



Questo santuario, arroccato sulle Alpi a ben 1800 metri di quota, ebbe origine dall'apparizione, avvenuta nel 1846, della Vergine a Massimino (undici anni) e Melania (quattordici anni): due ragazzi poveri e sprovveduti che stavano pascolando le mucche dei loro padroni. In quell'ambiente povero e religiosamente degradato la Vergine si rivolse ai bambini con un linguaggio estremamente semplice: pianse e parlò del Figlio terribilmente adirato con il popolo francese e pronto a castigarlo severamente se non si convertiva, tornando alle più elementari pratiche cristiane. Quest'apparizione, presto riconosciuta dall'autorità episcopale, turbò profondamente la popolazione e segnò l'inizio di un suo insperato ritorno alla fede e alla pratica religiosa. Nonostante il posto disagevole, sul luogo dell'apparizione sorsero una grande chiesa di stile neo-romanico e ampi locali per i custodi e l'accoglienza dei pellegrini.
dal sito www.chiesacattolica.it
La madonna è apparsa a La Salette per il mondo intero
Un giorno d'autunno
Verso la metà del mese di settembre 1846, un contadino degli Ablandins, Pietro Selme, ha il suo pastorello malato. Scende a Corps, presso un suo amico, il carradore Giraud. "Imprestami il tuo Massimino per alcuni giorni..." "Massimino pastore? ... E' troppo distratto per farlo!" Si discute, si patteggia e il 14 settembre ecco il piccolo Massimino agli Ablandins. Il 17 intravede Melania al villaggio. Il 18 vanno a pascolare i loro armenti sui prati comunali, sul monte Sous-les-Baisses (il Planeau). Nel pomeriggio Massimino tenta di chiacchierare, Melania non ne ha tanta voglia. Nondimeno scoprono un punto in comune: sono entrambi di Corps: allora si discorre, si decide di venire a pascolare insieme l'indomani alto stesso posto.
Sugli alpeggi
Dunque, il sabato 19 settembre 1846, di buon mattino, i due fanciulli salgono i versanti del monte Planeau, con quattro mucche; e con Massimino, anche la capretta e il suo cane Lulù. Verso mezzogiorno, suona l'Angelus sul campanile del villaggio sottostante. Allora i pastorelli dirigono le loro mucche verso la fontana delle bestie, una semplice pozzanghera formata dal ruscello che scende attraverso il valloncello della Sezia. Poi le sospingono verso una prato pianeggiante del monte Gargas. Fa caldo, le bestie cominciano a ruminare. Massimino e Melania risalgono la conca fino alla fontana degli uomini, presso la quale consumano il loro pasto frugale: pane e formaggio e acqua fresca a volontà. Altri pastorelli che pascolano più in basso li raggiungono e conversano un po'. Alla loro partenza, Massimino e Melania attraversano il ruscello, scendono alcuni passi verso dei banchi di pietre ammucchiate presso l'alveo di una sorgente asciutta: è la piccola fontana. Melania vi depone il suo tascapane e Massimino il suo blusotto con il pranzo.
L'altro fulgore
Contro ogni abitudine, i due fanciulli si stendono sull'erba e... si assopiscono. Si sta bene al sole di quella fine d'estate, nessuna nuvola in cielo. Il mormorio del ruscello accresce la calma e il silenzio della montagna. Il tempo scorre.Bruscamente Melania si sveglia a scuote Massimino: "Massimino, vieni presto, andiamo a vedere le nostre mucche... Non so dove siano!" In tutta fretta, salgono il versante opposto al Gargas. Rigirandosi scoprono l'alpeggio: le loro mucche stanno tranquillamente ruminando. I due pastorelli sono rinfrancati. Melania comincia a ridiscendere. A mezza costa, si arresta e stupefatta lascia cadere il suo bastone: "Massimino, vieni a vedere laggiù una luce".Presso la piccola sorgente, su un mucchio di pietre... un globo di fuoco. "Come se il sole fosse caduto lì". Eppure il sole continua a splendere in un cielo senza nubi. Massimino accorre, gridando: "Dov'è? dov'è?" Melania addita il fondo del valloncello dove avevano dormito. Massimino si ferma vicino a lei, raggelato dalla paura e le dice: "Riprendi il tuo bastone, sù! Io tengo il mio e gli do' un buon colpo se ci fa qualche cosa". Lo splendore si muove, ruota su se stesso. Le parole difettano ai due fanciulli per descrivere l'impressione di vita che si irradia da quel globo di fuoco. una donna vi appare, seduta, la testa tra le mani, i gomiti sulle ginocchia, nell'atteggiamento di profonda mestizia.
La Bella Signora
La Bella Signora si alza. Essi non si sono mossi. Dice loro in francese:
Avvicinatevi, figli miei, non abbiate paura; sono qui per narrarvi una grande notizia.
Allora discendono verso di lei.La fissano. Non cessa di piangere: "Si sarebbe detta una mamma percossa dai figli e fuggita sulla montagna per piangere". La Bella Signora è alta e tutta luminosa. Veste come le donne della regione: lunga tunica, un grande grembiule alla vita, uno scialle incrociato e annodato dietro, una cuffia da contadina. Delle rose incoronano la testa, orlano il suo scialle e i suoi calzari: sulla fronte splende un fulgore simile a un diadema. Sulle spalle pesa una lunga catena. Una catenina trattiene sul petto un crocifisso sfavillante, con ai lati un martello e delle tenaglie.
Quello che dice sulla montagna
La Bella Signora parla ai due pastorelli: "Ha pianto tutto il tempo che ci ha parlato". Insieme o separatamente, i due fanciulli dicono le stesse parole, con leggere varianti che non alterano il significato. E questo non importa quali siano gli interlocutori: pellegrini o semplici curiosi, alte personalità o ecclesiastici, inquirenti o giornalisti. Siano favorevoli, senza pregiudizi o malevoli: ecco quello che è loro trasmesso:
Avvicinatevi, figli miei, non abbiate paura: sono qui per comunicarvi una grande notizia!
"Noi ascoltavamo, non pensavamo a niente". Come Massimino e Melania, lasciamo risuonare dentro di noi ciò ch'ella ha detto sulla montagna.
Con loro, ascoltiamola fissando sul suo petto il crocifisso raggiante di gloria.

Il giudizio
Il 19 settembre 1851, Mons. Filiberto de Bruillard, vescovo di Grenoble, pubblica finalmente il suo Decreto Dottrinate:
"Noi giudichiamo che l'Apparizione della Madonna ai due pastorelli, il 19 settembre 1846, su una montagna della catena delle Alpi, situata nella parrocchia de La Salette, vicaria foranea di Crops, reca in se stessa tutti i caratteri della verità e i fedeli hanno fondate ragioni per crederla indubitabile e certa." La risonanza di questo decreto è considerevole. Numerosi vescovi lo fanno leggere nelle parrocchie delle loro diocesi. La stampa se ne appropria pro o contro. Tradotto in alcune lingue, è pubblicato in modo particolare sull' "Osservatore Romano" del 4 giugno 1852. Lettere di felicitazioni affluiscono al vescovado di Grenoble.
L'esperienza e il senso pastorale di Mons.Filiberto de Brullard non si fermano qui. Il primo maggio 1852, pubblica una Lettera Ufficiale in cui annuncia la costruzione di un santuario sulla montagna de La Salette e la creazione di un corpo di missionari diocesani che si chiameranno: i Missionari di Nostra Signora de La Salette. Ma aggiunge: "La madonna è apparsa a La Salette per il mondo intero: chi ne può dubitare?" L'avvenire avrebbe confermato e superato quelle attese: il ricambio essendo assicurato, si può ben dire che Massimino e Melania hanno adempiuto la loro missione.
Il 19 settembre 1855, Mons. Ginoulhiac, nuovo vescovo di Grenoble, compendiava così la situazione: "La missione dei fanciulli è terminata, comincia quella della Chiesa". Innumerevoli sono oggi gli uomini e le donne di ogni lingua che hanno trovato nel messaggio de La Salette, la strada della conversione, l'approfondimento della loro fede, il dinamismo per la vita quotidiana, le ragioni del loro impegno con e nel Cristo al servizio degli uomini.
Il Santuario de La Salette
È situato in piena montagna, a 1.800 metri di altezza, sulle Alpi francesi. L'edificio religioso e il complesso ricettivo sono affidati dalla diocesi di Grenoble alle premurose cure dell'Associazione dei Pellegrini de La Salette. I Missionari e le Suore di Nostra Signora de La Salette ne assicurano l'animazione e il funzionamento in collaborazione con i cappellani, diocesani e religiosi, le religiose e i laici. Numerose sono le possibilità offerte ai pellegrini: lettura della Parola di Dio, condivisione su un determinato tema, riunioni ed incontri con i cappellani, mostre missionarie e vocazionali, collaborazione data ai vari gruppi, accoglienza dei bambini, ecc... La giornata é ritmata dalla celebrazione eucaristica, dall'ufficio divino, dalle veglie di preghiera, dalle processioni, dalla preghiera del Rosario e dalla Via Crucis... senza dimenticare la preghiera silenziosa sempre possibile sui pendii della montagna o nelle cappelle adibite allo scopo.