IL MAGNIFICAT (don Dolindo Ruotolo)

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Don Armando Maria
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IL MAGNIFICAT (don Dolindo Ruotolo)

Messaggio da Don Armando Maria » lun mag 02, 2016 8:19 pm

“MAGNIFICAT!”

“Dio mio, quanto Tu ti glorifichi in me”
In me si diffonde la gloria di Dio
(Don Dolindo Ruotolo)

Il 21 novembre 1917 io scrivevo ad Elena per la prima volta nel nome di Gesù (…). La esortavo all’apostolato che doveva fare nella sua scuola in mezzo alle sue compagne, dicendole fra le altre cose: “L’ora è solenne: Dio ci forza a ritornare a Lui!”.
L’importante di questa giornata per Elena non era la mia lettera, ma due scritti, uno di Maria e l’altro di Gesù. (…)

«(…) Sono io Maria Immacolata, forza e vita della Chiesa, debellatrice del male, ancora della terra. Amen. In me sono riposti i disegni di Dio, a me sono affidati, io sono il grande strumento di Dio, e per questo il mio Cuore può chiamarsi il suo braccio e la sua forza. Egli ha operato per la gloria di Dio, Egli ha vinto per la gloria di Dio, Egli ha vivificato tutto per la gloria di Dio.
Ma dove ha operato, dove ha vinto, che cosa ha vivificato?
Egli formò me sua creatura, e l’opera sua si svolse in me avanti qualunque creatura, per questo io sono la primogenita di tutte. Il disegno di Dio si realizzò in me, ed il disegno di Dio è complesso mirabilmente nella sua semplicità.
Egli nel diffondere fuori di Sé la sua bontà, dovette diffondere prima il tipo di tutte le sue creature, l’idea sua, la sua grandezza, e questa diffusione non poteva essere che semplicissima.
Egli dunque si diffuse in me e mi preordinò nei secoli eterni come la sua idea, come il tipo di tutte le sue mirabili opere (…). Il disegno di Dio era come il piano dell’opera sua, io fui e sono il piano di queste diffusioni di potenza, di bontà e di amore; ogni cosa quindi si trova in me, non già nel frastuono delle sue parti, non già nel complesso della sua vita, ma si trova nella sintesi della sua espressione.
Immaginate un punto candido e semplice, una stella luminosa, una torre fortissima, una casa di oro… Immaginate di vedere sorgere da questo punto mille meraviglie, da queste stelle mille luci, da queste torri mille forze, da questa casa mille ricchezze… così è la mia vita: È un dilatarsi continuo, è un diffondersi perenne, è un realizzarsi continuo di mille meraviglie.
Dio mio, quanto ti glorifichi in me e quanta gloria ti canta l’essere mio, che è tanto complesso, pur essendo tanto semplice.
L’anima mia glorifica il Signore!
Tu ordinasti in me tutte le opere tue, e per questo io dissi già che tu mi facesti grande nella tua potenza e nella tua santità.
La potenza sgorga dai disegni delle opere tue, delle quali io sono la sintesi ed il tipo; la santità risalta nella tua attività in me, della quale io sono il ricettacolo ed il tempio. Da me esce il tuo piano nel realizzarsi, in me entra la tua vita nel diffondersi, di modo che tu mi chiami la tua forza e la tua vita, e la tua parola ha un senso profondissimo che l’uomo non sa concepire e non può ideare. (…)
Io sono come un fiore che sboccia sempre, cangia colore e manda novello profumo che si moltiplica nel suo stelo mentre si schiude.
Tu, o mio Dio, che operi sempre semplicemente, hai raccolto in me questa tua semplicità fecondissima, la quale in me si è schiusa e da me si è diffusa in mille meraviglie, che sono come il cantico della mia anima.
Per questo io sono regina del cielo e della terra, regina universale, regina dei secoli tutti.
Potrei dire che il mondo è la voce mia, come io sono la voce di Dio, e debbo dire che io sola potevo essere colei che doveva accogliere il Verbo di Dio, io sola dovevo raccogliere l’opera sua, perché solo così il disegno di Dio fu compìto in me e ritornò a Dio come lode, come amore, come gloria!
Gesù dunque mi chiama la forza sua e la sua vita, ed io sono veramente la Madre di Dio, non solo per la generazione ad extra di tutto il piano divino!
La madre non è tale da sola, è tale perché essa realizza il piano provvidenziale della famiglia, perché in lei si raccoglie la vita e da lei si diffonde la vita.
Dio eterno ed infinito non opera che per i suoi prototipi e per la sua volontà. Egli si diffonde e non lo fa che in me; io accolgo la sua potenza e la diffondo e divento la madre universale.
In questa diffusione Dio si glorifica, Dio si esalta, Dio si fa conoscere, Dio è glorificato dalle creature intelligenti… è una vita novella che si realizza in me, che viene da me per la sua eterna e divina bontà, ed Egli in questo piano di vita novella mi riguarda come sua Madre. Come Egli ha in Sé l’essere e la ragione dell’essere, così fuori di Sé Egli ha l’essere diffuso in me e la ragione di questa diffusione in me.
Egli dunque mi chiama sua Madre in un senso grandioso e divino!
Ah mio Dio! La tua creatura è fatta dunque così grande?
E questa grandezza diminuisce forse la tua infinita grandezza?
No, mio Dio, essa invece la rivela: Magnificat anima mea Dominum!
Tu non potevi diffonderti che nei raggi della tua Trinità, ed hai formato in me il Principio di tutto, avente in sé l’essere e la ragione dell’essere: L’essere è la volontà tua che si diffonde, e la ragione dell’essere è il piano della tua bontà. Di modo che la creazione ha trovato il principio proporzionato nel Verbo, che io generai nella carne, ha trovato la Sapienza, e nello Spirito Santo che mi vivificò ha trovato la vita!
Dio si diffonde nella forza del suo braccio, lo cantai io stessa: Fecit poténtiam in brachio suo; la vera vita non può essere che l’affermazione solenne della sua grandezza, e quindi non può essere che la rovina della grandezza falsa. Per questo la sua vittoria consiste nel disperdere i superbi dalla mente del suo cuore. Ma che cosa è la mente del suo cuore, se non io stessa?
Solo Dio poteva realizzare queste due cose tanto diverse ed in apparenza tanto opposte: la grandezza sterminata che quasi lo tocca da vicino, e la piccolezza estrema che lo glorifica.
Io sono la vittoria di Dio, perché in me si disperde veramente la superbia, in me si annienta. (…) Io sono la luce che disperde i superbi. Elevata tanto in alto, mirante profondamente nella luce di Dio, io sono la sublime bellezza che glorifica il Signore; ed allora dove si può elevare la misera luce umana?
Chi può gloriarsi della sua misera fiamma dinanzi al sole?
In me, o dolcissimo Dio, in me io misuro la tua grandezza, io mi umilio, io mi reputo nulla, perché io vedo nei piani che hai tracciati in me tutta la tua grandezza…
La mia gloria immacolata eclissa tutte le povere glorie umane e le annienta, ed io sono come il sole che batte con i suoi raggi la povera muffa umana e la inaridisce!
Benedetto sii tu in eterno, mio Dio, benedetto sii tu che in me non trovi che applauso, non trovi che forza. (…)
In me vince Dio con la sua grazia, ed eccomi Immacolata, ecco schiacciato l’orgoglio dell’uomo che si voleva fare simile a Dio!
In me vince Dio con la sua misericordia, ed eccomi vittima, eccomi addolorata, eccomi corredentrice del genere umano! I miei dolori sono la forza di questa vittoria di misericordia, sono il ristabilirsi dell’equilibrio in chi deve raccogliere in sé i meriti infiniti di Gesù Cristo; io raccolgo le miserie umane, come la mamma buona, e vinco il peccato ostinato nel nome di Dio!
In me vince Dio, perché io non vivo che per Lui, non vivo che di Lui, non vivo che in Lui, e la mia vittoria afferma la sua profonda ragione nell’ordinamento di tutto, poiché tutto deve rifondersi in Lui e deve glorificarlo. (…)
In me vince Dio, perché in me Egli ama l’umanità, in me Egli la benefica, ed il beneficio non è che la vittoria di Dio sul male disordinato dell’imperfezione di un essere partecipato e contingente. (…)
In me vince Dio poiché io lo amo, in me vince perché io mi umilio profondamente!
Io sono la vittoria di Dio, perché la mia vita può dirsi tutta umiltà: Respéxit humilitátem ancillæ suæ.
Ah, mio Dio, chi può elevare la fronte davanti a Te, quando io la abbasso profondamente? Chi può presumere davanti a Te, quando io mi annullo? Quale luce può pretendere di sostituirti, quando la mia, che raccoglie tutto, si eclissa?…
Tu vinci, o mio Dio… Tu vinci ed io ti glorifico in questa vittoria: Magnificat anima mea Dominum!
Per questo Dio sulla terra vostra mi fece donna e nei cieli mi fece sapienza! Nei cieli la sapienza ordina tutto ed è la vittoria dell’azione, perché ne è la vita e ne è l’ordine; nella terra la donna è la grande trionfatrice della piccolezza, nella maternità che la fa gigante; è la trionfatrice della stoltezza nell’intuito che la fa sapiente; è la trionfatrice della miseria nel sacrificio che la fa benefattrice; è la trionfatrice del dolore nella bellezza che la fa conforto; dell’oppressione, nell’ordine che la fa ideale; della rozzezza, nella delicatezza che la fa savia; dell’orgoglio, nel fascino che la fa regina!
Vedete che Dio è infinitamente grande in qualunque sua manifestazione… Amatelo, adoratelo, ascoltate la voce della Regina del cielo che vi parla!
Che cosa ha vivificato Gesù nella sua grande opera?
O che forse il padre di famiglia alimenta direttamente i suoi figli lattanti? Che cosa vivifica il padre se non la madre? Ebbene, ecco la mia vita è tutta vivificata da Gesù per voi, per il mondo, per il cielo, per l’universo!
Tutta la grandezza di Gesù è in me, ed io la bevvi dal suo Cuore negli anni che lo ebbi con me, sola nella piccola casetta di Nazareth! Qui Egli non stette inerte, qui lavorò la madre per l’universo e per l’umanità, qui depose nel cuore di lei la vita!
Per questo Egli non si curò di essere disprezzato dal popolo; per questo Egli continuò l’opera sua fino alla fine; per questo esalò l’ultimo respiro suo, e lo ripose in me.
Egli ha vivificato me, ed in me ha posto il germe della vita della Chiesa, in me ha riposto tutto il suo tesoro! Egli non ha voluto fare di me la creatura solamente privilegiata; no!
In Dio non vi è accettazione di persone e non vi è particolarità di privilegio; Egli ha vivificato in me, nel mio cuore, l’opera sua, così come si ripone nel terreno la semente perché fruttifichi! Così come Dio comandò alla terra e al mare di produrre gli esseri viventi, e si glorificò nella fecondità di questi elementi; come Dio rese la terra ed il mare l’ambiente che raccolse la forza della sua parola creatrice… rese me come la terra, come il mare della vita soprannaturale e delle più alte elevazioni della grazia. (…)
Tutto è mirabile in me, e tutto canta a Dio un cantico nuovo di amore e di pace, di grandezza e di gloria: Magnificat anima mea Dominum!
La grande vita delle anime non sta nelle apparenze; esse devono abbassarsi per crescere; per questo Dio in me depone i potenti dalla loro sede, per questo in me esalta gli umili; in me riempie di beni gli affamati e lascia nella povertà i pretesi ricchi.
Potrebbe mai una terra arricchirsi di fiori artificiali? Che cosa sarebbero essi se non una misera ricchezza che la pioggia non feconda, ma fa morire? Ecco perché le anime che non vivono di me sono morte. (…) 

“Il Magnificat” può dirsi il canto del cigno di Padre Dolindo in quanto fu l’ultima sua opera terminata poco prima di morire: non poteva essere un inno perenne per la Madonna tanto da lui amata e cantata a sua gloria per gli uomini di tutta la terra. Molte sue opere furono scritte alla maniera de “L’imitazione di Cristo”… come se a parlare fosse Lui alle anime. Te ne invio un capitolo per fartene gustare il profumo di Paradiso.
Ave Maria, Francesco.

Ave Maria! Caro Francesco, grazie assai per avermi mandato questa chicca dolcissima e che io, già da giorni stavo assaporando nel mio spirito, meditando sulla grandezza di Maria (Figlia prediletta del Padre, Madre del Figlio di Dio e Sposa del Santissimo Spirito) dopo aver letto nel Poema dell'Uomo Dio, scritto da Maria Valtorta, le parole che Gesù pronunciò ai suoi Apostoli dopo la sua Risurrezione e che si trovano nel volume 10° dopo la metà del capitolo 15°. là Gesù Risorto afferma chiaramente che dall'eternità Dio pensò, creò, l'anima di Maria come Stella fulgidissima, dicendo: “Guardate la perla più pura che venga strappata al mare, alla conchiglia natìa, per adornare lo scettro di un re. E’ perfetta nella sua iridescenza compatta che ignora il contatto profanatore di ogni carne, formatasi come si è nell’incavo madreperlaceo dell’ostrica, isolata nello zaffiro fluido delle profondità marine. Eppure è men pura del Seno che mi ebbe. Al suo centro è il granello di rena: un corpuscolo minutissimo, ma sempre terrestre. In Colei che è la Perla del mare non esiste granello di peccato, neppur di fomite al peccato. Perla nata nell’Oceano della Trinità per portare sulla terra la Seconda Persona, Ella è compatta intorno al suo fulcro che non è seme di terrena concupiscenza, ma scintilla dell’Amore eterno. Scintilla che, trovando in Lei corrispondenza, ha generato i vortici ella divina Meteora, che ora a Sé chiama e attira i figli di Dio: Io, il Cristo, Stella del mattino. Questa purezza inviolata Io vi do ad esempio”. Dopo aver letto e meditato su queste Santissime Parole di Gesù ho voluto ho voluto incominciare a recitare, alla mattina presto, i Misteri di Maria: la creazione dell'anima di Maria, l'Immacolato Concepimento di Maria in Sant'Anna, la Nascita di Maria Bambina, la presentazione di Maria Bambina al Tempio Santo di Dio a Gerusalemme, la crescita di Maria Bambina nel Santo Tempio di Dio fino al suo castissimo Sposalizio con San Giuseppe. Grazie, Francesco, e che Gesù e Maria ti compensino e ti benedicano sempre. Pace e gioia!
Gesù e la Mamma Celeste vi amano assai e vi benedicono; e anche io, nel loro Santissimo Amore vi voglio bene e vi benedico per intercessione del Cuore Immacolato di Maria: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Don Armando Maria

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