi tutti il tempo delle vacanze... i ritmi caotici e stressanti del lavoro si annullano... desiderosi solo di divertimento e di distrazioni... il rischio è quello di annullare totalmente anche la mente ed il cuore... Così se durante l'anno il Regno di Dio è lasciato da parte perché troppo occupati dalla frenesia del lavoro, durante l'estate è pure marginalizzato perché lo svago non deve avere limitazioni... Intanto però la vita passa e il tesoro che veramente ci farebbe ricchi resta nel campo... inutile e infruttuoso... Chi ha orecchi intenda...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ago 01, 2014 7:40 am

      • XVIII domenica del Tempo Ordinario. 3 agosto 2014
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Dal libro del profeta Isaia 55,1-3
Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,35.37-39
Fratelli, chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.



Dal vangelo secondo Matteo 14,13-21
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ago 01, 2014 7:41 am

      • XIX domenica del Tempo Ordinario. 10 agosto 2014
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Dal primo libro dei Re 19,9.11-13
In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9,1-5
Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.



Dal vangelo secondo Matteo 14,22-33
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ago 01, 2014 7:41 am

      • XX domenica del Tempo Ordinario. 17 agosto 2014
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Dal libro del profeta Isaia 56, 1.6-7
Così dice il Signore: « Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché prossima a venire è la mia salvezza; la mia giustizia sta per rivelarsi». Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare, perché il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 11, 13-15.29-32
Fratelli, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti? Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza, così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!



Dal vangelo secondo Matteo 15, 21-28
In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». Ma quella venne si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ago 01, 2014 7:42 am

      • XXI domenica del Tempo Ordinario. 24 agosto 2014
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Dal libro del profeta Isaia 22, 19-23
Così dice il Signore contro Sebna sovrintendente del palazzo: «Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno chiamerò il mio servo Eliakim, figlio di Chelkìa; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 11, 33-36
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! "Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio?". Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.



Dal vangelo secondo Matteo 16, 13-20
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 01, 2014 3:04 pm

      • XXII domenica del Tempo Ordinario. 31 agosto 2014
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Dal libro del profeta Geremia 20, 7-9
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 12, 1-2
Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.



Dal vangelo secondo Matteo 16, 21-27
In quel tempo, Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni».




    • La fatica evangelica
    C'è poco da fare: seguire Gesù richiede coraggio e abnegazione! È assolutamente vero che il Vangelo è buona notizia e salvezza radicale dell'umano ma è necessario passare attraverso la dura prova della croce, del sacrificio, della perdita di sé! Quando sento parlare certi predicatori che spacciano il Vangelo a basso costo, come se fosse una proposta di vita tutta in discesa mi va il sangue al cervello… Gesù chiede in maniera esplicita uno strappo: ci deve essere un "prima" e un "dopo" l'incontro con Lui! Voglio fare solo degli esempi che ci aiutino a capire meglio: proviamo a pensare al perdono. Non ditemi che un cristiano può comportarsi come gli detta il cuore nel momento in cui subisce un torto! La reazione spontanea sarebbe quella della vendetta, della rivalsa, o perlomeno, della chiusura… eppure il Vangelo chiede perdono "fino a settanta volte sette"… Si provi a pensare al matrimonio: non ditemi che sia scontato che un uomo e una donna, incontrati in giovane età, si amino teneramente tutta la vita! Quando le mancanze e i torti subiti si sommano uno dopo l'altro e la passione cala che cosa sostiene l'unione indissolubile degli sposi se non la consapevolezza che lo scopo della vita sta nel "perderla" per amore?

    Non si può assolutamente dire che essere cristiani sia una passeggiata: Pietro chiese a Gesù di evitare la via della croce per realizzare il suo progetto di salvezza… avrebbe potuto benissimo percorrere altre strade! Ma così doveva essere… Pietro si è beccato del "satana" per aver prospettato strade accomodanti! Gesù non ha mezzi termini: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà». Conclusa l'estate vacanziera, che ha sempre i tratti del godereccio, riprendiamo in mano la nostra vita e mettiamo nuovamente ordine! È necessario, se non vogliamo perdere "la vita piena"… eterna…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 05, 2014 10:34 am

      • XXIII domenica del Tempo Ordinario. 7 settembre 2014
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Dal libro del profeta Ezechiele 33, 7-9
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai”, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13, 8-10
Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.



Dal vangelo secondo Matteo 18, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».




    • Forse qualcosa stiamo sbagliando
    Certamente qualcuno di voi si ricorda quando il mondo girava in una maniera diversa da oggi… Ci sono le innovazioni tecnologiche… e va bene! Ci sono maggiori opportunità di studio e approfondimento… e va bene! Ci sono possibilità di interazione tra culture di mondi diversi… e va bene! Ma possibile che i valori che hanno fatto la storia da generazione e generazione siano tutti da archiviare?

    Penso a quando a una coppia di un tempo capitava di avere un figlio al di fuori del matrimonio… scandalo e scalpore in tutto il paese! Oggi si spinge affinché coppie omosessuali possano costruirsi figli a piacimento… Penso a quando una persona moriva suicida e le veniva negato persino un pezzo di terra benedetta… Oggi si spinge perché le persone che non desiderano più vivere possano “uccidersi dolcemente” attraverso servizio sanitario pubblico! Penso a quando un uomo ed una donna andavano a vivere assieme senza passare dalla celebrazione del matrimonio… schiaffo alla famiglia e alla comunità! Oggi si spinge perché ognuno possa mettersi assieme a chi desidera rendendo meno vincolanti i legami coniugali! Penso a quando le mamme e i papà istruivano i bambini a non accettare le caramelle dagli sconosciuti… ci sarebbe potuta essere droga o alcolici! Oggi si spinge perché la droga - cosiddetta leggera - possa essere accessibile a chiunque in un normale bar di paese! Penso a quando a scuola la maestra rimproverava ed eventualmente dava anche uno scapaccione all’indisciplinato, con il plauso dei genitori… Oggi si spinge affinché ogni scuola abbia supporti psicologici perché, con giri e rigiri di parole dolci, i bambini siano messi nelle condizioni di non attraversare mai alcun tipo di difficoltà…

    Potrei continuare l’elenco all’infinito… non sono un nostalgico: solo mi chiedo se non abbiamo perso un po’ la rotta… «se io dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai”, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te».
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 12, 2014 1:43 pm

      • Esaltazione della Santa Croce. 14 settembre 2014
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Dal libro dei Numeri 21, 4b-9
In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.



Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi 2, 6-11
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.



Dal vangelo secondo Giovanni 3, 13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».




    • La Parola della Croce
    «Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto?”»: mi piace questa forma di dialogo tra l’uomo e Dio così sanguigna, così vera, così terra-terra! Come sarebbe bello se togliessimo ogni formalismo, ogni astrattezza, ogni fumosità nel nostro rapporto con l’Onnipotente! Il popolo d’Israele ci dà un esempio splendido di come la sua relazione con Dio non fosse una parodia, una caricatura: c’erano esigenze e bisogni veri, c’erano gioie e dolori veri… e c’erano risposte forti e chiare, con tanto di promesse e di prese di posizioni ben precise!

    Anche la Croce di Cristo, sono convinto, è stata una risposta concreta e tangibile a domande struggenti che da parte dell’umanità giungevano al cuore di Dio… “Perché non fai nulla di fronte a tante ingiustizie? Perché lasci morire chi compie impeccabilmente la tua volontà? Perché non castighi i cattivi, i corrotti, i malvagi?”… Dio non si tira indietro! Risponde. Ovviamente risponde come vuole, non dicendo quello che l’uomo si vuol sentire dire… Dio non abbandona nessuno alla morte ma non può far nulla a fronte del male se non amare e insegnare il linguaggio del perdono! Non si può dire a Dio di non aver risposto… al limite si può sostenere che la sua risposta non ci è piaciuta… ma il messaggio è inequivocabile!

    Oggi rilevo due atteggiamenti sbagliati a fronte di queste considerazioni: la prima è che non ce la si può prendere con Dio perché non risponde se nessuno fa più domande! Mi sembra che sempre più l’uomo voglia arrangiarsi e fare di testa sua, bypassando totalmente il soccorso di Dio… La seconda è che non si può negare di aver delle risposte da Dio semplicemente perché esse non corrispondono alla nostra volontà… arrivando fino anche a negarne l’esistenza stessa… La Croce di Cristo è da esaltare perché è la Parola per eccellenza che Dio ha pronunciato… lì il senso di tutto…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 19, 2014 9:13 am

      • XXV domenica del Tempo Ordinario. 21 settembre 2014
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Dal libro del profeta Isaia 55, 6-9
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 1,20c-24.27a
Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.



Dal vangelo secondo Matteo 20, 1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».




    • La gioia di vivere da cristiani
    Papa Francesco nel novembre scorso ha emanato la sua prima esortazione apostolica dal titolo "Evangelii Gaudium", ovvero "La gioia del Vangelo", con l’intento di mostrare ai cristiani di oggi la rotta per una vita credente capace di entusiasmo e di positività. Oggettivamente è ravvisabile in tanti cristiani un atteggiamento piuttosto dimesso e sofferente nella sequela, quasi che vivere da discepoli del Vangelo fosse un’opera faticosa e snervante… Gesù ai suoi discepoli ha detto «vi ho chiamati amici», non "servi": questa convinzione dovrebbe fornire tutt’altro entusiasmo nel manifestare la propria appartenenza al Corpo vivente di Cristo che è la Chiesa…

    La parabola di oggi, che parla di schiavi al servizio di un padrone, è una fine ironia verso un sistema religioso fatto di pratiche e di doveri, dove Dio non è considerato Padre e gli uomini non sono ritenuti fratelli: tutto è freddamente sottoposto a leggi rigide e impersonali! C’è un dare-avere rigorosamente protocollato e nulla pare debba discostarsi da quanto stabilito! Ma Gesù vuole rompere questo schema! Dio non è così! Dio non paga a fronte di prestazioni! Dio è padre e ama gratuitamente tutti i suoi figli, indipendentemente da tutto! Non esiste un amore a diverse intensità: l’amore di Dio consiste nel dare la vita fino all’ultima ora del giorno, anche all’ultimo arrivato sullo scadere del tempo opportuno!

    Un Dio così, inevitabilmente, scardina i pensieri dell’uomo religioso: nella parabola "i servi della prima ora" si imbestialiscono nel vedersi trattati come gli ultimi… la loro non è stata una giornata di gioia, quella passata al servizio di Dio… tutto per un viscido interesse… Fra pochi giorni ricomincerà la catechesi… quanti servi ci saranno anche quest’anno? Quanti sacrificati ai "doveri stabiliti" per avere i sacramenti alla fine dell’anno… Chi non vive con gioia la propria vita cristiana è bene che si faccia un bell'esame di coscienza e provi a chiedersi quanto veramente conosce Gesù e il suo Vangelo… e poi scelga con serenità da che parte stare…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven set 26, 2014 9:10 am

      • XXVI domenica del Tempo Ordinario. 28 settembre 2014
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Dal libro del profeta Ezechiele18, 25-28
Così dice il Signore: «Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2, 1-11
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.



Dal vangelo secondo Matteo 21, 28-32
In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli».




    • Chi varcherà la soglia del Regno?
    Ma è semplicemente spettacolare! Sentite cosa ci dice questa domenica il Signore: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio». Non è bellissimo! A me sembra estremamente liberante una notizia come questa! Sono contentissimo che il bene autentico non è quello che noi valutiamo ma quello che Dio legge nel profondo del nostro cuore!

    Mi trovo spesso a dover essere arbitro nel giudicare la rettitudine o meno di alcuni comportamenti, valutandone la conformità alle leggi e alle norme della Chiesa: lo faccio sempre con molto imbarazzo, consapevole che la mia sentenza, benché scrupolosamente vagliata e soppesata, è sempre legata alla sola dimensione fattuale... le vere ragioni del cuore sono note solo a Dio... e lui solo sa quanta sofferenza e fatica stanno dietro a situazioni irregolari e legittimamente perseguibili...

    La sola consolazione da cui mi sento raggiunto è la certezza che alla fine, che conta, è ciò che sta al fondo del cuore di ciascuno e che solo Dio è in grado di conoscere e rispettare... Così sono certo di tanto bene che mi circonda anche se i miei occhi non sono in grado di riconoscerlo!

    Quanti anticlericali, agnostici, immorali che agli occhi nostri crediamo esclusi dalla grazia sono, al contrario, persone che davanti a Dio stanno facendo il bene loro richiesto... Sì, perché il bene non è quello che noi riteniamo tale e che passa al vaglio della nostra verifica: il bene è quello che nel silenzio edifica senza clamori e senza altisonanza e che solo Dio, nel segreto vede!

    Per questo, noi cristiani della prima ora, spesso e volentieri convinti di avere aperta la corsia preferenziale al Regno è bene che ci mettiamo a verificare profondamente quanto le azioni che compiamo siano autentiche espressioni del cuore e non opportunismi di facciata! Ricordiamocelo che Dio giudicherà le nostre intenzioni, non le nostre benemerenze! La coscienza di ciascuno sa bene di che cosa parlo.
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ott 03, 2014 9:04 am

      • XXVII domenica del Tempo Ordinario. 5 ottobre 2014
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Dal libro del profeta Isaia 5,1-7
Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4,6-9
Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!



Dal vangelo secondo Matteo 21,33-43
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».




    • Un Dio perennemente al lavoro
    Ancora l’immagine della vigna… non a caso: è la pianta da frutto che richiede più dedizione e cura di tutte! Dio tratta il mondo con lo stessa amorevolezza che il vignaiolo ha per la sua vigna! Prima di tagliarla, a fronte di una eventuale infruttuosità, mette in atto tutte le strategie possibili per ridarle la linfa vitale necessaria alla produzione! Certo, non si può dire che nel momento in cui, nonostante un lavoro assiduo di vangatura, di potatura, di annaffiamento, la vigna produce frutti acerbi l’ira del vignaiolo si elevi fino alla minaccia di un taglio radicale! L’amore è paziente, non idiota!

    Dio non è indifferente rispetto alle vite umane sprecate… vite consumate nel vizio, nel disagio, nell’abulia… Reagisce con forza, scuote le coscienze, invia profeti nel suo nome. Leggere la pagina di Isaia della prima lettura di oggi fa una tenerezza immensa… l’amorevolezza e la premurosità di Dio nei confronti del popolo d’Israele! Nonostante ciò gli Israeliti percorrono strade di fuga e di allontanamento… Dio, come un padre attento, striglia il popolo prediletto e minaccia la distruzione! È una minaccia al fine di provocare un ravvedimento… Non sortisce grandi risultati! Quando il male si avvinghia risulta difficile scrollarlo di dosso…

    Israele subisce realmente una distruzione! Non tanto per opera di Dio, quanto come conseguenza propria del male… Tant’è che Israele non viene dimenticato! Ancora Dio lo va a cercare e lo porta ferito e leso alla terra promessa… Gesù non è altro che l’apice dell’impegno profuso da Dio nei confronti dell’umanità: tutto mette in gioco! Anche i “beni” più cari… Non c’è verso! L’amore sembra conoscere sempre e solo la sconfitta! È forse finita la missione di salvezza di Dio nei confronti dell’uomo? No! Nello Spirito santo, anima di ogni discepolo, Dio continua a vangare e potare questa vigna invasa da rovi e spine… Anche per noi Dio sta ancora lavorando… …daremo frutto secondo il cuore di Dio?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ott 10, 2014 2:31 pm

      • XXVIII domenica del Tempo Ordinario. 12 ottobre 2014
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Dal libro del profeta Isaia 25,6-10a
Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4,12-14.19-20
Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.



Dal vangelo secondo Matteo 22,1-14
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».




    • Festa aperta a tutti
    «Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza». Adoro questa espressione che troviamo nella lettera di San Paolo alla comunità di Filippi! Racconta di un uomo pienamente realizzato, capace di dominio di sé e di piena libertà! Un uomo forte della sua interiorità, per nulla in balia di accadimenti legati alla pura materialità storica! Immagino che se fosse qui oggi, inorridirebbe di fronte ai tanti piagnistei circa la crisi economica in atto…

    Ci deve far pensare il nostro condizionamento da tutta una serie di beni futili… affannati per ogni tipo di fatica o ostacolo… incapaci di scogliere con pazienza e senza troppe lamentele i normali nodi legati alla nostra finitezza… la contrarietà, la malattia, la morte… Dove sta la nostra forza? In chi abbiamo riposto la nostra fiducia? Se crediamo, perché abbiamo le stesse, identiche reazioni di chi non crede? Non possiamo sempre soprassedere a domande così cruciali… L’invito di Gesù a far festa, a sedersi alla tavola imbandita della vita dove Lui è il cibo che dà forza, è una chiara volontà di Dio affinché null’altro occupi il nostro tempo!

    Nella parabola che leggiamo nel vangelo di questa domenica tutti i convocati alla festa trovano motivi e scuse per declinare l’invito… non vogliono far festa! Oppure credono che la festa consista in altro… che la gioia sia da procurare perseguendo i propri disegni e progetti… Illusione assoluta! La decisione di Dio di fare festa è incontrovertibile! Non c’è nulla che mai potrà spegnere nel cuore di Dio il desiderio di riempire la sala con uomini e donne, «buoni e cattivi», per far festa insieme: il rifiuto all’invito sarà motivo di delusione per Dio ma per chi accoglierà la proposta sarà gioia assicurata! Ogni domenica, quando ci troviamo a Messa insieme, dovremmo imparare a guardare in faccia alle persone che con noi partecipano alla festa: tutti invitati, tutti oggetto di una chiamata di grazia… facciamo festa insieme, allora!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio ott 16, 2014 2:18 pm

      • XXIX domenica del Tempo Ordinario. 19 ottobre 2014
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Dal libro del profeta Isaia 45,1.4-6
Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: «Io l’ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso. Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca. Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio; ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci, perché sappiano dall’oriente e dall’occidente che non c’è nulla fuori di me. Io sono il Signore, non ce n’è altri».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1,1-5b
Paolo e Silvano e Timoteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace. Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.



Dal vangelo secondo Matteo 22,15-21
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».




    • Mano provvidenziale di Dio
    La storia del popolo d’Israele è davvero affascinante: è bellissimo vedere come Dio si sia mostrato dentro le dinamiche più estrose della vita di questo minuscolo ma vivacissimo popolo del Medioriente. La grandezza del popolo d’Israele non è da leggere nei suoi atti e nelle sue scelte ma nella sua capacità di riconoscere costantemente la provvidente mano di Dio che, al momento opportuno, interveniva per evitare il suo annientamento.

    Dio è intervenuto nelle maniere più disparate: attraverso santi, corrotti, omicidi, fedifraghi, idolatri, pagani… ogni canale umano, disponibile all’azione provvidente di Dio, era da considerarsi idoneo al raggiungimento del fine che era la cura e la tutela di questo popolo, oggetto particolarissimo della predilezione di JHWH. La prima lettura di oggi, ad esempio, ci ricorda la missione compiuta, a sua insaputa, dal re pagano Ciro nella liberazione del popolo d’Israele schiavo sotto Nabucodonosor! Ciro non intendeva di certo conquistare Israele per motivi religiosi: solo istanze politiche ed economiche motivavano lo spreco delle sue energie… Tuttavia, Dio si serviva proprio di lui per portare a compimento l’alleanza a suo tempo stabilita con Abramo… Cosa ne deriva da questa storia: non c’è ostacolo che il male possa creare e che Dio non rimuova, utilizzando ogni tipo di strategia! Come si dice spesso “Dio scrive diritto anche su righe storte”.

    Mi sembra un messaggio di grande speranza che, in tempi come i nostri, sia necessario rispolverare e far risuonare a voce alta: a coloro che vedono pericoli ed ostacoli in tutte le scelte della modernità è bene ricordare che Dio ha saldamente in mano le redini della storia! Non possiamo non ripeterci quanto Gesù ha detto ai farisei: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» . Cioè: rispettate quelle che sono le dinamiche del mondo, dando al mondo ciò che gli appartiene! L’importate, alla fine, è dare la vita a Colui che ne è il vero autore! L’abbandono fiducioso in Dio vince ogni paura del futuro: Dio non ci abbandona!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ott 24, 2014 9:55 am

      • XXX domenica del Tempo Ordinario. 26 ottobre 2014
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Dal libro dell’Esodo 22,20-26
Così dice il Signore: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1,5c-10
Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia. Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.



Dal vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».




    • L’amore, anima di ogni parola
    È possibile vivere sereni, senza contrasti e invidie? Nella mia brevissima esperienza di vita devo dire di no! Non esiste persona al mondo che non debba affrontare una qualche contrapposizione o avversità! La maggior parte delle frizioni sono dovute a preconcetti e pregiudizi, ad una scarsa capacità di ascolto e di dialogo, ad una fatica endemica ad accettare il diverso da sé… Mi consola leggere come nel Vangelo anche Gesù avesse nemici e avversari… Lui, così buono e giusto, sempre alle prese con nemici e delatori… Farisei, scribi, sadducei, erodiani: una marea di rapporti difficili e opprimenti… Tutti convinti delle loro proprie ragioni! Minimamente intaccati dal dubbio che quell’Uomo avesse delle ragioni almeno da prendere in considerazione…

    C’è da dire che Gesù non manteneva sempre un self control impeccabile… a volte rispondeva a tono, accusando senza mezzi termini i suoi detrattori! Spesso rispondeva con grande ironia e distacco… Ad alcune domande, poi, rispondeva con pacatezza e con toni sapientemente propositivi! È il caso del vangelo che ascoltiamo oggi. Alla domanda, seppure ancora subdola di uno scriba: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?», Gesù risponde indicando non una serie di precetti ma il fondamento di ogni comandamento, di fronte al quale tutto ha importanza e, insieme, relatività! «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

    Ognuno di noi, ogni volta che si sente chiamato a sentenziare su una questione oppure ad essere oggetto di attacchi o malevolenze, dovrebbe chiedersi che posto hanno tutte queste parole con l’amore per il Signore e per il prossimo… sono convinto che alla grande maggioranza dei nostri discorsi e valutazioni apporteremmo limitazioni sostanziali… Per amore tutto è possibile… il resto viene dal maligno…
    • don Natalino Pedrana
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