Riflessi di lago, specchio di un'anima ... 2012

Riflessi di lago, specchio di un’anima…

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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 23, 2012 11:32 am

Immagine Mio grande Cuore, oggi giovedì dopo le ceneri, leggo e medito nel mio piccolo cuore quel che ci lascia padre pio...
  • La vanagloria è un nemico proprio delle anime che si sono consacrate al Signore e che si sono date alla vita spirituale; e perciò a ben ragione può dirsi la tignuola dell’anima che tende alla perfezione. Essa vien detta dai santi tarlo della santità...

    Questo vizio intanto più è da temersi in quanto non ha virtù contraria per combatterlo. Infatti ogni vizio ha il suo rimedio e la virtù contraria; l’ira si atterra colla mansuetudine, l’invidia colla carità, la superbia coll’umiltà e via, via dicendo; la sola vanagloria invece non ha virtù contraria per essere combattuta. Essa s’insinua negli atti più santi; e perfino nella stessa umiltà se non si è accorti innalza superba la sua tenda...
...a Tua lode e gloria, con tutto il mio piccolo ♥
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven feb 24, 2012 5:41 pm

Immagine Mio grande Cuore, oggi venerdì dopo le ceneri, leggo e medito nel mio piccolo cuore quel che ci lascia sant’agostino...
  • Tu compi il peccato nell'amare le creature con disordine, contro l'uso onesto, contro l'uso lecito, contro la legge e la volontà del loro Creatore. Non è che ami il peccato in se stesso ma, amando malamente quello che ami, vieni intrappolato nel peccato. A te piace l'esca che è nella rete e, senza accorgertene inghiotti il peccato... Che altro è il peccato dunque se non il trattare disordinatamente le cose che hai ricevuto in uso? Sappi bene usare le cose inferiori e potrai rettamente fruire del bene superiore...
...a Tua lode e gloria, con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 27, 2012 10:33 am

  • ImmagineUn tempo per...
La pioggia colorata di coriandoli ha già lasciato spazio alle Ceneri, segno pasquale che ci ha introdotto nel grande tempo della Quaresima. Sistemati in ordine i travestimenti del carnevale, ora è tempo di abbandonare tutte le nostre maschere. Con Gesù ci inoltriamo nel deserto per quaranta giorni.

É un tempo per verificare la nostra fede e rinvigorire il nostro cammino di discepoli.
É un tempo per ascoltare e ascoltarci, per (ri)scoprire il silenzio e la calma.
É un tempo per semplificare, per mettere ordine, per dare una gerarchia evangelica ai nostri impegni.
É un tempo per stabilire il centro e le periferie della nostra esistenza.
É un tempo di vivificazione, più che di mortificazione. Un tempo da preparare, da scegliere, da desiderare.
É un tempo di conversione per invertire le nostre rotte: da sé agli altri, dagli idoli muti al Dio della vita, dalla schizofrenia all'unità, dalla dispersione all'ordine, dalla confusione al silenzio, dalla superficialità all'essenziale, dall'ingordigia alla sobrietà, dalla presunzione all'umiltà…

La tradizione ci consegna tre parole chiave: digiuno, preghiera e carità.

Digiunare per sentire la fame, per scoprire che non basto a me stesso e che il mio egoismo non può nutrirmi. Digiunare per imparare a dire dei "no" che mi aprono a dei "sì" che allargano il cuore. Oltre al digiuno dal cibo - necessario e insostituibile - ci sono molti altri terreni in cui sperimentarsi, ognuno si scelga quello più urgente nel suo cammino spirituale. Mi permetto solo di consigliare un po' a tutti il digiuno dal pettegolezzo, per imparare a guardare l'altro così come lo guarda Dio.

Pregare per trovare uno spazio quotidiano di deserto, di intimità con Gesù e la sua Parola. Pregare per riconoscere la mia totale appartenenza a Dio. Stabilire un tempo, trovare un luogo e mettersi in ascolto della Parola è un appuntamento irrinunciabile nella vita del discepolo. Senza fretta. Senza pretendere di "sentire" chissà cosa. Senza troppe parole. Stare davanti a Lui, questo conta.

Carità per ricordarmi che la fede deve cambiare anche le mie mani. Carità non significa dare quello che avanza o che non serve più, ma stare attenti ai bisogni dell'altro, condividere i doni che ho ricevuto, non chiudermi nel possesso che ammuffisce le ricchezze del cuore. Di certo non mancano le proposte per vivere esperienze concrete di carità, scegliamone una e rimaniamo fedeli. Ma non dimentichiamoci che la carità più urgente e capace di contagio, è quella della quotidianità, tra le mura domestiche, nella scuola, nel lavoro e pure nel tempo libero.

Buona quaresima
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio mar 01, 2012 9:53 am

  • Immagine
Educare i giovani alla giustizia e alla pace (Benedetto XVI, 1 gennaio 2012)

I responsabili dell’educazione

2. L’educazione è l’avventura più affascinante e difficile della vita. Educare – dal latino educere – significa condurre fuori da se stessi per introdurre alla realtà, verso una pienezza che fa crescere la persona. Tale processo si nutre dell’incontro di due libertà, quella dell’adulto e quella del giovane. Esso richiede la responsabilità del discepolo, che deve essere aperto a lasciarsi guidare alla conoscenza della realtà, e quella dell’educatore, che deve essere disposto a donare se stesso. Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi. Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone.

Quali sono i luoghi dove matura una vera educazione alla pace e alla giustizia? Anzitutto la famiglia, poiché i genitori sono i primi educatori. La famiglia è cellula originaria della società. « È nella famiglia che i figli apprendono i valori umani e cristiani che consentono una convivenza costruttiva e pacifica. È nella famiglia che essi imparano la solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro » [1]. Essa è la prima scuola dove si viene educati alla giustizia e alla pace.

Viviamo in un mondo in cui la famiglia, e anche la vita stessa, sono costantemente minacciate e, non di rado, frammentate. Condizioni di lavoro spesso poco armonizzabili con le responsabilità familiari, preoccupazioni per il futuro, ritmi di vita frenetici, migrazioni in cerca di un adeguato sostentamento, se non della semplice sopravvivenza, finiscono per rendere difficile la possibilità di assicurare ai figli uno dei beni più preziosi: la presenza dei genitori; presenza che permetta una sempre più profonda condivisione del cammino, per poter trasmettere quell’esperienza e quelle certezze acquisite con gli anni, che solo con il tempo trascorso insieme si possono comunicare. Ai genitori desidero dire di non perdersi d’animo! Con l’esempio della loro vita esortino i figli a porre la speranza anzitutto in Dio, da cui solo sorgono giustizia e pace autentiche.

Vorrei rivolgermi anche ai responsabili delle istituzioni che hanno compiti educativi: veglino con grande senso di responsabilità affinché la dignità di ogni persona sia rispettata e valorizzata in ogni circostanza. Abbiano cura che ogni giovane possa scoprire la propria vocazione, accompagnandolo nel far fruttificare i doni che il Signore gli ha accordato. Assicurino alle famiglie che i loro figli possano avere un cammino formativo non in contrasto con la loro coscienza e i loro principi religiosi.
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 02, 2012 4:15 pm

Immagine Mio grande Cuore, oggi primo venerdì del mese e primo venerdì di quaresima davanti alla Tua Santa Croce: io cerco la Tua Volontà... non mi importa di esserne consapevole, ma desidero con tutto il mio piccolo cuore compiere la Tua Volontà, anche se non ne sono degna... che la Tua Volontà venga qui ed ora, in quel che tocco, in quel che sfioro, in quel che guardo... e che il letame della mia miseria faccia fiorire la Tua grazia...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 05, 2012 9:31 am

  • ImmagineL'altra faccia del mistero
Per farci pregustare la meta verso la quale siamo incamminati, la liturgia ci fa balzare dal deserto della scorsa settimana al monte della Trasfigurazione. Questo "salto spirituale" ci mette davanti agli occhi un Vangelo che scardina quell'immagine grigia e cupa della Quaresima che si è sedimentata nel nostro immaginario spirituale. L'autentica mortificazione quaresimale è per la vivificazione e non per la tristezza! Se mi mortifico è per far crescere la vita dello Spirito, per immettere vita evangelica nelle arterie della mia esistenza.

Pietro, Giacomo e Giovanni sono condotti dal Rabbì in cima al Tabor. Mentre salgono in silenzio il loro smarrimento cresce nel cuore. La Parola di Gesù che anticipa passione, morte e resurrezione è rimasta davvero indigesta. Non capiscono, ma si fidano del Maestro e camminano sui suoi passi. Mentre salgono il respiro corto della salita batte il ritmo dei mille pensieri e all'improvviso un bagliore di bellezza squarcia la loro confusione. I discepoli ricevono il dono di poter assistere ad un anticipo della gloria della Resurrezione. Gesù svela l'altra faccia del suo mistero: non solo la Croce, ma anche la Gloria. O meglio: in quella Croce, che ancora non comprendono, è nascosto il seme della Gloria.

La trasfigurazione di Gesù anticipa e prepara la nostra. Anche noi siamo chiamati a trasfigurare la nostra vita a immagine del Risorto e questo brano ci svela il principio attivo di questa metamorfosi: "Questi è il mio figlio, l'amato: ascoltatelo!".

La trasfigurazione parte dall'ascolto di Gesù, Parola del Padre che come seme fecondo fa esplodere il cuore e rigenerare vita. Lasciamo che la Parola ci trasfiguri e non vivremo più da schiavi, ma da figli a immagine del Figlio.

Buona settimana
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 09, 2012 11:16 am

Immaginegiovedì 8 marzo 2012

giorno di festa e gioia in onore di san giovanni di Dio e non solo...


...nel grande cuore di madre teresa, e anche nel mio piccolo...
  • La donna è il cuore del focolare e il cuore del mondo.
    Preghiamo affinché noi donne possiamo portare a compimento lo scopo della nostra esistenza:
    amare ed essere amate, ed attraverso questo amore giungere ad essere strumento di pace nel mondo...

    Alla radice della rottura che esiste oggi nella famiglia
    si trova la dimenticanza da parte della donna delle ragioni per cui è stata creata:
    amare ed essere amata, essere il cuore della famiglia.
    Per questo è importante che la madre metta la famiglia al primo posto...

    Dio ha creato la donna per questo: forse non perché facesse cose grandi, ma — questo sì — perché facesse almeno amore.
    E io credo che questo grande amore deve cominciare dal focolare, dal nostro cuore:
    nella mia famiglia, dal mio vicino di casa, dal mio vicino di strada.
    Ed estendersi poi a tutti...
Unabbraccissimoatutteauguriosissimo, miriam bolfissimo ;)Immagine
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 09, 2012 11:20 am

Immagine Mio grande Cuore, oggi secondo venerdì di quaresima davanti alla Tua Santa Croce io spero la Tua Speranza... ql che ci sta accadendo attorno rende il peccato ‘normale’ spalmato in modo armonico tra le pieghe del quotidiano di ciascuno... e si perde la distinzione tra pagliuzze e travi, che tutto è così confuso... ma Tu dici: non resteremo confusi in eterno! lasciaci dunque in questo tempo confuso di travi e pagliuzze la Tua Speranza: sia per noi sollievo e conforto, luce nel nostro cammino e sabbia negli occhi di quello di sotto...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 16, 2012 12:24 pm

  • ImmagineNel tempio
Dopo il silenzio del deserto e la luce del Tabor, la Parola ci invita ad addentrarci nel Tempio di Gerusalemme.

Leggendo con un po’ di attenzione il brano, viene spontaneo farsi una domanda: perché Gesù se la prende così tanto con i cambia valute e i venditori di animali per i sacrifici? Dopo tutto il loro era un servizio prezioso: cambiavano le monete agli stranieri permettendogli di acquistare gli animali per il sacrificio e impedendo di introdurre nel tempio monete con l’immagine dell’imperatore.

Allora: cosa fa arrabbiare così tanto Gesù da spingerlo addirittura a fabbricarsi una frusta per scacciare dal tempio i commercianti? Il Rabbì di Nazareth, in questo gesto apparentemente folle o esagerato, è animato dal desiderio che la casa del Padre non diventi un luogo di mercato, un bazar del sacro, un religioso tavolo di scambi tra domanda e offerta.

Quello che manda su tutte le furie Gesù è l’imbruttimento del volto del Padre proposto da una certa logica di mercanteggio del sacro. Il Rabbì di Nazareth si arrabbia con chi propone un rimpicciolimento del volto di Dio. Egli non è un funzionario da corrompere o un venditore da tener buono con una abbondante donazione. Con Dio, insomma, non si può mercanteggiare.

Da un Dio da piegare alla mia volontà con sacrifici e preghiere, al volto del Padre che mi ama e anticipa ogni mio desiderio: questa è la conversione più urgente.

Buona settimana
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 16, 2012 4:29 pm

Immagine Mio grande Cuore, oggi terzo venerdì di quaresima davanti alla Tua Santa Croce sto intuendo cosa voglia dire perdonare il fratello che strappa qualcosa di caro, lasciando lo sbreco e lo sporco e il vuoto... sto intuendo quanto qs perdono debba essere gratuito e sia fonte di grazia esso stesso per chi lo dona e per chi lo riceve... c’è un fatto: la Tua Luce ci precede x introdurci nella Tua Pace, sta a noi smettere di guardarci i piedi... leggo di padre dolindo...
  • ...le opere di Dio si sviluppano sempre senza che quasi l’uomo se ne accorga. Il Signore segue il suo cammino, e gli uomini sono come atomi trasportati dal turbine della sua divina attività. Ordinariamente è sempre dopo che si può ammirare il ricamo di un disegno di Dio...
...ordinariamente attendo, con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 19, 2012 9:44 am

  • ImmagineDio ha tanto amato il mondo
Chissà se quella cenere leggera e potente ha trovato uno spazio libero e disponibile per intrufolarsi nei nostri cuori e nelle nostre teste… Chissà se il fuoco che ha consumato gli ulivi ha infiammato la nostra vita di passione e di disponibilità… Chissà se siamo riusciti a metterci in testa che Dio non vuole i nostri sacrifici di mortificazione ma la nostra esistenza vivificata dallo Spirito… Mentre leggevo e meditavo il bellissimo brano che la liturgia ci regala questa settimana, mi è tornato alla memoria un incontro. Qualche tempo fa, mentre ero in fila col carrello della spesa davanti alla cassa di un supermercato, ho incrociato una signora che mi ha confidato che pochi giorni prima aveva subito un grosso furto. Alla fine del racconto, sottolineando di essere una donna molto credente, mi disse: "Caro don, se lassù qualcosa esiste, prima o poi li farà morire tutti quei mascalzoni!". Inutile trascrivere il mio stupore. Ma davvero Dio è così? Davvero Dio è questo giustiziere implacabile?

Gesù - per fortuna! - sembra proprio pensarla diversamente. Il Volto di Dio che il Rabbì è venuto a rivelarci è ben diverso da quello che a volte riempie le nostre fantasie religiose: "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio... non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi" (vv. 16-17). Sono sempre più convinto che il vero problema non è se crediamo o non crediamo in Dio, ma in quale Dio crediamo! Il Rabbì di Nazareth ci parla di un Dio follemente innamorato dell'uomo, di un Padre che dona quanto ha di più prezioso per farci passare dal buio del nostro peccato alla luce del suo amore.

Coraggio, discepoli! L'incontro con la Parola deve purificare ed evangelizzare l'immagine di Dio che ci abita. La rivelazione del Figlio amato ci salva innanzitutto da una falsa immagine di Dio e ci fa scoprire il volto del Padre che non condanna e non punisce, ma lascia libero ciascuno dei suoi figli di accogliere o rifiutare la luce che è venuta nel mondo (v. 19). Buona settimana
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 19, 2012 9:49 am

Immagine Lunedì 19 marzo 2012, giorno di festa e gioia in onore di san giuseppe,

sposo purissimo della Mamma Celeste e padre putativo di nostro Signore

  • San Giuseppe, eletto da Dio per essere
    lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù,
    intercedi per noi che ci rivolgiamo a te.

    Tu che fosti il fedele custode della Sacra Famiglia,
    benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie.

    Tu che hai sperimentato nella vita
    la prova, la fatica e la stanchezza,
    aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti.

    Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria,
    assisti e conforta tutti i moribondi.

    Tu che sei il patrono della Santa Chiesa,
    intercedi per il papa, i vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo,
    specialmente per coloro che sono oppressi
    e soffrono persecuzioni per il nome di Cristo. Amen
Con tutto il mio piccolo cuore ♥
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 23, 2012 4:53 pm

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 23, 2012 5:47 pm

Immagine Mio grande Cuore, oggi quarto venerdì di quaresima davanti alla Tua Santa Croce ascolto il silenzio grave della mia miseria: non sono cristiana perché Ti amo, ma perché Tu, Tu che sei Amore vivo e vero e sommo, Tu mi ami... nel silenzio grave della mia miseria non distinguo i singoli peccati, non vedo le distinte mancanze: ascolto la distanza che separa il desiderio che ho di Te dall’Amore puro e infinito che Tu sei... ascolto il silenzio grave della mia miseria, e mi consolo ripetendo con gratitudine Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 26, 2012 8:39 am

  • ImmagineSe il chicco di grano...
L'ho scoperto per caso e mi sono quasi commosso. Loro nemmeno sanno che lo sto scrivendo. Le immagino sul pullman verso Sondrio, ancora un po' assonate e con l'agenda della quaresima in mano. Ogni anno la regalo ai ragazzi delle superiori e spero che per ciascuno di loro sia un buon strumento per vivere al meglio questi quaranta giorni. Le immagino in mezzo ad altri studenti che ripassano o sonnecchiano con i loro Ipod. Loro leggono il Vangelo del giorno, meditano il commento e si scambiano qualche riflessione. Che spettacolo!

A volte sembra di seminare tanto e con fatica, ma di raccogliere poco. A volte nulla. Forse non siamo capaci di vedere o di attendere. Forse abbiamo la presunzione di vedere secondo le nostre attese e non siamo capaci di cambiare il nostro sguardo sulla realtà. Il seme va piantato, ma bisogna aspettare che muoia per portare frutto. E a volte questi germogli spuntano davanti agli occhi nei luogo e nei tempi più insospettabili…

Lo abbiamo meditato qualche sera fa con un gruppo di giovani leggendo il brano di questa domenica. Dopo aver letto con attenzione il testo ho cercato di spiegare che il verbo utilizzato da Giovanni per tradurre la richiesta dei greci a Filippo non indica un semplice "vedere", ma un andare al di là delle apparenze, un vedere per conoscere e per capire. Una ragazza del gruppo ha commentato: "Che bulli ‘sti greci, avevano capito tutto!"

Proprio tutto non sono così sicuro, ma certamente avevano nel cuore un desiderio grande. Ma questo non basta: non solo bisogna desiderare di "vedere" Gesù, ma essere pronti ad accogliere le modalità sorprendenti e inattese con le quali il Rabbì - ieri come oggi - si fa presente nella storia. Forse i greci si aspettavano una rivelazione trionfale, invece Gesù si presenta come il seme che sprofonda nell'oscurità della terra per marcire e portare frutto. La potenza di vita nascosta nel seme è sottratta alla vista, così come la fecondità della Croce è scambiata per sterilità e follia da chi non si abbandona alle parole del Maestro.

Come il seme assorbe acqua e nutrimento nell'oscurità della terra e si prepara ad esplodere di vita, così ciascuno di noi è chiamato in questo cammino quaresimale a lasciarsi inzuppare dalla Parola per essere pronto a esplodere di vita nella celebrazione della Pasqua.
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 26, 2012 9:13 am

lunedì 26 marzo 2012, giorno di festa liturgica e gioia in onore

dell'Annunciazione della nascita di nostro Signore

a Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 30, 2012 1:53 pm

Immagine Mio grande Cuore, oggi quinto venerdì di quaresima davanti alla Tua Santa Croce so che Ti appartengo ma non Ti possiedo, talvolta Ti ho trovato e ti trovo, ma più spesso Ti perdo perché mi allontano a vagare nella palude delle mie miserie... pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia e piega alla Tua Volontà la mia mente, orgogliosa e ribelle...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 02, 2012 8:05 am

  • Immagine
Educare i giovani alla giustizia e alla pace (Benedetto XVI, 1 gennaio 2012)

I responsabili dell’educazione

2. [...] Ogni ambiente educativo possa essere luogo di apertura al trascendente e agli altri; luogo di dialogo, di coesione e di ascolto, in cui il giovane si senta valorizzato nelle proprie potenzialità e ricchezze interiori, e impari ad apprezzare i fratelli. Possa insegnare a gustare la gioia che scaturisce dal vivere giorno per giorno la carità e la compassione verso il prossimo e dal partecipare attivamente alla costruzione di una società più umana e fraterna.

Mi rivolgo poi ai responsabili politici, chiedendo loro di aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative ad esercitare il loro diritto-dovere di educare. Non deve mai mancare un adeguato supporto alla maternità e alla paternità. Facciano in modo che a nessuno sia negato l’accesso all’istruzione e che le famiglie possano scegliere liberamente le strutture educative ritenute più idonee per il bene dei propri figli. Si impegnino a favorire il ricongiungimento di quelle famiglie che sono divise dalla necessità di trovare mezzi di sussistenza. Offrano ai giovani un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti.

Non posso, inoltre, non appellarmi al mondo dei media affinché dia il suo contributo educativo. Nell’odierna società, i mezzi di comunicazione di massa hanno un ruolo particolare: non solo informano, ma anche formano lo spirito dei loro destinatari e quindi possono dare un apporto notevole all’educazione dei giovani. È importante tenere presente che il legame tra educazione e comunicazione è strettissimo: l’educazione avviene infatti per mezzo della comunicazione, che influisce, positivamente o negativamente, sulla formazione della persona.

Anche i giovani devono avere il coraggio di vivere prima di tutto essi stessi ciò che chiedono a coloro che li circondano. È una grande responsabilità quella che li riguarda: abbiano la forza di fare un uso buono e consapevole della libertà. Anch’essi sono responsabili della propria educazione e formazione alla giustizia e alla pace!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 02, 2012 8:37 am

  • ImmagineLa follia di Dio
Nonostante le tre predizioni della Croce (Mc 8,31-33; 9,30-32; 10,32-34) Gesù è accolto a Gerusalemme come un re. I discepoli assaporano già il momento della presa di potere, della rivelazione finale e definitiva di Gesù, della manifestazione della regalità trionfante del Rabbì di Nazareth. I dodici hanno giustamente intuito che a Gerusalemme Gesù avrebbe rivelato in modo definitivo e inequivocabile la sua potenza e la sua regalità. Quello che ancora non hanno capito è che nulla di tutto questo si sarebbe avverato secondo le loro aspettative e i loro desideri.

La potenza di Gesù si svela nella sua impotenza. Non nel dominio o nella forza si rivela la sua regalità, ma nell'amore; non nella prevaricazione, ma nel dono di sé; non nella violenza, ma nella mitezza. La Croce è il trono di Gesù, è il luogo più luminoso nel quale scorgere la regalità capovolta e sconcertante del Figlio di Dio.

Al centro di questa narrazione, l'evangelista Marco colloca il riconoscimento: il velo del tempio si squarcia e il soldato pagano riconosce che il Crocifisso è il Figlio di Dio (Mc 15,39). La scena è immersa nel buio (v. 33), ma risplende la luce della bellezza di Dio che svela la sua verità. Il velo è squarciato (v.38), Dio non è più irraggiungibile, nascosto, lontano, ma si è fatto vicino all'uomo condividendone la vita in tutto e per tutto, anche nella morte.

Ecco il Figlio di Dio che svela nella sua nudità crocifissa il vero volto di Dio. Lui nudo, straziato, scarnificato è la trascrizione più vera del volto di Dio. Quest'uomo appeso alla croce, abbandonato e tradito è il nostro Dio. Ecco la Sua follia. Si chiama Amore. Ripenso ai tanti fratelli e sorelle che hanno fatto sulla pelle l'esperienza trasformante di questa follia.

A te, che hai saputo perdonare e ridonare la vita a chi si sentiva morto dentro.
A te, che hai ripreso in mano la tua vita e hai saputo dire "no" a chi te la stava rubando.
A voi, che avete riscelto il vostro matrimonio mettendo nelle mani di Dio tutto quello che avrebbe potuto distruggervi.
A te, che senza saperlo hai fatto scoppiare una scintilla decisiva.
A te, che con un salto e un abbraccio hai liberato il cuore da tante paure.

Buona settimana
  • don Roberto Seregni
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 10, 2012 9:15 am

Immagine Mio grande Cuore, in questa santa settimana che inizia con l'anniversario del dies natalis del nostro caro giovanni paolo ii...
  • Immagine
...con tutto il mio piccolo cuore ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 10, 2012 9:16 am

  • ImmagineÉ vivo!
Questo è l'annuncio della Pasqua: Gesù di Nazareth, il Crocifisso è vivo!

Abbiamo camminato in questi quaranta giorni, vivificati dal desiderio della conversione e sostenuti dalla Parola che ha illuminato i nostri passi, per essere pronti ad accogliere questo annuncio: Gesù è vivo, il Crocifisso è risorto! Nelle parola del giovane in bianche vesti, viene sintetizzato in tre espressioni tutta la verità di Gesù: nazareno, crocifisso e risorto.

L'angelo avrebbe potuto dire "Gesù il messia", "Gesù il Cristo", "Gesù il Figlio di Dio"... e invece no: "Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto". Questo è molto importante perché ci ricorda lo strettissimo legame tra incarnazione, croce e resurrezione. Davanti al Risorto non dobbiamo perdere la memoria dell'Incarnazione e della Croce, perché sono proprio esse a dirci lo specifico dell'annuncio della Pasqua.

La "buona notizia" non è che un morto è ritornato in vita, ma che il Figlio di Dio - che si è fatto uomo tra gli uomini e che ha donato tutta la sua vita per amore - ha sconfitto la morte! Croce e resurrezione vanno sempre tenute insieme, perché l'una dice la fecondità e la verità dell' altra. L'ha capito benissimo la mia amica Angelica di terza elementare. Ogni Natale e ogni Pasqua mi regala un bellissimo disegno e io lo lascio appeso a tempo indeterminato sulla porta di casa. Quest'anno è un vero capolavoro! Il foglio enorme è diviso in due: da una parte la Croce con Gesù, dall'altra il sepolcro con la pietra ribaltata e il Risorto. É proprio così: croce e resurrezione devono stare sempre insieme. Non si può parlare dell'una senza l'altra.

La Pasqua di Gesù annuncia che solo la vita donata per amore è più forte della morte, che solo la vita riconsegnata nella mani di Dio è sottratta alla morte. Solo l'amore che accogliamo e che doniamo sarà forza di resurrezione. Solo l'amore che ci fa spogliare di tutto per farci rivestire dell'abito del Figlio sarà germoglio di vita nuova.

Vita nuova, amici!
Vita nuova, non solo rattoppi o aggiustatine!
Vita nuova, splendente e luminosa come quella del disegno di Angelica!

E se ancora sei circondato dalla nebbia, se un crampo blocca ogni tuo passo, se ti sembra impossibile, se la paura ti stringe lo stomaco, non avere paura e ascolta l'annuncio degli angeli: il Signore è vivo! Il Signore è risorto! Oggi, per te! Non avere paura, lascia che quella luce e quella bellezza squarcino il tuo sepolcro e anche per te, oggi, sarà Pasqua!

Un abbraccio
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 10, 2012 9:29 am

Immagine Mio grande Cuore, nel giorno di festa e gioia per la Tua Risurrezione, grande è la sete di vita eterna che abita l’uomo e grande anche la nostra miseria che ci tiene stretti alle ‘nostre cose’: la Tua Risurrezione rinnova ogni anno di questo nostro tempo finito la Speranza per noi, pellegrini e peccatori, troppo spesso scoraggiati e stanchi... per questo, ad una voce: alleluja!
  • Immagine
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 10, 2012 9:37 am

Oggi, 10 aprile, martedì dell’ottava di pasqua e non solo...
  • Immagine...con la parole di gabriel marcel: amare è dire: tu non morirai!


      • Gira il mondo che mai si è fermato:
        si gira e si volta e ritorna
        al nostro respiro in una parola.

        Che posso lasciarti di mio ora
        che nulla mi resta, e nulla a te
        di quel che credevo e credevi.

        Noi speravamo: Altro ci ha presi
        nel nulla ad altezze che girano
        il mondo e lo fanno voltare

        e noi dal nulla che siamo
        lasciamoci al mondo che resta:
        Amore nel tutto, amare ci basta.

        • miriam e albino, 10 aprile 1988-2012
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 13, 2012 3:49 pm

Immagine Mio grande Cuore, se guardo al vento non va tutto bene: servi inutili a tempo pieno dice don tonino: talvolta tempo pieno è una gran grazia, molto più sesso servi inutili pesa come un macigno... se guardo al vento, non va tutto bene: solitudine, fuori tempo, inadeguatezza e ancora solitudine... ma se riporto lo sguardo su Te, Risorto da Crocifisso, va tutto bene, mio Grande Cuore: va tutto bene in mano alla Tua Misericordia...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 16, 2012 8:14 am

  • ImmagineIl Risorto e la comunità
Il sepolcro di Cristo è vuoto, così lo hanno trovato le donne. Ma quello stesso giorno, un altro sepolcro, non conosce lo svuotamento della resurrezione. I discepoli sono lì, a porte chiuse, sprangati nella delusione e immobilizzati dalla paura. E proprio qui, nella tomba che i discepoli si sono scavati, si fa presente il Risorto.

Provo ad immaginare i loro volti: la gioia, l'incredulità, lo stupore. Forse si aspettavano una bella ramanzina del Rabbì, forse temevano di leggere sul Suo volto la delusione per il poco coraggio dimostrato, per l'assenza nel momento più duro e per il tradimento dell' amicizia. Ma Gesù - il grande Gesù! - non porta rancore: annuncia la pace e dona lo Spirito per la remissione dei peccati.

Mi piace tantissimo questo passaggio: le nostre chiusure e le nostre paure non fermano il Risorto! La Sua luce entra nelle nostre tenebre, il Suo amore è più forte delle nostre piccolezze, la Sua presenza riempie la nostra solitudine! Il Risorto va a incrociare i suoi proprio nel loro sepolcro e li invita al cambiamento, al grande passaggio della Pasqua: dalla paura alla gioia, dal sepolcro alla strada, dalla delusione al coraggio.

Ma quel giorno Tommaso non era con i discepoli e non si fida delle loro parole. Vuole vedere e toccare. L'annuncio dei suoi compagni è preciso: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,25) e richiama alla memoria il primo incontro con Gesù: "Abbiamo trovato il Messia" (Gv 1,41). Ora i discepoli sanno che il Messia è il Signore, l'hanno visto e ascoltato. Anche Tommaso vuole fare questa esperienza del risorto, pensa di averne diritto come gli altri. Ma quando l'ottavo giorno il Signore si fa nuovamente in mezzo in mezzo a loro, Tommaso non ha bisogno di toccare le ferite e mettere le dita nei buchi dei chiodi.

Vorrei sottolineare che questo incontro tra l'apostolo dubbioso e il Risorto, avviene dentro la comunità, insieme con gli altri fratelli discepoli. Gesù non va a fargli visita in privato, a casa sua. Il luogo dell'incontro è la comunità riunita. Una comunità - mi preme sottolinearlo - che ha dovuto masticare la propria mediocrità e fare i conti con il tradimento di uno di loro. L'incontro decisivo con il Risorto non avviene in una comunità ideale e perfetta, ma in quella in cui vivi, quella con la quale il Signore ti ha chiamato a camminare. Trovo molta gente, purtroppo, che continua ad amare la comunità dei propri sogni, quella che non esiste e che forse non esisterà mai. Chi si comporta così, anche se non se ne rende conto, fa un pessimo servizio alla crescita del Regno di Dio e alla qualità evangelica della propria comunità.

Coraggio, fratelli! È lì dove viviamo che il Signore Risorto vuole farsi incontrare. Con quei catechisti che non sono mai contenti, con quel prete che si dimentica gli appuntamenti, con quel coro sempre un po' stonato, con il sacrestano troppo preciso, con il gruppo giovani troppo rumoroso, con i chierichetti che bevono il vin santo in sacrestia (pensavate che non vi avessi beccati!), con la nostra comunità e tutte le sue ammaccature e le sue bellezze, potremo fare l'esperienza del Signore Risorto.
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 20, 2012 1:36 pm

Immagine Mio grande Cuore, posso scegliere un tempo speso a cercare vie di fuga oppure alla ricerca del Dio vivo: sta a me e alla mia libertà, ma se anche passo tempo e tempo a fuggire da me stessa, crogiolandomi nelle mie paure, la Tua Misericordia attende la mia miseria al primo segno di desiderio di speranza, e mi disseta alla Sua Fonte... e ogni volta che mi decido all’Amore, inizia un buon cammino alla ricerca del Dio vivo, passo dopo passo all’incontro con Te, mio grande Cuore...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 23, 2012 7:44 am

  • ImmagineBasta un sorriso...
Giorni difficili per i discepoli. Il cuore è in subbuglio. Sconcerto, paura, turbamento, dubbio, stupore e incredulità sono solo alcuni dei sentimenti appuntati dall'evangelista Luca. Dopo il grande racconto dei discepoli ritornati dalla locanda di Emmaus, il Risorto si fa nuovamente presente in mezzo a loro. E i discepoli come reagiscono? Sono sconvolti e pieni di paura. Cosa vedono e capiscono? Un fantasma, uno spirito.

Quanto assomigliamo a questi discepoli confusi e smarriti! Quanta fatica facciamo anche noi a riconoscere il Risorto presente nella nostra vita… A volte trovo cristiani navigati (almeno così sembrerebbe…) che parlano del destino, della fortuna o del fato e che dietro ad un incontro che ha cambiato la vita o davanti a un evento che ha smascherato una possibile tragedia, non vedono nulla, se non il caso; cristiani talmente concentrati sulla loro prestazione religiosa, che non riescono nemmeno a vedere i segni del Regno che li circonda, che non sanno riconoscere il Vangelo che già c'è intorno a loro.

Ma Gesù non molla e ribadisce: "Sono proprio io!". Gli undici - e non solo loro! - devono allenare lo sguardo e il cuore per riconoscerlo, per superare i dubbi e le paure, per smascherare attese false o proiezioni dei propri desideri. Il Risorto, che vuole essere convincente e togliere ogni dubbio, invita a toccare e guardare. Sì, proprio così! Gesù non finisce mai di stupirci: avrebbe potuto operare un miracolo strabiliante, una guarigione da premio nobel e invece no! Per farsi riconoscere, per togliere ogni incertezza, Gesù invita a guardare i segni della passione. Quello è distintivo della sua presenza e della sua verità. Quelle ferite sono feritoie per contemplare la verità della Sua vita e della rivelazione del volto del Padre.

Ancora una volta il Risorto ricorda l'inseparabilità della Croce e della Resurrezione. È proprio questo legame che ci dice lo specifico dell'annuncio della Pasqua. La "buona notizia" non è solamente che un morto è ritornato in vita, ma che il Figlio di Dio fatto uomo tra gli uomini ha donato tutta la sua vita per amore sulla Croce, ha sconfitto la morte ed ora è il Vivente! Ma il vangelo di oggi, accanto alla passione e alla resurrezione, introduce un terzo elemento fondamentale: la missione.

Il Risorto, aprendo le menti dei discepoli all'intelligenza delle scritture dice: "Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati" (v. 48). Bellissimo: l'annuncio non è una cosa a lato o un dettaglio! La missione è parte integrante dell'unico evento della salvezza, fa parte della natura stessa della Chiesa nascente. Senza l'annuncio della conversione e del perdono dei peccati, la morte e resurrezione di Gesù rimarrebbero incompleti.

Coraggio, cari amici! Il Risorto invita anche noi ad annunciare che Lui è vivo e che siamo discepoli di un Dio innamorato e non sudditi intruppati e paurosi di un divino castigatore. In ufficio, a scuola, per strada, sul tram, al mercato siamo dei mandati, abbiamo questa novità esplosiva da condividere e da donare. Questo non è un optional della fede, ma una delle sue caratteristiche fondamentali. Come possiamo, come siamo capaci, nella vocazione che abbiamo ricevuto, non lasciamoci sfuggire nessuna occasione. A volte, davvero, basta solo un sorriso.

Buona settimana
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab apr 28, 2012 8:28 am

Immagine Mio grande Cuore, leggo che benessere e autosufficienza tolgono spazio a Dio; meglio: perseguire, come scopo del proprio pellegrinare, benessere e autosufficienza, toglie spazio a Dio... quanto ci agitiamo, mio grande Cuore, per bastare a noi stessi e sorpassare gli altri: ma giunti soli alla meta, qualunque essa sia, che cosa resta se non la nostra solitudine che non può neanche dimostrare a qualcuno quanto siamo bravi, perché ci siamo asfaltati reciprocamente nella corsa? Ecco perché desidero perseguire, come scopo del mio pellegrinare, condivisione e bene comune, nella Tua grazia, laddove sono stata seminata...

...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab apr 28, 2012 8:34 am

  • ImmagineIo sono il buon pastore
É lo Spirito del Risorto che ci deve guidare a rileggere questa bellissima pagina di Giovanni. É lo Spirito donato nella Pentecoste che deve portare a rimpastare la nostra vita alla luce del Risorto che si presenta come il buon pastore che conosce e ama le sue pecorelle fino a dare la vita per loro. La sua conoscenza non è dozzinale o approssimativa, ma personale e intima. Il nostro nome non sta scritto in qualche registro polveroso dimenticato negli archivi celesti, ma sta nel Suo cuore.

Lui ci conosce uno a uno. Sa tutto di noi: le gioie e le fatiche, i sogni e le fragilità, gli slanci e le cadute. Lui conosce anche ciò che ci disgusta di noi, le pagine più brutte e amare della nostra vita. Lui sa adeguare il passo ai nostri ritmi, ma sa pure essere esigente quando il cammino o la nostra pigrizia lo richiedono. Ci accompagna. Ci custodisce. Ci protegge.

Rileggo con calma questo bellissimo brano e mi convinco che dovremmo prendere un po’ più seriamente questa Parola di Gesù e chiederci onestamente chi o che cosa è il pastore della nostra vita e dove la conduce. Proviamo a dare un nome ai modelli, agli ideali o ai progetti ispiratori delle nostre scelte.

A chi andiamo dietro? Di chi siamo alla ricerca? Verso chi sono puntati i nostri passi? A chi affidiamo la nostra vita? Al buon pastore che ci tratta da pecorelle o ai falsi pastori che ci trattano da pecoroni? Questa è veramente una verifica urgente del nostro cammino di fede. Non dobbiamo però cadere nel malefico tranello che ci fa supporre che, se proprio non siamo dei terroristi o dei serial killer, possiamo stare con la coscienza tranquilla e andare avanti beati. I falsi pastori sanno benissimo come ingannarci e come illuderci, è il loro mestiere! E anche noi – diciamocelo! – siamo bravissimi a raccontarci un sacco di bugie quando dobbiamo giustificarci… Vero?

Coraggio, cari amici! La Parola ci invita a passare al vaglio i progetti, i desideri, la qualità delle relazioni, le ambizioni e chiederci se seguono il sentiero faticoso e promettente del buon pastore o la strada larga e deludente dei falsi pastori.
  • don Roberto Seregni
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mag 02, 2012 9:37 am

  • Immagine
Educare i giovani alla giustizia e alla pace (Benedetto XVI, 1 gennaio 2012)

Educare alla verità e alla libertà

3. Sant’Agostino si domandava: «Quid enim fortius desiderat anima quam veritatem? – Che cosa desidera l’uomo più fortemente della verità?». Il volto umano di una società dipende molto dal contributo dell’educazione a mantenere viva tale insopprimibile domanda. L’educazione, infatti, riguarda la formazione integrale della persona, inclusa la dimensione morale e spirituale dell’essere, in vista del suo fine ultimo e del bene della società di cui è membro. Perciò, per educare alla verità occorre innanzitutto sapere chi è la persona umana, conoscerne la natura. Contemplando la realtà che lo circonda, il Salmista riflette: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?» (Sal 8,4-5). È questa la domanda fondamentale da porsi: chi è l’uomo? L’uomo è un essere che porta nel cuore una sete di infinito, una sete di verità – non parziale, ma capace di spiegare il senso della vita – perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Riconoscere allora con gratitudine la vita come dono inestimabile, conduce a scoprire la propria dignità profonda e l’inviolabilità di ogni persona. Perciò, la prima educazione consiste nell’imparare a riconoscere nell’uomo l’immagine del Creatore e, di conseguenza, ad avere un profondo rispetto per ogni essere umano e aiutare gli altri a realizzare una vita conforme a questa altissima dignità. Non bisogna dimenticare mai che «l’autentico sviluppo dell’uomo riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione», inclusa quella trascendente, e che non si può sacrificare la persona per raggiungere un bene particolare, sia esso economico o sociale, individuale o collettivo.

Solo nella relazione con Dio l’uomo comprende anche il significato della propria libertà. Ed è compito dell’educazione quello di formare all’autentica libertà. Questa non è l’assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio, non è l’assolutismo dell’io. L’uomo che crede di essere assoluto, di non dipendere da niente e da nessuno, di poter fare tutto ciò che vuole, finisce per contraddire la verità del proprio essere e per perdere la sua libertà. L’uomo, invece, è un essere relazionale, che vive in rapporto con gli altri e, soprattutto, con Dio. L’autentica libertà non può mai essere raggiunta nell’allontanamento da Lui.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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