E mentre l'Italia affonda come il Titanic, continua la guerra e la sete di potere, senza esclusione di colpi, tra persone indegne di governare il nostro paese. A costo di vincere solo miseria, stanno distruggendo quel poco che è rimasto e la speranza di guardare avanti con fiducia. Non si rendono conto che su quella nave, ci sono anche loro, pur se ai piani piu' alti e che dopo quelli che vivono ai piani piu' bassi, gli toccherà il mare aperto senza orizzonte. Ho sempre ritenuto che la democrazia sia il mezzo piu' giusto per il bene di una comunità, ma questi politici che ci rappresentano mi fanno rimpiangere, i periodi quando comandavano in pochi, giuste o sbagliate, non impiegavano anni per prendere una decisione
Un sessantenne come me, nato dopo la guerra, quando ancora erano visibili i segni di una tragedia, ha visto risorgere tra le macerie, una civiltà finita in ginocchio sotto le bombe. Dagli anni sessanta in soli venti anni, la tecnologia ha creato piu di tutti gli anni della storia messa insieme. I nostri genitori hanno lavorato la terra con le mani, hanno costruito le case impastando la calce con la pala, mettendo mattone sopra mattone, senza conoscere un attimo di tregua, ferie e vacanze, per dare ai figli e nipoti, cio' che loro non hanno potuto avere, il benessere, e noi figli abbiamo cercato di emularli, senza renderci conto, che pur nel sacrificio abbiamo vissuto il periodo piu' bello della storia. Cosa lasciamo alle nuove generazioni ? fabbriche chiuse e attività commerciali abbandonate, un lavoro precario a chi è fortunato e a chi non ce l'ha nemmeno piu' la speranza di crederci. Forse gli abbiamo dato la cultura che non hanno avuto i nostri genitori, ma non gli abbiamo insegnato quel lavoro, che una volta nobilitava l'uomo, artigiani e contadini, stanno scomparendo, storie e culture si stanno intrecciando, i nomi e cognomi hanno una statistica diversa, soprattutto nelle grandi città, dove Toto Cutugno avrebbe oggi difficoltà a cantare la sua bella canzone, sta scomparendo l'Italiano vero con i suoi vecchi mestieri. La mia è una riflessione, è anche uno sfogo ma vuole essere l'invito ai tanti giovani, che si sentono abbandonati da istituzioni e governanti, di non perdere la speranza, di crederci ancora, perchè se volteranno le spalle al futuro, vivranno solo di nostalgia, anche se guardando indietro la storia, si renderanno conto che dopo una caduta, il mondo ha avuto sempre la forza per rialzarsi e andare avanti. Ai politici e governanti dico solo che abbiano il coraggio di tornarsene a casa, se non sono in grado di fare un mestiere piu' grande delle loro capacità, ma che prima di farlo cambiassero alcune regole e leggi importanti, che non ci permettono di governare con stabilità la nostra cara Italia.Se ancora una volta non lo faranno, vuol dire hanno pronto già la scusa tra qualche mese per dire che ancora una volta, non ci sono le condizioni per governare.Giammarco De Vincentis
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