Domenica V C «Prendi il largo e calate le reti!"

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Don Armando Maria
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Domenica V C «Prendi il largo e calate le reti!"

Messaggio da Don Armando Maria » sab feb 06, 2016 4:49 pm

«Prendi il largo e calate le reti per la pesca».

Ave Maria! Carissimi/e, è il giorno del Signore, e ve lo voglio augurare tutto bello, pieno di amore, di gioia e pace assieme ai vostri cari. Gesù vi ama assai e la Mamma Celeste vi stringe, uno per uno, al suo Cuore Immacolato e con tantissimo amore. Ella vuole che ci facciamo santi, mettendo sempre Gesù al primo posto.
E vi devo dire anche una cosa importante: tra i messaggi meravigliosi della Regina della pace, a Medjugorje, ce n’è uno bellissimo, ed è quello del giorno di Natale del 1997, eccolo:
“Cari figli, anche oggi gioisco con voi e vi invito al bene. Desidero che ognuno di voi mediti e porti la pace nel cuore e dica: “Io desidero mettere Dio al primo posto nella mia vita”. Cari figlioli, ognuno di voi diventerà Santo. Dite, figlioli, ad ognuno: “Ti voglio bene!”. E questi vi ricambierà con il bene. Ed il bene, figlioli, dimorerà nel cuore di ogni uomo. Stasera, figlioli, vi porto il bene di mio Figlio, che ha dato la sua vita per salvarvi. Perciò, figlioli, gioite e tendete le mani a Gesù , che è solo Bene.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”.
http://innamoratidellamadonna.it/forum/ ... hp?t=12035
Sappiate infine che Gesù e la Mamma Celeste ci amano assai, ci proteggono e ci benedicono sempre. E anche io vi voglio bene, e vi benedico nel loro Santissimo Amore. Prego per ognuno di voi. Pregate anche voi per me. Ora vi faccio dono di questa mia povera riflessione personale sulla Parola del Signore di oggi.
Oggi con il profeta Isaìa contempliamo assieme la gloria di Dio. Attorno al suo trono fulgente stanno esultanti i Serafini, gli Angeli dell’amore: notte e giorno essi amano Dio Amore, Lo lodano e, prostrati, Lo adorano e proclamano l’uno all’altro, cantando, e senza mai stancarsi: “Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria!”. Ed ecco che uno di loro vola veloce verso il profeta con un carbone acceso; e con esso gli tocca la bocca, e gli dice: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato”. E che significa ciò? Significa che la bocca di chi viene mandato a parlare di Gesù Cristo e del suo vangelo viene purificato dal Fuoco dello Spirito Santo nel leggere e nel meditare la Santa Parola che ci rende il cuore sempre più puro, umile, un cuore ardente d’amore. La Parola viva è Gesù Criso!
Gesù infatti è venuto a portare il Fuoco dell’amore di Dio sulla terra: l’amore dello Spirito Santo per purificare il cuore dell’uomo e per rinnovare ogni cosa. E come si comunica ai fratelli l’amore di Dio? Con il fuoco d’amore che dimora in un cuore pieno di fede sincera in Gesù e si riversa verso i fratelli che ascolano. Infatti un cuore che arde d’amore per Gesù Cristo e per i fratelli è davvero capace di evangelizzare. E non solo i sacerdoti sono chiamati a Parlare di Gesù, morto e risorto per noi, ma ogni cristiano, in forza del suo battesimo. E porteremo molto frutto perché è lo Spirito Santo che opera in noi. Egli illumina, riscalda, e converte i cuori, ed è sempre Lui che incarna la Parola, come in Maria e per mezzo di Maria. Egli è il suo Sposo Immacolato ed è Fuoco d’eterno Amore: è "il Bacio che si scambiano tra loro il Padre e il Figlio (San Bernardo)”.
Per comunicare a noi uomini questo Fuoco d’amore Gesù è morto in Croce: ci ha redenti, ed è Risorto. Egli è Vivo! Egli, discendendo dal trono dell’Altissimo, è venuto a baciare dentro l’anima ognuno di noi con il Fuoco ardente del suo Santo Spirito. E beato chi viene baciato e sigillato con il suo Bacio d’ amore! Chi va ad evangelizzare deve ardere di questo Fuoco divino: amore verso Dio e amore verso i fratelli. E chi arde davvero di questo duplice amore sente dentro di sé l’esigenza di evangelizzare, dovunque egli si trovi: non riesce a stare né fermo e né zitto perché il Fuoco di Dio gli brucia dentro l’anima e lo spine, lo manda.. …E: “Chi manderò, e chi andrà per noi?». Senza esitare rispondiamo subito: “Ecco, manda me!”. Poteremo allora molto frutto che sarà abbondante proprio come quello della pesca miracolosa sul lago di Galilea. E ciò avverrà perché andremo ed evangelizzeremo con il Fuoco dell’amore di Gesù e Maria dentro l’anima, e non facendo leva sulle nostre povere forze e i nostri metodi umani; ma ci appoggeremo solo sulla Parola di Gesù, come ha fatto San Pietro, San Paolo, San Giovanni, come hanno saputo fare i Santi: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua Parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci, tanto che le reti si rompevano“. Così sarà anche il nostro apostolato verso i fratelli che ci stanno aspettando. Pace e gioia! (*).

Ave Maria! Carissimo/a, la Mamma Celeste vuol salvare tutti i suoi figli e figlie, e anche te e me. E allora abbandoniamoci con fiducia di figlio/a al suo amore di Mamma e rinnoviamo, anche ogni giorno, la consacrazione personale al suo Cuore Immacolato e Addolorato, ed Ella ci consacra al Cuore di Gesù e ci fa innamorare sempre più di Lui. Diciamo con il cuore:
“O Maria, io mi consacro per sempre al tuo Cuore Immacolato e Addolorato. Coprimi con il tuo santo Manto. Sii la Regina della mia casa e della mia vita. Stammi sempre vicino! Prega Gesù per me e per tutti i miei cari, sia vivi che defunti. Amen”.

-Ed ecco ora finalmente la Santa Parola di Dio di oggi con il bel commento sapienziale del caro don Carlo De Ambrogio, fondatore del Gam (gioventù ardente mariana), che è stato un vero uomo di Dio e sacerdote santo. Ho avuto la grazia di conoscerlo e di seguirlo, per ben 4 anni, assieme ai miei ragazzi della scuola negli anni ’70 a Roma nei bei Cenacoli Gam:

Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia (6,1-2.3-8)
Nell'anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali e proclamavano l'uno all'altro:
«Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stìpiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimé! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».

* Isaìa è trasportato in spirito nel Tempio di Gerusalemme. Improvvisamente gli occhi di Isaìa contemplano il Signore assiso sull'Arca, trasformata in trono imponente ed elevato. I serafini, come esseri «ardenti» librati in aria, circondano il trono di Jahvè: il loro atteggiamento è tutto adorazione. Il Tempio di Gerusalemme prende dimensioni cosmiche: il Santo di Israele diventa il «Dio degli eserciti», la Gloria che prima rivestiva il «Santo dei santi» ora riveste tutta la terra; il trisaghion (tre volte «Santo») traduce l'infinita santità di Dio. Al bagliore di quella presenza il profeta si avvede di essere un uomo dalle labbra impure e di appartenere a un popolo dalle labbra (la parte per il tutto) impure. Il gesto di purificazione del serafino indica che «Dio purifica con il fuoco il vecchio modo di esistere dell'uomo» e gli ridà un nuovo modo di essere: d'ora in poi Isaìa sarà della sua missione. La Parola di Dio che ormai può intendere resta tuttavia una parola di fede: «Chi manderò e chi andrà per noi?». Senza esitare, Isaìa si offre: «Manda me».

Salmo Responsoriale (dal Salmo 137)
Cantiamo al Signore davanti ai suoi angeli.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia:
hai reso la tua promessa più grande di ogni fama.
Nel giorno in cui t'ho invocato mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Ti loderanno, Signore, tutti i re della terra
quando udranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore,
perché grande è la gloria del Signore.
Il Signore completerà per me l'opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.

Seconda Lettura
Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (15,1-11)
Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!
Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

* Il nucleo del vangelo di Paolo (kèrigma) è la morte e risurrezione del Signore, la teologia della croce e la teologia della gloria. Il Cristo risorto è colui che Paolo ha incontrato sulla via di Damasco. Non si tratta di un rischio: tutto si è compiuto «secondo le Scritture». Per portare un simile annuncio vale la pena «faticare più di tutti» e non risparmiarsi in nessun modo. Alla sera della vita, all'atto di trasmettere la fiaccola a Timoteo, gli dirà: «Ricordati di Gesù Cristo, risuscitato dai morti» (2 Tm 2,8).

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia, alleluia.
Io vi ho scelti di mezzo al mondo,
dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto sia duraturo.
Alleluia.

Vangelo
† Dal vangelo secondo Luca (5,1-11)
In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone.
Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

* Pietro confessa il fallimento totale: «Tutta la notte, nulla». Ora gli si chiede di gettare la rete di giorno, e lui è stanco. La fede di Pietro travalica ogni esperienza; è totale: «Sulla tua parola getterò la rete». Per imbarcare i pesci, Pietro è costretto a chiamare anche gli altri che gli diano una mano.
L'uomo deve obbedire alla Parola e lavorare (= gettare la rete, annunciare). Dio gli darà il successo. Di fronte a quella scena, Pietro confessa la propria sozzura, come Isaìa. Sente contemporaneamente vicina a sé la divinità della persona di Gesù e misura l'estensione della sua nullità. «Non temere - lo rassicura Gesù - d'ora in poi pescherai uomini».

SPUNTI DI RIFLESSIONE
Lavorare sulla Parola di Dio
Prima di essere la pietra su cui Cristo avrebbe fondato la sua Chiesa, Pietro-Simone è stato colui che ha percorso per intero il cammino pieno di passione impulsiva ed insieme di incertezze verso il suo Signore. Egli è stato in questo modo colui che ha percorso, prima di noi, l'itinerario che a ciascuno di noi è chiesto di percorrere.
Simone era un pescatore: ciascuno ha il suo lavoro e a ciascuno può capitare di faticare nel buio di tante notti e di non prendere nulla.
Ma interviene quella Presenza che chiede di lavorare sulla sua parola, cioè di vivere la propria esistenza all'interno di quell'avvenimento potente che è Cristo Signore e allora il nostro lavoro e la nostra esistenza trovano una fecondità mai prima conosciuta. In questo stesso momento ciascuno di noi percepisce la propria distanza da quell'abbraccio misericordioso ed insieme la propria estrema vicinanza.
Non saremo chiamati a fare altre cose, ma a farle per un altro scopo. Così Pietro continuerà ad essere pescatore, ma da allora in poi sarà pescatore di uomini.
Come appare Gesù a coloro che lo hanno incontrato, che si sono uniti a lui e la cui testimonianza è il fondamento della nostra fede? a) Egli attira l'uomo nella sua scia; b) diffonde una calma sovrana; c) pur non esercitando alcuna professione come gli altri, vive le preoccupazioni quotidiane del prossimo; d) nei suoi segni prodigiosi si manifestano una forza e un'amicizia sovrumane che permettono di avvertire immediatamente la presenza di Dio; gli uomini rimangono «affascinati»; e) sa infondere coraggio a chi è triste e timoroso; f) fa promesse che aprono un futuro nuovo; g) chiama alla comunità e alla collaborazione con lui, non vuole fare tutto da solo.

LA PAROLA PER ME OGGI
Il profeta Isaia e Simone, di fronte alla grandezza e alla santità di Dio, avvertono tutta la loro piccolezza e l'incapacità di svolgere la loro missione senza il sostegno di Dio. Riconosciamoci "piccoli", ma grandi grazie a Colui che ci dà la vita e ci tiene per mano.

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Dio di infinita grandezza, che affidi alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani il compito di portare agli uomini l'annunzio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito, perché la tua parola, accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni parte della terra.

Gam (gioventù ardente mariana) http://www.cenacologam.it/chi-siamo/con ... tmCenacolo Gam | Chi Siamo | La "Comunità Consacrati del Gam"
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(*) Ave Maria! Questa mia povera omelia l’ho scritta anche per ogni mio ex parrocchiano/a, e per quei fratelli e sorelle che Gesù mi ha fatto incontrare in questi miei 48 anni di vita sacerdotale in qualità di parroco, di vicario parrocchiale, o di assistente dei ragazzi. E non li considero come degli ex parrocchiani o ex alunni, ma come veri figli spirituali di adesso perché l’anima non invecchia mai. E poi, dato che, nell’arco dei miei anni di sacerdozio, sono stato parroco, o vicario parrocchiale, in diverse parrocchie, mi rivolgo a tutti voi, miei parrocchiani e parrocchiane di…: - Casal Palocco e Infernetto, - San Vincenzo in Bassano Romano, - Saluggia (Vc), - Giulinova, - Chia –Santarello presso Soriano nel Cimino sulla Via Ortana, - Nazzano Romano, - Locri e ad Africo Nuovo, - Alta Valle Maggia (Svizzera Ti): Cavergno, Bignasco, Brontallo, Fusio…, - Mugnano di Lucca - Corfino e Canigiano in Alta Garfagnana (Lucca), - Roma nella parrocchia di N. S. di Czestochowa, - Matelica, e nella parrocchia della Madonna delle Grazie a Braccano di Matelica.
Carissimi/e, vi voglio dire che vi porto sempre nel cuore come miei veri figli e figlie spirituali e prego per ognuno di voi ogni giorno. Infatti il sacerdote, il parroco, resta sempre Padre, e i figli sono sempre figli. Perciò io vi considero veri/e figli/e nello Spirito, anche se siamo stati assieme solo per qualche tempo o per pochi anni. Sinceramente vi devo dire che sarei voluto rimanere sempre con te e con tutti voi, e per tutta la vita, perché mi son trovato assai bene con voi; ma il Signore ha disposto altrimenti, e che Lui sia sempre lodato! Vi voglio assicurare però che ti porto nel cuore e nella mia povera preghiera, ogni giorno, con la speranza certa di rincontrarci poi tutti, un giorno, in Paradiso. Vi affido, assieme a tutti i vostri cari, e vi consacro ancora, ogni giorno, al Cuore Eucaristico di Gesù e al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria affinché possiate vivere bene la vostra vita di fede cristiana per salvarvi l’anima. Io prego per voi, e vi chiedo un preghiera anche per la mia salute, che è un po’ cagionevole. Vi voglio bene, vi abbraccio e vi benedico, uno per uno, in Gesù e Maria. Pace e gioia sempre!
Don Armando (don Raffaele) Maria Loffredi o.s.b. silv.
donarmando@silvestrini.org

LE GOCCE DI LUCE VIVONO!
Ave Maria! Carissimi/e, grazie per le vostre preghiere! Ma vi invito a continuare a pregare per la piccola Maria, che è assai provata fisicamente e che è anche attaccata dal maligno che vuole bloccarla e non farla ascoltare più la voce di Gesù e per non farla scrivere. Ella ha avuto ed ha ancora prove fortissime e di ogni gene. E dite un preghiera anche per me che sono assai ostacolato per non portare avanti queste provvidenziali Gocce di luce, che trovano ostacoli di ogni genere, ma sono bellissime! Gesù vuole che le Gocce di luce vivano e che siano divulgate al massimo perché Esse sono suo divino Insegnamento per i nostri giorni, e ne abbiamo tutti assai bisogno in questo mondo moderno di tenebre e di grande confusione… Intanto Gesù è intervenuto anche su di me, ed ho incominciato a ricopiare le Gocce di luce del 2015, e poi subito incomincerò a pubblicare quelle più recenti di quest’anno 2016… Rimaniamo uniti nella preghiera e nell’amore di Gesù Cristo e del Cuore Immacolato di Maria. Vi voglio bene e vi benedico in Gesù e Maria. Pace e gioia!

GOCCE DI LUCE – 2015
1 gennaio 2015 “Maria è il Grembo, il Grembo nel quale scorrono le acque creative del Padre”
Mia piccola Maria, la Chiesa celebra la Maternità divina di Maria. Lei è glorificata per la sua eccellenza, che è la sua Maternità. Maria è il Grembo, il Grembo nel quale scorrono le acque creative del Padre, ed è percorso dalla Luce e dal Fuoco dello Spirito Santo, che si uniscono e ne accendono la vita. Lei, la prescelta per essere il Grembo che concepisce il Figlio di Dio, e tutti i cristiani; e non solo: è il Grembo per tutti i figli creati dal Padre che Lo vorranno. Ella ha le Grazie di ricreare nella santità e nell’amore, la prescelta ad esserne atta, poiché così creata dall’Onnipotente, ma anche perché è la piena di Grazia, la perfezione delle virtù, la Figlia tanto amata, che tutta si è fusa alla sua Santissima Persona.
Come partecipare della sua Maternità? Pregandola, desiderandola e consacrandosi al suo Cuore Immacolato. Tanto più a Lei ci si abbandona e si è veritieri che Ella, da Madre, vi riforma a vita vera, vita divina, vita risorta. Datevi a Lei così come siete, da poveri peccatori, con le vostre miserie! Foste pure l’ultimo, il peggiore della terra, ma se di cuore vi date alla Madre, Ella vi ricrea a capolavori di Dio. Il suo Grembo porta il mio calco: è l’impronta di Gesù Cristo. Non può che riformarvi a mia Immagine. In Maria voi rinascete figli di cuore, e in verità, alla Paternità di Dio: voi siete ricreati!
L’anno inizia proprio con Maria, che è il sorgere, l’aurora del nuovo giorno: Ella scandisce il tempo, se vi offrite a Lei, e sarà l’anno di una nuova vita che vi riforma al mio incontro, ad essere miei. Ti benedico”.

04 gennaio 2015 “Quand’è che gli uomini comprenderanno che senza il Signore la vita perde il suo senso?”
“Mia piccola Maria, questo tuo figlio, anche se ora è nel male, Io lo tengo nel mio Cuore. Così come dice la Santa Parola: “Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Egli è la Luce, la Vita. E’ Colui dal quale ha nascita e origine ogni cosa e, senza di Lui, niente sussiste. E’ Lui che detiene il filo della vostra esistenza, che mantiene i confini dell’universo, che accende ogni movimento. Quand’è che gli uomini comprenderanno che senza il Signore la vita perde il suo senso? E che tutto a Lui è dovuto e riconosciuto e che in Lui si acquista ogni valore? Dato che la natura, senza un’origine, motivazione e fine, perde la sua utilità, mentre è proprio in Dio che la vostra nascita ne acquista motivazione ed il suo fine. Lo dice la Sapienza stasera: essa non loda se stessa, ma prende il suo vanto nell’Onnipotente. Ogni scienza che non si illumina della Luce divina si chiude nei suoi poveri obiettivi umani che decadono a suo tempo. Iddio prende Carne per farvi sue carni. Egli viene per scardinare, con la sua Luce, l’oscurità del caos, le vostre tenebre, perché abbiate a vivere il suo eterno giorno. L’Altissimo viene dalle sue altezze, dal suo infinito, per farsi finito nella sua Santa Umanità, per far sì che la vostra nascita non decada e perisca alla sua natura, ma Lui fiorisca per il Cielo. A che vale una nascita alla terra se poi solo muore? Ma se, irrorata dall’eterno Sole, più non conosce morte, ma gli orizzonti di una proprietà che non è padronale ma libera e senza confini, nell’eredità di una figliolanza divina che, da questa terra, è partorita, con i dolori vostri in quelli redentivi di Cristo, all’eternità del suo Regno. Ti benedico”.

05 gennaio 2015 “Se vi ponete al suo cammino, se Lo cercate, Iddio si fa sempre trovare”
“Mia piccola Maria, Seguite la stella, accogliete l’invito di seguire la sua luce. Quella stella che, ancor prima che dal cielo, è stampata !° nella vostra coscienza: quella luce che lo Spirito Santo, tramite il suo Alito, vi ha intessuto, II° con l’ascolto e la Santa Parola che dà Luce al percorso del vostro cammino, III° nella vostra responsabilità che risponde all’anelito, al desiderio di Dio, che è Luce da raggiungere. Se vi ponete al suo cammino, se Lo cercate, Iddio si fa sempre trovare. I Re Magi, ancora prima di seguire il Segno straordinario della stella cometa in cielo possedevano luce nello spirito nella ricerca della verità dell’unico vero Dio, nello scrutare le Sacre Scritture che l’annunciano, nella propria offerta e fatica del viaggio che affrontano, e vuole trovarLo. E il Signore dà risposta con la Manifestazione di Sé stesso.
Ove Lo trovano in questa ricerca? Nell’umiltà, nella povertà di una misera stalla, in braccio ad una Madre sconosciuta al mondo, che possiede però una Maternità che dona vita per tutti gli uomini. I Magi offrono, per glorificare il Signore, la loro adorazione e l’omaggio dei propri doni, regali più possibilmente degni per un Re.
Anche voi ove mi troverete nella vostra ricerca se non in questo stato di povertà, umiltà e verità? Trovatomi, ecco, Io mi unisco a voi, alla vostra adorazione ove portate in dono, per glorificarmi, il dono di voi stessi. La preziosità della vostra persona, l’incenso della vostra preghiera, la mirra della vostra sofferenza ed oblazione, che è il dono della vostra vita offerta a Me. Iddio, alla vostra adorazione vi abbraccia e vi congloba a Sé, rivelandosi e manifestandosi a voi per quel che è. Ti benedico”.
… (continua prossimamente)…

Dio vi benedica sempre! Pace e gioia!

-Sito ufficiale internet di "Gocce di luce – Gesù parla ad un'anima": http://www.goccediluce.org/
Gesù e la Mamma Celeste vi amano assai e vi benedicono; e anche io, nel loro Santissimo Amore vi voglio bene e vi benedico per intercessione del Cuore Immacolato di Maria: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Don Armando Maria

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