AAVV - Pensieri sulla Santissima Eucaristia

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 3:49 pm

  • Consorti della natura divina
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Poiché Cristo ha proclamato e detto del pane: «Questo è il mio corpo» chi oserà ancora dubitare? E poiché egli ha affermato e detto: «Questo è il mio sangue» chi mai dubiterà, affermando che non è sangue? Perciò riceviamoli con tutta certezza come corpo e sangue di Cristo. Nel segno del pane ti vien dato il corpo e nel segno del vino ti vien dato il sangue, perché, ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, tu diventi concorporeo e consanguineo di Cristo. Avendo ricevuto in noi il suo corpo e il suo sangue, ci trasformiamo in portatori di Cristo, anzi, secondo san Pietro, diventiamo consorti della natura divina.
Bene istruito su questo cose e animato da saldissima fede, credi che quanto sembra pane, pane non è, anche se al gusto è tale, ma corpo di Cristo. Credi che quanto sembra vino, vino non è, anche se cosi si presenta al palato, ma sangue di Cristo. Di queste divine realtà già in antico Davide diceva nei salmi: «L'olio che fa brillare il suo volto e il pane che sostiene il suo vigore» (Sai 103,15). Ebbene, sostieni la tua anima, prendendo quel pane come pane spirituale, e fa' brillare il volto della tua anima.
  • (Catechesi di Gerusalemme)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 3:52 pm

  • Dacci il nostro pane quotidiano
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«Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Questa invocazione può avere un significato spirituale e letterale; l'una e l'altra interpretazione nell'economia divina giovano alla salvezza. Cristo infatti è pane di vita e questo pane non è di tutti, ma è nostro. Come diciamo «Padre nostro», perché è Padre di coloro che lo riconoscono e credono in lui, allo stesso modo diciamo «pane nostro» perché Cristo diventa pane per coloro che come noi si uniscono al suo corpo. Noi che siamo in Cristo e che ogni giorno riceviamo la sua eucaristia come cibo di salvezza, domandiamo che ci sia dato ogni giorno questo pane per non separarci dal corpo di Cristo, cadendo in qualche grave delitto che ci impedisca di comunicarci con il pane celeste o ci obblighi ad astenercene. Poiché Cristo afferma che chi mangia del suo pane vivrà in eterno, è evidente che possiedono la vita coloro che aderiscono al suo corpo e ricevono l'eucaristia per diritto di comunione. Bisogna quindi temere e pregare, perché nessuno resti privo della salvezza nel separarsi dal corpo di Cristo. Per questo chiediamo che ci sia dato ogni giorno il pane nostro, cioè Cristo, affinché rimanendo e vivendo in Cristo non ci allontaniamo dalla sua santificazione e dal suo corpo.
  • (Cipriano di Cartagine)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:11 pm

  • Docilità allo Spirito
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L'eucaristia attraversa tutte le generazioni cristiane; col suo linguaggio intenso e sobrio rivela ai cristiani i prodigi dell'amore di Dio; con la forza di Gesù stesso, realmente presente, attrae tutti gli uomini, insieme con Gesù, nel mistero della carità del Padre. Lo Spirito Santo, invocato alla Consacrazione, perché il pane e il vino diventino il Corpo e il Sangue di Gesù, viene invocato dopo la Consacrazione perché tutti i credenti diventino il Corpo di Cristo, cioè la reale manifestazione di lui e del suo amore presso ogni uomo.
Dobbiamo lasciarci guidare con maggiore docilità dallo Spirito Santo nel capire e nel vivere questa stretta relazione tra il corpo eucaristico e il corpo ecclesiale di Gesù, tra la carità vissuta da Gesù nella Pasqua e la carità che la Chiesa deve vivere nella storia.
La stessa azione liturgica ci offre gli strumenti per diventare docili allo Spirito.
  • (Carlo Maria Martini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:13 pm

  • Il sangue di Cristo ci purifica
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San Paolo dice che Dio ha predestinato Gesù a servire da strumento di espiazione «per mezzo della fede nel suo sangue» (Rm 3,25). Sembrerebbe quindi che la fede, non il sacramento, è il mezzo per entrare in contatto con la misteriosa potenza del sangue di Cristo.
La verità è che le due cose sono entrambe necessarie e che non bisogna contrapporle, ma unirle. Il mezzo è sì la fede, che però trova la sua attuazione concreta e piena nel sacramento, cioè nell'eucaristia. È qui che si rinnova ogni volta il prodigio della «giustificazione gratuita mediante la fede». Viene consacrato ed elevato davanti a te il sangue della nuova alleanza, come fu elevato il serpente nel deserto.
Tu credi che quello è lo stesso sangue che fu versato per te sulla croce; ti ricordi delle parole: «Il sangue di Cristo ci purifica da ogni peccato». Getti perciò in esso tutti i tuoi peccati, come si gettano dei sassi in una fornace di calce viva perché siano tutti frantumati, e torni ogni volta a casa, come il pubblicano, «giustificato», cioè perdonato, fatto creatura nuova.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:17 pm

  • Una nuova moltiplicazione del pane.
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Nel discorso sul «pane di vita» Gesù aveva detto: «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). L'eucaristia dono per la vita del mondo! Gesù nell'ultima cena non limita il suo sguardo al piccolo gruppo che gli sta intorno, ma dicendo agli apostoli: «Fate questo in memoria di me», pensa a tanta altra gente.
Il suo ringraziamento viene così a trovarsi all'origine di una nuova moltiplicazione del pane, una moltiplicazione ancora più meravigliosa e più importante di quella avvenuta nel deserto. In effetti, lo scopo di quest'ultima non era tanto quello di prefigurare la moltiplicazione del pane eucaristico. Gli evangelisti sottolineano il legame fra questi due episodi, usando nei due casi le stesse espressioni: Gesù prende il pane, leva gli occhi al cielo, pronuncia la benedizione in rendimento di grazie, spezza il pane e lo offre.
Quindi, quando nell'ultima cena Gesù rende grazie al Padre, egli pensa a questa distribuzione infinita: «Padre, mi unisco a te con immensa gratitudine, perché tu fai di me il pane vivo che è dato per la vita del mondo, moltiplicabile all'infinito per tutti gli uomini».
  • (Albert Vanhoye)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:18 pm

  • Una vita donata
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Il pane spezzato e il vino versato prefigurano con estrema chiarezza la croce. Collocata su questo triplice sfondo, l'eucaristia prende tutto il suo rilievo. Il gesto del pane e del vino, le parole di commento, lo sfondo che abbiamo descritto, tutto converge nell'indicare la vita di Gesù come un fatto di comunione: una vita donata. Il gesto eucaristico svela la verità del Cristo, cioè quella tensione ulteriore che ha guidato la sua esistenza fin dall'inizio. Gesù visse un'esistenza per, regalata, un'esistenza per Dio e per i fratelli.
Il vino deve essere bevuto e il pane deve essere mangiato. Cioè la vita del Maestro deve essere condivisa dai discepoli. Non basta celebrare nell'eucaristia la presenza e l'amore di Dio per noi, occorre prendervi parte. È questo il senso di «fare comunione»; condividere l'esistenza del Cristo. L'eucaristia è contemporaneamente presenza di Dio fra noi, manifestazione del suo amore, dono di salvezza e progetto di vita.
  • (Bruno Maggioni)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:21 pm

  • Ti rendo grazie, o Signore!
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Ti rendo grazie, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Dio, che non certo per i miei meriti, ma per solo effetto della tua misericordia ti sei degnato di saziare, col prezioso Corpo e col Sangue del Figlio tuo, Signore nostro Gesù Cristo, me peccatore, indegno tuo servo. Ti prego che questa santa comunione non sia per me un reato degno di pena, ma valida intercessione per ottenere il perdono. Sia essa per me armatura di fede e scudo di buona volontà. Sia liberazione dai miei vizi, sterminio della concupiscenza e delle passioni, aumento di carità, di pazienza, di umiltà, di obbedienza, di tutte le virtù, sicura difesa contro le insidie dei miei nemici tanto visibili quanto invisibili, assoluta tranquillità delle passioni carnali e spirituali, perfetto abbandono in te, unico e vero Dio, felice compimento del mio fine. E ti prego affinché ti degni di condurre me peccatore a quell'ineffabile convito dove tu col Figlio tuo e con lo Spirito Santo sei luce vera ai tuoi santi, sazietà piena, gaudio eterno, gioia completa, felicità perfetta. Amen.
  • (Bonaventura da Bagnoregio)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:22 pm

  • Attingi dall'eucaristia la vita
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La Messa è il convito pasquale, dove, nella carne e nel sangue di Cristo, trovi il cibo e la vita eterna. Tu non cambi il corpo di Cristo nella tua natura, ma sei tu cambiato nella sua. Partecipando a questa cena, per così dire, ti divinizzi: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Gv 6,54).
Mediante la comunione eucaristica acquisti coscienza di essere membro del corpo di Cristo; realizzi la tua comunione con lui e coi fratelli; ti cibi di un alimento indispensabile per poter percorrere il cammino della vita.
Accetta quindi con serenità e consapevolezza questo mistero di salvezza. Unisciti a questo pane vivo e vitale e ti trasformerai in ciò che ricevi.
Non è il Risorto che si fa mortale, sei tu che ti fai risorto. Non è lui a essere racchiuso nei limiti del tempo e dello spazio, sei tu che vieni strappato a questi limiti. Nutrendoti della carne di Cristo sei contagiato di immortalità.
Attingi dunque dall'eucaristia la vita. Cibati del germe della risurrezione. Mangia di questo pane se vuoi vivere in eterno.
  • (Francesco Bersini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:23 pm

  • L'eucaristia, fonte di unità
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Vogliamo che lo Spirito di Cristo compia in noi gli stessi prodigi che ha operato la prima volta negli apostoli e costruisca l'unità nostra e di tutto il genere umano, liberandoci dalle divisioni, dalle contrapposizioni, dalle faziosità e dagli individualismi che pesano tragicamente sulla nostra società.
Per noi cristiani, l'unità è visibilmente indicata e misteriosamente generata nell'eucaristia, che diventa così il «centro della comunità cristiana e della sua missione».
Vogliamo riscoprire il valore dell'eucaristia, non limitandoci a ripetere ogni domenica il rito della Messa come un gesto al di fuori della vita e delle nostre scelte quotidiane, ma rendendola centro, punto di confronto e criterio di ricerca vocazionale, di revisione del nostro vivere da cristiani.
Il gesto di Gesù che si dona completamente al Padre per la salvezza dell'uomo, e che lui stesso ripete in ogni celebrazione, deve cioè alimentare in noi l'impegno, il coraggio e la capacità di donarci agli altri, di servire il nostro prossimo, di intendere tutta la vita nel segno della carità.
  • (Carlo Maria Martini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:24 pm

  • O Amore eterno, o Gesù!
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O Amore eterno, o Gesù,
che ti sei chiuso in quest'ostia,
celando la tua divina maestà e la tua bellezza,
lo fai, per darti tutto alla mia anima, e non spaventarla con la tua immensità.

O Amore eterno, o Gesù,
che ti sei nascosto nel pane,
eterno splendore,
inimmaginabile sorgente di felicità e di gioia,
che vuoi essere il mio paradiso in terra,
e lo sei quando mi comunichi
il tuo amore divino.
  • (Faustina Kowalska)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:26 pm

  • La centralità dell'eucaristia
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Non è facile mettere l'eucaristia al centro! Non è facile accogliere il messaggio del sacramento dell'eucaristia nella sua forza.
I testi del Nuovo Testamento alludono spesso all'incomprensione che essa incontra in coloro ai quali è destinata.
Nell'eucaristia l'amore di Dio si manifesta nelle sue forme più pure e sconvolgenti e incontra un uomo spaesato dinanzi a cose immensamente più grandi di lui.
L'eucaristia al centro è la meta di un lungo cammino. Confessare umilmente le nostre lacune o anche semplicemente le nostre incertezze e difficoltà è il primo passo da compiere per riscoprire l'inesauribile ricchezza di questo mistero.
Rimane la domanda di fondo, il «caso serio»; sappiamo davvero celebrare il mistero di Dio? Esso è davvero per tutti noi un valore, il valore sommo? La Messa trasforma la vita? La vita è sentita come attratta dalla Messa? L'eucaristia è davvero il centro, o almeno viviamo come cristiani l'impegno di metterla al centro, di aprirci al soffio della Parola, al vento dello Spirito, che ci invitano a metterla al centro?
  • (Carlo Maria Martini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:28 pm

  • Una cena sacrificale
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Il sacrificio eucaristico si attua sotto forma di banchetto che esprime la tua comunione con Gesù. È ancora oggi un mettersi a tavola con lui assieme ai. Nel culmine della Messa rievochi la cena del Signore. Ma questa rievocazione si traduce nella realtà. In essa è Gesù stesso che si comunica a te: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo».
La Messa rende presente, nella cornice del pasto, l'unica oblazione della croce. È la cena del Signore che costituisce con la sua morte un unico sacrificio espiatorio. Questa congiunzione l'ha significata Gesù stesso quando nella cena disse: «Questo è il mio corpo dato per voi, questo è il mio sangue sparso per voi».
La Messa quindi è un banchetto e un sacrificio. In essa Gesù è simultaneamente cibo e vittima. Attorno al banchetto ti riunisci in familiarità festosa; attorno al sacrificio partecipi ad una cerimonia propiziatrice.
La Messa è una cena sacrificale nella quale si perpetua l'amore di Gesù che glorifica il Padre e ripara i nostri peccati.
  • (Francesco Bersini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:33 pm

  • La «povertà» dei segni sacramentali
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Nell'eucaristia la Chiesa si unisce pienamente a Cristo e al suo sacrificio, facendo suo lo spirito di Maria. È verità che si può approfondire rileggendo il Magnificat in prospettiva eucaristica. L'eucaristia, infatti, come cantico di Maria, è innanzitutto lode e rendimento di grazie. Quando Maria esclama: «l'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore», ella porta in grembo Gesù. Loda il Padre «per» Gesù, ma lo loda anche «in» Gesù e «con» Gesù. È precisamente questo il vero «atteggiamento eucaristico». Al tempo stesso Maria fa memoria delle meraviglie operate da Dio nella storia della salvezza, secondo la promessa fatta ai padri, annunciando la meraviglia che tutte le supera, l'incarnazione redentrice. Nel Magnificat è infine presente la tensione escatologica dell'eucaristia. Ogni volta che il Figlio di Dio si ripresenta a noi nella «povertà» dei segni sacramentali, pane e vino, è posto nel mondo il germe di quella storia nuova in cui i potenti sono «rovesciati dai troni», e sono «innalzati gli umili».
  • (Ecclesia de Eucharistia)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 4:38 pm

  • Donaci la vita, Signore
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Il tuo sacramento, Signore Gesù Cristo, ci conceda la vita e la remissione dei peccati; la passione è stata sofferta per noi.
Tu per noi hai bevuto il fiele per togliere in noi ogni amarezza; hai bevuto per noi il vino aspro per risollevarci dalla nostra stanchezza; per noi sei stato vilipeso per inondarci con una rugiada d'immortalità.
Sei stato colpito dai flagelli per assicurare alla nostra fragilità la vita eterna; sei stato coronato di spine per coronare i tuoi credenti con i verdi allori dell'amore; sei stato avvolto in un lenzuolo per rivestirci della tua forza; sei stato deposto nella tomba per concederci una rinnovata benevolenza nei tempi nuovi.
  • (dalla Liturgia eucaristica antica)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar set 12, 2006 8:08 am

  • Il mio amore non è degno del tuo
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Gesù mio, il dolce invito che fai a coloro che sono oppressi dai dolori e dalle fatiche di questa vita, di ricorrere a te per essere consolati, mi da coraggio di venire a te. È vero che non sono stato fedele alle tue parole, dimostrando che il mio amore non è affatto degno del tuo; ma appunto per questo ho più bisogno che mai di accostarmi al mistero del tuo amore, con il quale e per mezzo del quale posso osservare la tua parola. O sorgente d'amore, supplisci con la tua fiamma e con la tua pienezza a quello che mi manca; mutami, consumami, annientami, affinché non sia più io che viva, ma sia tu a vivere in me.
Gesù mio, vorrei poterti ringraziare infinitamente per la grazia che mi hai fatto di venire ad abitare nel mio cuore così misero. Vieni col Padre e con lo Spirito Santo e, benché io non vi ami che indegnamente, accettate di abitare nell'anima mia!
  • (Innocent Le Masson)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar set 12, 2006 8:09 am

  • La dimensione dell'amore
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L'istituzione dell'eucaristia è la più grande meraviglia operata da Gesù. Gli altri miracoli furono limitati al tempo e allo spazio. Questo miracolo si ripete attraverso i secoli e in tutti i luoghi. Gesù diede ai suoi apostoli il potere di risuscitare i morti e ai sacerdoti il potere di compiere questo miracolo: «Fate questo in memoria di me».
Stupenda meraviglia è quindi il miracolo dell'eucaristia, ma il miracolo d'amore dimostrato da Gesù è una meraviglia ancora più grande dei miracoli di potenza da lui compiuti in questo sacramento. Quel Dio che il mondo non può contenere si fa prigioniero d'amore nei nostri tabernacoli.
Non potrai capire nulla del cristianesimo e tanto meno dell'eucaristia se non ti metti dalla parte dell'amore. Non soffermarti a voler comprendere come Gesù sia presente. Altra è la dimensione della scienza, altra quella dell'amore. Considera la sublime umiltà del Signore dell'universo che per tuo amore si nasconde sotto le apparenze di poco pane.
In nessun altro mistero Gesù ti spinge ad amarlo come in questo sacramento. L'eucaristia è l'anticipazione del dono totale di Gesù, realizzato sulla croce per la tua salvezza. È il compendio e la somma della tua fede.
  • (Francesco Bersini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab set 23, 2006 9:32 am

  • Nuove creature in Cristo
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Gesù è in mezzo a noi, ci fa ascoltare la sua parola, è presente per farci comprendere il mistero della sua vita.
È soprattutto nel mistero dell'eucaristia, mentre facciamo memoria della sua morte, che si rivela a noi, ci dona il suo amore, comunica un fuoco nuovo dentro il nostro cuore, cambia la nostra vita, ci affida la missione di parlare di lui anche agli altri.
I grandi eventi della Pasqua non sono soltanto fatti del passato: mediante l'eucaristia Gesù glorificato, presente tra noi, ci aiuterà a ricordarli in modo intenso e realissimo.
Farà nascere una relazione profonda tra la sua e la nostra storia, tra la sua e la nostra vita.
Noi diventeremo, in lui, nuove creature, rivivremo il nostro battesimo, diventeremo il suo popolo che annuncia a tutto il mondo il suo amore. Attraverso il corpo eucaristico che ci è dato in cibo, diventeremo il suo corpo, la sua realtà vivente nella storia, una cosa sola con lui, immagine di lui innanzi agli uomini. Questi doni grandi e misteriosi, presenti nell'eucaristia chiedono di essere contemplati e assimilati sempre e di nuovo.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab set 23, 2006 9:34 am

  • Signore, da chi andremo?
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«Volete andarvene anche voi forse?». Rispose Simon Pietro a Gesù: «Signore, da chi andremo? Se ci allontaniamo da te, dove troveremo la vita e la verità? Dove troveremo il creatore della vita, dove un uguale maestro della verità? Tu hai parole di vita eterna. Le tue parole, ascoltate con timore e custodite nel profondo della nostra fede, danno la vita eterna. Con le tue parole hai promesso la vita eterna, per il ministero del tuo corpo e del tuo sangue.
Noi, che ad esse prestiamo fede, crediamo e conosciamo che tu sei il Cristo Figlio di Dio. La vita eterna sei tu stesso, e nella carne e nel sangue non ci dai altro da quello che tu sei. Crediamo e conosciamo che tu sei il Cristo Figlio di Dio: crediamo e sappiamo cioè che sei Figlio di Dio, e per questo hai parole di vita eterna e tutto ciò che dici è vero». Oppure: «Tutto ciò che hai detto sul mangiare la tua carne e bere il tuo sangue noi crediamo e sappiamo che è vero, perché tu sei il Cristo Figlio di Dio». Pietro non dice: «Sappiamo e crediamo», bensì: «Crediamo e sappiamo».
È possibile ritenere che sia quella conoscenza consistente nel comprendere grazie al crescere della fede. Di essa si legge: «Se non crederete non comprenderete».
  • (Baldovino di Ford)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio set 28, 2006 2:59 pm

  • Accogliere Cristo
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Maria, dopo l'Incarnazione, era piena di Gesù non solo nel suo corpo, ma anche nel suo spirito; era piena di Gesù perché pensava a Gesù, attendeva Gesù (e come lo attendeva!), amava Gesù. Come ogni donna che «attende» un bimbo, ma in misura tanto più perfetta, era tutta raccolta in se stessa, i suoi occhi guardavano più dentro che fuori, perché dentro era il suo tesoro, dentro portava il dolce segreto che la lasciava stupita e senza parole. «Maria - è scritto nel Vangelo di Luca - da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Le 2,19).
In ciò, ella ci appare come il modello più perfetto di ciò che intendiamo per contemplazione eucaristica: così deve essere il cristiano che ha appena ricevuto Gesù nell'eucaristia. Anche lui deve accogliere Cristo nella sua mente, dopo averlo accolto nel suo corpo (concepire significa accogliere in sé). E accogliere Cristo nella mente significa, concretamente, pensare a lui, avere lo sguardo rivolto su di lui, ricordarsi di lui. È proprio questa la parola-chiave: ricordarci di Cristo, fare memoria di lui.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio set 28, 2006 3:00 pm

  • Ti nascondi nel sacramento
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O dolcissimo Signore Gesù, quanta è la dolcezza dell'anima devota che siede con te alla tua mensa, dove non le è presentato altro cibo se non te, suo unico diletto, desiderabile più di ogni altro desiderio del cuore. Come sarebbe dolce anche per me, alla tua presenza, versare lacrime di intimo affetto, e con la pia Maddalena bagnare i tuoi piedi con le mie lacrime.
Ma dov'è questa devozione? Dov'è l'abbondante effusione di lacrime sante? Certo, al cospetto tuo e dei tuoi angeli, il mio cuore dovrebbe ardere e piangere di gioia. Poiché ho te veramente presente nel sacramento, benché nascosto sotto altra apparenza.
I miei occhi, infatti, non potrebbero sostenere la visione del tuo divino splendore, neppure il mondo intero potrebbe resistere dinanzi al fulgore della tua maestà gloriosa. È, dunque, per venire incontro alla mia debolezza, che ti nascondi nel sacramento.
Possiedo veramente e adoro colui che gli angeli adorano in cielo. lo, però, ancora nella fede, essi invece direttamente e senza alcun velo. Devo essere contento nella luce della vera fede, e in essa camminare, finché sorga il giorno dell'eterno splendore e svaniscano le ombre dei simboli.
  • (Imitazione di Cristo)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 02, 2006 3:53 pm

  • La profonda conversione
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Paolo esemplifica in alcuni atteggiamenti spirituali concreti la profonda conversione che l'eucaristia esige e produce. Innanzitutto c'è l'invito a «esaminare se stessi».
Per imparare ad esaminare noi stessi dobbiamo approfondire il gusto della contemplazione e impegnarci nelle domande che riguardano i fini ultimi dell'esistenza, il senso del nostro vivere. Possiamo cercare di riflettere e di pensare anche con i nostri fratelli, compresi quelli che non hanno le nostre stesse idee, comunicando con loro ciò che ci sta più a cuore.
Il secondo atteggiamento che Paolo chiede è di «saper riconoscere il corpo del Signore». Cerchiamo di saper scoprire il corpo del Signore nei segni poveri e semplici in cui si presenta. Nella povertà e nei segni sacramentali del pane e del vino e anche nel corpo e nello spirito dei più poveri, nelle po¬vertà e nei limiti delle nostre comunità, nelle opacità di tante situazioni difficili in cui viviamo, nella desolazione di tanti nostri fratelli emarginati. Apriamo gli occhi e cuore all'invito dell'Apostolo: «Riconoscete il corpo del Signore!».
Infine Paolo chiede di «aspettarsi gli uni gli altri», quando ci si raduna per la Cena. Educarci a questo equivale ad educarci a quella pienezza di buone maniere che si chiama «l'ospitalità».
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 02, 2006 3:55 pm

  • Ti contemplo sotto i veli del pane
Nella partecipazione reale al tuo corpo sono elevato alla comunione con tutti i fratelli. Tutti, infatti, partecipando dello stesso pane, diventiamo membra dello stesso corpo (ICor 12,27) e individualmente siamo membra gli uni degli altri (Rm 12,5).
Quali altre prove maggiori potevi darmi per dimostrarmi il tuo amore? Tu sei presente perché ti possieda e sei nascosto perché ti desideri. Possa io ricevere per amore chi per amore si dona.
Fa' che mi doni tutto a te, che, dopo aver dato la vita per me, mi dai tutto te stesso in questo sacramento.
Possa io vederti svelato in cielo, ora che ti contemplo sotto i veli del pane, per amarti e ringraziarti per tutta l'eternità!
Il pane eucaristico che mi fa tuo commensale sulla terra, mi ottenga di sedere con te al banchetto eterno del cielo (Gv 6,54).
  • (Francesco Bersini)
Ultima modifica di miriam bolfissimo il lun feb 26, 2007 12:38 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 09, 2006 2:25 pm

  • L'importanza dello Spirito Santo
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Il cristiano, quando si prepara all'eucaristia, tante volte non ha il coraggio di vivere l'incarnazione e tanto meno la realtà della oblazione perché si dimentica di una realtà: chi sia lo Spirito Santo. È lo Spirito che ci porta a celebrare. Infatti, nel battesimo-cresima siamo divenuti uomini pieni di Spirito Santo. Vivere la nostra vita da battezzati è essere sotto la continua e incessante stimolazione dello Spirito Santo.
Dire di «si» a Dio è lasciare che lo Spirito operi in noi. Nello Spirito si creano mirabili sintesi di vita e di morte attorno al mistero di Gesù. Quando noi effettivamente ci disponiamo ad andare al Mistero eucaristico, siamo identificati esistenzialmente con Cristo unicamente in forza dello Spirito Santo. Non operiamo in base alle nostre forze né alle nostre energie.
Il mistero dell'eucaristia può essere celebrato perché, nello Spirito Santo, l'uomo offre a Dio la semplicità dei suoi doni; nello Spirito Santo quei doni divengono il luogo della celebrazione della Pasqua del Signore. Senza quei doni, pane e vino, elaborati nello Spirito Santo, noi non abbiamo il Mistero eucaristico.
  • (Antonio Donghi)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 09, 2006 2:27 pm

  • Nell'eucaristia arde l'amore di Dio
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Padre buono, in questo Sacramento d'amore manifesti ogni giorno la tua infinita carità verso gli uomini.
Hai mandato nel mondo il tuo Figlio unigenito perché noi potessimo vivere per lui, e Gesù attraverso questo Sacramento da a noi realmente la vita di grazia e di amore quale pegno della vita eterna.
In questa eucaristia arde e vive la tua carità. Noi, conoscendo e credendo nell'amore infinito che hai per noi, vogliamo vivere in te e nel tuo amore come tu, con la tua carità, sei presente in noi: «E noi abbiamo conosciuto l'amore ed abbiamo creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio infatti è carità: chi rimane in essa rimane in Dio e Dio in lui».
Ma tu, Padre, ci hai dato tuo Figlio per cui, co¬me lui ha fatto, non solo viviamo la vita spirituale, ma spendiamo tutta questa al tuo servizio nell'osservanza fedele piena d'amore della tua legge, la legge della carità. Carità verso di te, carità verso noi stessi e verso il nostro prossimo: «Da Dio abbiamo ricevuto questo comando: chi ama Dio ami anche suo fratello».
Questo è il carattere distintivo dei tuoi veri discepoli: l'amore, la carità vicendevole degli uni verso gli altri. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».
  • (Francesco Spinelli)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer ott 18, 2006 11:35 am

  • Il potere di Gesù
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«Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra». Sono parole di Gesù, Signore della storia, di Gesù che sta per essere intronizzato alla destra del Padre. È quel mistero della glorificazione di Gesù Cristo di cui parla la solennità dell'Ascensione. Le parole del Vangelo, nel quadro di questo mistero, ci invitano a riflettere sul potere di Gesù sulle nazioni.
Di quale potere si tratta? Vorrei esprimermi con le parole di Giovanni Paolo II: «Noi pensiamo al potere secondo le categorie che si riferiscono al dominio nell'ordine sociale, alla giustizia di questo mondo. Gesù Cristo va oltre queste categorie. Il potere che gli è stato dato in cielo e in terra, il potere che gli è proprio, è la forza di offrire se stesso per la vita del mondo, la potenza della redenzione mediante l'amore. Questa potenza ha raggiunto il suo zenit nel mistero pasquale: il sacrificio della croce e la risurrezione sono il culmine di questa potenza. Mediante l'eucaristia quel potere universale di Cristo - la forza di offrire se stesso per la vita del mondo - viene partecipato quotidianamente dalla Chiesa, diventa il cuore stesso della sua missione e del suo servizio». Tutto questo fa dunque parte di un disegno organico: Cristo irradia, dalla croce vissuta per amore, il suo potere sull'universo, potere che viene attualizzato giorno per giorno nella Chiesa mediante l'eucaristia, centro della comunità e della sua missione.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer ott 18, 2006 11:36 am

  • Siamo congiunti del Salvatore
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Se la comunione di carne e di sangue ci costituisce figli, è chiaro che la sacra mensa ci rende congiunti del Salvatore più di quel che non faccia la natura in ordine ai genitori. Egli non ci ha dato la vita una volta per sempre come i genitori, e non si è distaccato da noi dopo averci plasmato; ma è sempre presente ed unito e, proprio con la sua presenza, ci vivifica e ci fa consistere.
Ancora: niente impedisce di continuare a vivere lontano dai genitori; ma a chi è separato dal Cristo, non rimane altro che morire. E perché non dire di più? I figli non possono formarsi nella loro individualità senza distaccarsi dai genitori: anzi proprio l'atto per cui gli uni generano e gli altri sono generati è il principio della loro distinzione. Invece la filiazione secondo i misteri consiste nell'essere uniti e nel comunicare: separarsi significa perire e non essere più.
  • (Nicola Cabasilas)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 23, 2006 5:16 pm

  • L'altare mi rappresenta il Calvario
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Sii benedetto Gesù, nostro Salvatore! Tu hai avuto un'appassionata predilezione per la vita nascosta e perciò, anche dopo la tua gloriosa risurrezione e ascensione al cielo, hai voluto startene qui, nascosto nell'eucaristia, quasi per invitarci, col tuo esempio, ad imitarti.
Gesù mio amatissimo, ti adoro, ti benedico e ti ringrazio dell'amore che mi dimostri in questo Sacramento, invenzione e opera del tuo amore, anzitutto amore, essendo tu lo stesso amore! Questo altare mi rappresenta il Calvario sul quale, per amor mio, hai offerto sulla croce il sacrificio della tua vita. Non è la tua vita in questo Santissimo Sacramento una vita di continuo e perenne sacrificio? E io che voglio essere tuo discepolo non ti seguirò generosamente?
Non sacrificherò per amor tuo i miei desideri e la mia volontà quando cercano e vogliono ciò che, non solo non è secondo la tua volontà, ma anche contro l'esempio che tu ci hai dato? Sì!
Ma per compiere sempre e con fedeltà questi sacrifici mi occorrono, Gesù mio, la tua virtù, la tua fortezza, e la costanza della tua grazia, così che io non possa resisterà. Attirami a te, irresistibilmente!
  • (Francesco Spinelli)
Ultima modifica di miriam bolfissimo il lun ott 30, 2006 6:33 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 23, 2006 5:19 pm

  • Sto alla porta e busso
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Il segno del pane spezzato rivela che in Gesù la forza di Dio è esclusivamente la forza dell'Amore che si dona e che attende d'essere accolto. «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).
Il Cristo dell'eucaristia sollecita la nostra ospitalità. Ogni celebrazione dell'eucaristia deve suscitare questa ospitalità primordiale, questa apertura al dono di Dio. Ciò suppone che tutti i segni della celebrazione aiutino questa apertura: dal segno dell'assemblea che non contempla se stessa, fino al segno della pace scambiata fra i partecipanti, passando per i segni della luce, della musica, dei canti e anche del silenzio, che devono concorrere all'accoglienza del dono di Dio.
La Chiesa che celebra l'eucaristia è anzitutto questa Chiesa che si rallegra di accogliere il suo Signore, di riconoscere in lui il dono inestimabile di Dio.
  • (Claude Dagens)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 30, 2006 6:34 pm

  • Preghiera prima della Messa
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Onnipotente, eterno Iddio, ecco che mi accosto al sacramento dell'unigenito Figlio tuo, Signor nostro Gesù Cristo: mi accosto come l'infermo al medico che gli ridona la vita, come l'immondo alla fonte della misericordia, come il cieco alla luce dello splendore eterno, come il povero e il bisognoso al Signore del cielo e della terra.
Prego dunque la tua grande e immensa generosità, perché ti degni di curare il mio male, di lavare le mie macchie, di arricchire la mia povertà, di vestire la mia nudità, affinché riceva il Pane degli angeli, il Re dei re, il Signore dei signori con tanta purità e fede, con tali propositi e buone intenzioni, quanto occorre alla salute dell'anima mia.
O mitissimo Iddio, concedimi di ricevere il Corpo dell'unigenito Figlio tuo, Signore nostro Gesù Cristo, che nacque dalla Vergine Maria, in modo che meriti di essere incorporato al suo mistico corpo, e di essere annoverato fra le membra di lui. O amantissimo Padre, concedimi di contemplare finalmente a viso aperto per l'eternità, il di¬letto Figlio tuo, che intendo ricevere ora nel mio terrestre cammino, sotto i veli del mistero, Colui che vive e regna con te, in unione con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
  • (Tommaso d'Aquino)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 30, 2006 6:34 pm

  • Il sommo bene increato
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Se l'anima volesse e desiderasse comprendere e parlare di Dio sommo increato e incarnato che ha istituito questo sacramento - principalmente di questo altissimo e santissimo sacramento con il quale Dio stesso, attraverso la bocca del sacerdote, suo ministro celebrante, si dona - dovrebbe trasformarsi tutta in Dio per amore e, trasformata in lui, mettersi alla sua presenza, stando ed entrando in Dio stesso e non all'esterno, fuori di Dio. Questo infatti chiamo presenza di Dio ed entrare in Dio: considerare e vedere colui che ha istituito il sacra¬mento, sommo bene increato.
L'anima, prima di tutto, consideri chi e che cosa è in sé; ed elevata quindi sopra se stessa in Dio, può vedere colui che è invisibile, conoscere colui che è inconoscibile, sentire colui che non si può sentire, comprendere colui che incomprensibile; poiché vede, conosce, sente e comprende Dio, luce invisibile, bene incomprensibile e sconosciuto. Comprendendo, vedendo, conoscendo e sentendo Dio stesso, l'anima, secondo la sua capacità, si dilata per amore in lui, si riempie di Dio, trova la sua delizia in Dio e Dio si diletta in lei e con lei.
  • (Angela da Foligno)
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