- Ecco che significa invocare la pace
- Nessuna preghiera ha effetti magici. Pregare per la pace è la richiesta fiduciosa di luce, di suggerimenti, di disponibilità personale perché lo Spirito possa aprirci gli occhi e vedere il poco che possiamo fare e quello che, in noi, ostacola la sua azione liberatrice.
Una donna molto impegnata in parrocchia e per anni membro attivo di un movimento, nonostante le ripetute preghiere, non riusciva a correggere la sua intransigenza nei confronti degli altri, la sua estrema irritabilità, che la faceva perdurare in uno stato di profonda depressione. Un giorno, sentì un predicatore che invitava a riflettere, nella parabola del figliol prodigo, sulla figura del padre, così aperto a entrambi i figli nella loro diversa, ma in fondo simile, incomprensione del suo cuore. S'irrigidì, la signora, sul suo banco e pensò: «Non sarà mai! Come potrei pregare Dio come un padre, se penso al mio di padre, che era una persona squilibrata e violenta? Ci picchiava e feriva nostra madre, non solo a parole. La parola "padre" evoca in me una figura negativa da cui mi debbo difendere. Non potrei immaginarmelo diversamente. Dio è per me uno che mi punisce per le mie innumerevoli mancanze».
La notte seguente, fece un sogno: entrava in una nuova casa dove c'erano due stanze, una luminosa e pulita, l'altra buia, ingombra di vecchi mobili sporchi che appartenevano a suo padre. Sognava di svuotare la stanza di tutta quella roba, che la disgustava.
Al risveglio, capì che aveva sovrapposto l'immagine del suo genitore con quella del Padre del cielo. Quel sogno era la risposta a tante preghiere, aveva ormai la chiave per cambiare: doveva cercare di uscire definitivamente dalla stanza di suo padre, per iniziare a vivere con il cuore libero d'amare nella fiducia di essere ricambiata.
Ricordo un'altra persona che aveva avuto genitori molto premurosi, che continuavano ad aiutarla anche dopo essersi sposata e aver avuto dei figli. La donna non capiva perché non otteneva mai le cose che chiedeva nella preghiera rivolta a un Padre, descritto nella Bibbia ancora più attento, più buono e più potente dei suoi genitori. Una mattina, mentre meditava la parabola dei talenti, fu colpita da un'evidenza: Dio non è come i padri della terra. Ci rispetta, ci ama molto di più. Si affida a noi per portare a compimento il suo progetto di salvezza dell'umanità, dandoci tutto quello che ci serve per realizzarla nel nostro ambiente. Dio non si sostituisce all'uomo, gli suggerisce il bene che può realizzare, gli allarga la capacità di creatività.
Pregare per la pace non è, quindi, né chiedere ciecamente a un Dio, che riteniamo severo, pronto a castigare, una pace miracolistica; non è nemmeno aspettarsi da un Padre buono il miracolo. Nessuna preghiera ha effetti magici. È, invece, la richiesta fiduciosa di luce, di suggerimenti, di disponibilità personale perché lo Spirito possa aprirci gli occhi e vedere il poco che possiamo fare e quello che, in noi, ostacola la sua azione liberatrice.
- Emmanuelle Marie